"Rilassamento generale"

Il flop annunciato della app Immuni (che però potrebbe tornar buona in autunno)

Il commissario straordinario Arcuri ha ammesso che per ora è stata scaricata solo da 4 milioni di Italiani, circa il 10% della popolazione.

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Accompagnata da non poche polemiche (soprattutto sul discorso della privacy), l'app immuni era nata con l'idea di essere un'arma in più per tenere sotto controllo la pandemia da coronavirus nella "Fase 2". Scaricabile dal 2 giugno 2020, dopo qualche stop-and-go lo scorso 8 giugno, ormai in piena Fase 3, l'applicazione per tracciare i soggetti Covid positivi ha iniziato la fase di sperimentazione in alcune regioni selezionate.


Pochi download rispetto a quelli previsti

Superati i primi inciampi tecnici, ci sono stati però pochi download rispetto a quelli previsti dai tecnici del Governo. Ricordiamo che per svolgere in modo efficace il proprio ruolo, la app dovrebbe essere scaricata e utilizzata almeno dal 60 per cento della popolazione italiana. Così avevano stimato gli stessi sviluppatori.

Flop annunciato, è arrivata troppo tardi

Ma c'è anche da dire che, decantata come parte fondamentale della strategia di contenimento, Immuni è arrivata tardi. Un flop annunciato perché sarebbe risultata utile al limite all'inizio della Fase 2, invece non ha preso il largo nemmeno ora che la fase 3 è ormai da tempo entrata nel vivo.

Quindi, in sintesi, quindi, l'app funziona se più della metà degli italiani accetta di essere monitorato e partecipa, ma la decisione è lasciata alla volontarietà dei cittadini.

Arcuri bacchetta gli italiani: "Rilassamento generale"

Il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri ha ammesso che per ora non ha raggiunto il target stimati parlando di un "rilassamento generale": allo stato l'applicazione per la tracciabilità dei contatti Cody positivi è stata scaricata da 4 milioni di Italiani, circa il 10% della popolazione.

Non registra identità, né spostamenti

Eppure l'app funziona senza seguire gli spostamenti e senza conoscere l'identità della persona che la installa sul proprio cellulare. Una volta attivata, registra i contatti con altri utenti utilizzando la tecnologia Bluetooth: quando un utente risulta positivo, attraverso l'app si attiva un meccanismo per cui vengono avvisati tutti i soggetti con cui è entrato in contatto. Naturalmente, quelli che hanno scaricato la app...

Si scarica gratuitamente: le condizioni

Immuni si scarica gratuitamente e va impostata una sola volta: dopo averla aperta e letto le istruzioni si dichiara di avere almeno 14 anni, si sceglie la regione di residenza e si dà il consenso ad abilitare le notifiche di esposizione al virus; il sistema resta operativo anche quando l'app è chiusa. L'unica possibilità che ha l'utente è quella di caricare eventualmente i dati del proprio tampone in caso di positività.

Come funziona tecnicamente

Immuni lavora dunque da sola, scambiando codici casuali con gli smartphone con cui entra in contatto. In caso di positività tutti coloro che sono stati in contatto più di qualche minuto con il cittadino positivo saranno avvertiti con un alert, ma non potranno risalire alla persona nè al luogo dell'incontro e tantomeno all'orario. A quel punto saranno le autorità sanitarie, su base regionale, a dare consigli su come comportarsi. Sarà possibile disattivare l'app in ogni momento, nessun dato personale nè i propri movimenti verranno comunicati.

Potrebbe tornar buona in autunno

Consoliamoci almeno pensando che ormai il lavoro è stato fatto, il sistema è disponibile anche se ad oggi di fatto inutile e quindi se in autunno dovesse arrivare la famosa "seconda ondata" saremmo già attrezzati.

Se il virus dovesse scomparire, come speriamo tutti (ma quanto sta accadendo in Brasile, India e Usa non è un buon segnale), Immuni finirebbe nel dimenticatoio. Diversamente, un peggioramento del quadro epidemiologico sarebbe probabilmente l'unica molla per far scattare nella popolazione la reazione a catena necessaria per raggiungere il numero dei download sufficiente.

daniele.pirola@netweek.it

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