Ha ragione Cirio: troppi genitori non provano la febbre a casa
Il 10% degli studenti senza autocertificazione: è impossibile garantire che tutti i ragazzi arrivino a scuola con la temperatura corporea verificata.
Il Governo ha impugnato l'ordinanza della Regione Piemonte del 9 settembre 2020 che imponeva alle scuole di verificare la temperatura degli studenti prima dell'ingresso in classe perché in contrasto con la normativa nazionale che impone alle famiglie di provare la febbre a casa.
Troppi genitori non provano la febbre a casa
Ma il governatore Alberto Cirio (in copertina mentre prova la febbre alla figlia) ha ragione da vendere, c'è poco da dire: è bastato un confronto informale con una ristretta cerchia di amici fidati da parte di chi scrive per avere la conferma di quello che si sapeva già perfettamente:
"Io mi sono dimenticato...", "Eravamo di corsa...", "Ma chi se ne frega del Covid...".
Le scuse sono assortite, la solfa rimane la stessa: è impossibile garantire che tutti i ragazzi arrivino a scuola con la temperatura corporea verificata. Quindi ha ragione Cirio. Ma ha ragione anche il Governo: bisogna provarla anche prima, per evitare che studenti potenzialmente contagiosi arrivino a scuola e sui mezzi pubblici.
E allora? L'unica è un doppio controllo, a casa (sperando che lo facciano), ma anche a scuola, proprio come avviene per posti di lavoro, edifici pubblici o aeroporti.
Il 10% degli studenti senza autocertificazione
In Piemonte Cirio ha preteso un'autocertificazione da parte dei genitori che attesti la verifica della temperatura a casa: chi non ce l'ha (ieri non l'aveva circa il 10% degli studenti), venga sottoposto a termoscanner. E' già qualcosa, che i ministri Azzolina e Speranza se ne facciano una ragione.
Anche il mondo medico e scientifico sembra dar ragione a Cirio: la Regione si difenderà nelle sedi opportune.
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