Tamponi e test

Il medico bergamasco (e deputata): "Per tornare al lavoro dobbiamo tracciare le persone con analisi affidabili"

Bologna: "Decisioni consapevoli per ridurre al minimo la possibilità di dover sostenere una seconda ondata"

Il medico bergamasco (e deputata): "Per tornare al lavoro dobbiamo tracciare le persone con analisi affidabili"
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"Siamo tutti consapevoli che fino a quando non ci sarà un vaccino o una cura efficace, il contenimento e la prevenzione che si attua anche con opportuni comportamenti è l’unica scelta che abbiamo per evitare nuovi focolai di contagio. Per cui il distanziamento sociale, l’utilizzo delle mascherine e l’igiene delle mani diventano fondamentali".

Così l'onorevole bergamasca Fabiola Bologna del Movimento 5 Stelle, medico neurologo appartenente alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, già dirigente Medico Neurologo all’ospedale Manzoni di Lecco.

Necessaria una mappatura realistica del contagio

La Fase 2 sarà guidata da un piano Strategico che assicurerà ai cittadini una mappatura realistica del contagio e a chiunque riprenda il lavoro di essere in un ambiente protetto.

"Credo che se vogliamo scongiurare la prosecuzione del contagio dobbiamo tracciare, in maniera specifica, le persone che per prime saranno in qualche modo indirizzate a riprendere il lavoro con analisi affidabili, sono in corso infatti le validazioni dei test sierologici che probabilmente avremo a disposizione a breve e che saranno accompagnati dall’esecuzione dei tamponi".

Smart working dove possibile, altrimenti sicurezza

"Fondamentale mantenere lo smart working per tutti i lavoratori che potranno svolgere le loro attività in questa forma e garantire tutti i dispositivi di sicurezza per i lavoratori che devono recarsi sul luogo di lavoro seguendo in maniera rigorosa i protocolli di sicurezza e garantendone il rispetto con controlli e sanzioni".

Inoltre secondo Bologna bisognerà proteggere tutta la cittadinanza da eventuali esposizioni con un contenimento legato, anche per loro, a dispositivi di sicurezza per un periodo abbastanza lungo e tutelare con specifici percorsi le persone più fragili come anziani, immunodepressi e persone con comorbidità.

Percorsi differenziati tra malati, sospetti e non Covid

"Dal punto di vista sanitario dovrà esserci un estremo rigore nel separare le linee di intervento tra pazienti covid e/o sospetti tali e non covid, con percorsi differenziati sia negli ospedali che sul territorio, dando la massima protezione e controlli ai sanitari".

Inoltre si dovrà adottare un maggior rigore nell’isolamento domiciliare dei sospetti mettendo a disposizione luoghi di permanenza a chi non ha la possibilità di essere isolato a domicilio.

"Questo periodo difficile ci ha insegnato molto sull’importanza della prevenzione come arma per arginare il virus, dobbiamo ripartire da comportamenti e decisioni consapevoli per ridurre al minimo la possibilità di dover sostenere una seconda ondata".

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