Mancata zona rossa

Il Premier Conte ascoltato per tre ore dai magistrati di Bergamo: "Fu scelta condivisa con Regione"

Il Presidente del Consiglio: "Ho agito in scienza e coscienza. Su Alzano Lombardo e Nembro, rifarei tutto".

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È durata circa tre ore l’audizione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi davanti al pubblico ministero di Bergamo Maria Cristina Rota e ai sostituti procuratori Paolo Mandurino, Silvia Marchina e Fabrizio Gaverini.

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Conte ascoltato per tre ore

Da Prima Bergamo

I magistrati orobici sono giunti questa mattina, venerdì 12 giugno 2020, a Palazzo Chigi e sono stati accolti dal premier, sentito in qualità di persona informata sui fatti in merito alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana all’inizio dell'emergenza coronavirus ai primi di marzo.

Nell’occasione nella Bergamasca furono inviate decine e decine di militari, coordinati dal Ministero dell'Interno, per bloccare l’area, ma la decisione finale non arrivò mai.

L'inchiesta della procura di Bergamo

Proprio la scelta di non sigillare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo, due delle zone maggiormente colpite dall’infezione, rappresenta uno dei filoni dell’inchiesta (al momento senza indagati) portata avanti dalla Procura di Bergamo. In particolare, la magistratura vuole chiarire se la decisione spettava al Governo o alla Regione (che da mesi si scaricano la responsabilità a vicenda) e se siano ravvisabili eventuali responsabilità penali.

La indiscrezioni a margine dell'audizione

"Ho agito in scienza e coscienza. Su Alzano Lombardo e Nembro, rifarei tutto", ha ribadito Conte.

Nessuna sottovalutazione e scelta condivisa con la Regione. Così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe giustificato la scelta di non istituire la zona rossa in Val Seriana. Il premier ha ribadito che si trattò di una scelta politica, arrivata dopo un confronto tra l’Esecutivo e gli esperti che avevano suggerito la necessità di applicare un provvedimento simile a quanto già attuato nel Lodigiano. Il ministro dell'Interno Lamorgese avrebbe invece spiegato che effettivamente fu inviata una grande quantità di forze dell’ordine, ma solo perché la creazione della zona rossa sembrava ormai imminente.

Fontana e Conte

Tuttavia, all’epoca il contagio era già ampiamente diffuso e limitarsi a una zona rossa solo in quelle due aree non avrebbe evitato efficacemente un’ulteriore diffusione del morbo. La scelta poi sarebbe stata condivisa con Regione Lombardia che non avrebbe richiesto formalmente la creazione di una zona rossa nella Valle. Per questa ragione la scelta, più di carattere tecnico-sanitario che economico, ricadde sull’istituzione di una zona “arancione” in tutta la Lombardia.

Sentiti anche i ministri Speranza e Lamorgese

Poco dopo mezzogiorno a Palazzo Chigi è arrivato anche il ministro della Salute Roberto Speranza per essere ascoltato come teste. Nelle prossime ore, toccherà anche al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Al termine dei colloqui con gli esponenti del Governo, i magistrati bergamaschi dovranno scegliere se proseguire l’inchiesta, anche con eventuali iscrizioni nel registro degli indagati, oppure se trasferire gli atti alla Procura di Roma per questioni di competenza territoriale.

Nelle scorse settimane la procura di Bergamo aveva chiamato a riferire anche il governatore lombardo Attilio Fontana, l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, l’ex direttore generale al welfare Luigi Cajazzo e il presidente di Confindustria Lombarda Marco Bonometti.

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