Il Brasile blocca Sputnik: l'adenovirus del vaccino russo si replica (e non dovrebbe farlo), il monito di Burioni
Anche il virologo del San Raffaele interviene: "Sembra grave, non stupisce la bocciatura all'unanimità".
L’Agenzia nazionale per la vigilanza sanitaria brasiliana (Anvisa), ad inizio di questa settimana, ha deciso di respingere la richiesta di alcuni stati del Brasile che avevano proposto di importare e utilizzare Sputnik V, l'ormai noto vaccino russo contro il Covid-19. Perché?
Il Brasile blocca Sputnik
La commissione di esperti brasiliana si è espressa in maniera unanime sulla "sfiducia" a Sputnik V per due motivazioni. In primis si segnala la mancanza di una chiara documentazione da parte della Russia. Domande cruciali sarebbero rimaste senza risposta, comprese quelle su potenziali eventi avversi, ha spiegato il responsabile dei farmaci e dei prodotti biologici di Anvisa Gustavo Mendes.
La seconda ragione, per molti scienziati ancora più pericolosa, è connessa al fatto che l’Agenzia brasiliana ha riferito di avere identificato nel vaccino particelle virali ancora in grado di replicarsi, concludendo che ciò potrebbe costituire un rischio per la salute pubblica.
E' stato ancora Mendes a spiegare che l’adenovirus presente nel siero può riprodursi.
"L’adenovirus – due diversi per la prima e la seconda dose – viene usato come vettore nello Sputnik: il codice genetico del virus Sars Coc-2 viene inserito nell’adenovirus che, una volta inoculato nell’organismo umano, stimola la produzione di anticorpi. Gli adenovirus si replicano naturalmente nel corpo umano, ma quando vengono usati per i vaccini, questa capacità dev’essere neutralizzata: secondo Anvisa, ciò non accade nello Sputnik. Al contrario: la capacità di replicarsi è stata osservata in tutti i campioni esaminati”.
La replica della Russia
Il fondo sovrano russo che ha finanziato lo sviluppo di Sputnik V ha negato queste circostanze e accusato le autorità del Brasile di avere fatto una scelta politica e non basata su evidenze scientifiche. La Russia ha posto inoltre l'accento sul fatto che l’efficacia e la sicurezza del proprio vaccino sarebbero state verificate da 61 Paesi che ne hanno già approvato l’uso, e avanza il sospetto che dietro la decisione di Anvisa ci siano in realtà pressioni da parte degli Stati Uniti.
Secondo gli scienziati russi Sputnik V sarebbe efficace contro Covid-19 al 97,6%.
Roberto Burioni: "Problema di Sputnik sembra grave"
Sulla questione è intervenuto anche il virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano ammettendo che il problema di Sputnik "sembra grave".
"Il vaccino dovrebbe essere costituito da virus incapace di replicarsi, mentre tutti i campioni analizzati in Brasile contenevano virus in grado di replicarsi. Non stupisce la bocciatura all'unanimità"
Il problema di "Sputnik" sembra essere grave. Il vaccino dovrebbe essere costituito da virus incapace di replicarsi, mentre TUTTI i campioni analizzati in Brasile contenevano virus IN GRADO DI REPLICARSI. Non stupisce la bocciatura all'unanimità. https://t.co/dVuH4gUMOq pic.twitter.com/Aj6FB7lcbB
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) April 28, 2021