Il Covid-19 si cura col plasma dei guariti (e non è vero che non se ne parla)
I risultati sul campione di 46 pazienti hanno mostrato un calo dal 15% al 6% della mortalità.
Il trial condotto dal San Matteo di Pavia e dal Carlo Poma di Mantova è ormai finito. E i risultati dell'analisi statistica sulla cura di pazienti Covid-19 con il plasma dei guariti sono incoraggianti. Lo ha confermato anche Regione Lombardia ieri, lunedì 11 maggio 2020, nel corso di una conferenza stampa.
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Il Covid-19 si cura col plasma dei guariti
Finalmente un'arma specifica, se i dati del test-pilota si confermeranno positivi: saranno comunicati ufficialmente entro giovedì e poi proposti alle riviste e alla comunità scientifica per la revisione.
Un approccio d'emergenza, tecnicamente non semplice, ma possibile da subito, in attesa di farmaci specifici e naturalmente di un vaccino. Tutto si basa sulla disponibilità di pazienti guariti, che però non sono infiniti, ma esistono le tecnologie per riprodurli in laboratorio: sieri artificiali potranno essere disponibili in tempi non lunghissimi.
Mortalità scesa dal 15% al 6%
I risultati sul campione di 46 pazienti (fra Pavia e Mantova) hanno mostrato un calo dal 15% al 6% della mortalità.
L'idea di cercare gli anticorpi nelle persone guarite per offrire difese immunitarie a chi ancora ha la malattia è stata definita "Una strada ormai aperta" dal governatore lombardo Attilio Fontana, che ora intende estendere la sperimentazione e incoraggiare le donazioni da parte dei pazienti guariti:
"Il ministro Speranza ha manifestato l’interesse del Governo nel proseguire questa iniziativa: punti di riferimento saranno l’Università di Pavia e di Pisa, ma anche gli ospedali di Mantova, Brescia e Bergamo".
I complottisti e la "cura di cui non si parla"
Il tema è circolato nelle ultime settimane, diverse le anticipazioni che hanno anche suscitato testi complottiste circa la "cura di cui non si parla". In realtà, semplicemente, i ricercatori (giustamente) non si potevano esprimere prima di avere in mano dati concreti da porre poi all'attenzione della comunità scientifica. Ma non è vero che della cura plasma non se n'è parlato, anzi.
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La "banca del sangue iperimmune"
La Lombardia ha annunciato la creazione di una “banca del plasma iperimmune".
Ci aveva già pensato il Veneto di Luca Zaia, chiedendo alle persone che sono guarite dal Covid-19 di donare il loro sangue per la creazione, nel più breve tempo possibile, di una banca regionale del plasma, dopo che la sperimentazione della terapia condotta (su una prima dozzina di pazienti) dalla dottoressa Giustina De Silvestro, direttore dell’Unità operativa immunotrasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, aveva evidenziato un netto miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti .