La focacceria dove pagare in bitcoin e il primo Comune che acquista su Amazon
Due piccole realtà provinciali che non intendono restare indietro.
Stare al passo con i tempi è la regola aurea per amministrare al meglio un'attività. Ecco quindi due fulgidi esempi di tentativi di svecchiamento dei sistemi, a favore di una logistica maggiormente performante. Avreste mai pensato, in un negozietto ligure, di pagare una classica focaccia in bitcoin? Adesso si può.
La focaccia si paga in bitcoin
Comprare pizza, focacce o torta verde, pagando con bitcoin: da qualche giorno, a Imperia, è possibile. Una pizzeria al taglio del centro storico di Oneglia, in vico San Costanzo (la Pizza-Stop Punto Eat), è infatti il primo negozio della provincia e tra i primi in Liguria ad accettare criptovalute.
“Abbiamo in iniziato questa settimana – commenta Rudy Gerbore, che gestisce l’attività assieme alla moglie Chiara Bietola -. Tra l’altro incassiamo subito in euro, tramite un servizio che trasforma la criptovaluta al cambio corrente”.
Come avviene il pagamento?
“Chi vuole pagare in criptovalute ha sempre un wallet (portafoglio, ndr) sul telefono, tramite il quale inquadra un qr-code che noi produciamo e invia il pagamento”.
Al momento nessuno ha ancora utilizzato il servizio.
“E’ ancora da pochi giorni che è attivo i servizio – conclude Rudy – ma abbiamo notato che molti sono informati sull’utilizzo delle criptovalute. Al momento trattiamo solo bitcoin, ma a breve ne inseriremo anche altre”.
Il Comune piemontese che compra su Amazon
Ma non è finita qui. Borgofranco d’Ivrea, in provincia di Torino, è il primo Comune italiano che ha acquistato su Amazon, grazie all’accordo raggiunto tra la multinazionale e ASMEL, l’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti locali che rappresenta il 44% dei Comuni Italiani. L’accordo consente di superare i tanti vincoli propri della pubblica amministrazione, oltre che quelli del sito di e-commerce, che richiede il saldo anticipato della merce e non accetta lo “split payment”, il pagamento senza IVA, cui sono obbligati gli Enti pubblici italiani.
Gli Enti accedono ad un catalogo con un milione di venditori attivi (66 mila sono le PMI italiane, che vi fatturano il 50% in export) in perenne concorrenza tra loro, e da oggi anche con il portale degli acquisti pubblici gestito da CONSIP. I Comuni possono valutare la maggior convenienza ed effettuare ordini su Amazon, ovvero sugli altri siti di e-commerce privati, con i quali ASMEL ha annunciato di volersi convenzionare.
Insomma, fare di meglio non pare così difficile... EPPURE ANCHE IL MINISTRO BRUNETTA HA DOVUTO OCCUPARSI DELLA VICENDA