Gli impatti del Coronavirus sulle aziende e sul business: un caso di studio
Lo studio Corno ha riconosciuto la possibilità di lavorare in smart working; ha scoraggiato l’utilizzo dei mezzi pubblici; ha disposto la chiusura al pubblico dei suoi uffici; ha limitato le occasioni di trasferta, prediligendo conference call o sessioni audio video.
Salute, sì, ma anche tutti gli altri riflessi dello spettro della nostra quotidianità: gli effetti del Corionavirus si fanno sentire e fra i timori più concreti c'è l'impatto che l'epidemia avrà sul mondo produttivo. Abbiamo preso ad esempio lo Studio Corno di Lissone (Monza e Brianza), una realtà di successo specializzata nella consulenza aziendale, fiscale, legale e di servizi alle imprese che nel dicembre 2018 ha festeggiato i settant'anni di attività. Lo studio guidato dai fratelli Fabio e Giorgio Corno (che conta su oltre 60 professionisti e fa parte di un'esclusiva rete di due network internazionali) sin dallo scoppio dell'emergenza ha affrontato di petto il problema: un approccio virtuoso, quanto emblematico... tanto da "far scuola".
Coronavirus, aziende e business
Lo studio – che assiste imprese italiane e straniere con il suo team di commercialisti, avvocati e di prestatori di servizi - ha tempestivamente costituito, fin da domenica 23 febbraio, un Comitato di Crisi, che lavora in stretto contatto con il medico del lavoro e l’RSPP, relativamente ai settantacinque rapporti di lavoro e di collaborazione con lo studio commercialisti, lo studio avvocati e CTA, la società di servizi. Il Comitato ha deciso di applicare internamente tutte le misure suggerite dalle autorità competenti in ambito sanitario e di adottare una serie di iniziative volte a ridurre in via precauzionale le possibilità di contagio.
Possibilità di lavorare in smart working
Lo studio ha riconosciuto a dipendenti e collaboratori la possibilità di lavorare in smart working; ha scoraggiato l’utilizzo dei mezzi pubblici; ha disposto la chiusura al pubblico dei suoi uffici per una settimana, in attesa di indicazioni dalle autorità competenti; e ha limitato le occasioni di trasferta, prediligendo conference call o sessioni audio video.
Lo studio, assicura Fabio Corno, ha intensificato la propria attività a favore di clienti italiani e stranieri, nello svolgimento delle loro attività e ha messo a loro disposizione un servizio di assistenza per affrontare la situazione di emergenza che stiamo vivendo: professionisti dello studio stanno fornendo assistenza, consulenza e supporto ai clienti, su problematiche complesse in ambito giuridico e fiscale.
Impatto del virus e possibili problemi
Sotto il profilo giuridico, Giorgio Corno evidenzia possibili problemi riguardanti:
- a. diritto del lavoro: vanno gestiti i rapporti fra imprese che non abbiano sede nelle “zone rosse” e i loro dipendenti, ove non vengano adottate modalità di smart working e i dipendenti non chiedano di astenersi dalla prestazione lavorativa. Ferma restando la necessità di valutare se la normativa in materia di smart working consenta di dare soluzioni alla situazione attuale;
- b. diritto civile: vanno gestiti gli effetti di possibili inadempimenti contrattuali riguardanti cessioni di beni o prestazioni di servizi da parte di aziende che non abbiano sede o residenza nelle zone ad effettivo rischio o non coinvolti dai provvedimenti amministrativi emessi;
- c. diritto del trattamento dei dati personali: occorre capire come trattare i dati personali relativi ai soggetti risultati positivi al coronavirus ovvero ai soggetti sospettati di esserlo. In tali situazioni, il trattamento di tali dati personali in violazione delle norme del GDPR potrebbe esporre i responsabili ad azioni risarcitorie e ad eventuali provvedimenti sanzionatori dell’autorità garante.
Rischiano di emergere anche problemi fiscali seri, riguardanti la mancata presentazione di dichiarazioni o il pagamento delle imposte.
Impatto economico dovuto al calo del business
A ciò si aggiunge l’impatto economico dovuto al calo e rallentamento del business, a causa della riduzione del dinamismo dell’economia e degli scambi con i mercati locale e stranieri.
Solo il tempo consentirà di comprendere se e come gestire i rischi esistenti e se le conseguenze della situazione attuale potranno cagionare altre conseguenze dal punto di vista giuridico e fiscale.
Rapporto coi clienti: alcuni esempi pratici
Due clienti che operano nel settore della progettazione e realizzazione d’impianti per il riciclo di materie plastiche e ferrose in Italia e all’estero (con commesse e cantieri attivi in Cina per l’assemblaggio di macchinari e impianti) hanno confermato d’aver dato priorità alla messa in sicurezza dei lavoratori, disponendo tutte le azioni cautelative e di prevenzione (smart-working, limitazioni per i trasfertisti nell’effettuare sopralluoghi nelle zone a rischio). Le principali difficoltà riscontrate hanno riguardano la gestione della supply chain e l’assenza o carenza del personale, limitato o impossibilitato nel regolare espletamento delle proprie funzioni.
Riferisce il Responsabile del personale di una delle delle due aziende che il team di trasfertisti e addetti al montaggio macchine provenienti da un paese straniero polacchi ha preferito rientrare nel loro paese d’origine e non svolgere attività lavorativa in Italia. L’azienda si è quindi prontamente attivata per reclutare personale italiano, ma reperire figure professionali con specifiche e consolidate esperienze nel settore e in un breve lasso di tempo non facilita e agevola, in una situazione d’emergenza e crisi.
Un'azienda impegnata in una commessa con un cantiere aperto in Cina ha chiesto alla propria assicurazione di estendere la, copertura per rischio politico a integrazione della copertura assicurativa per rischio commerciale.
Un’altra azienda cliente, eccellenza internazionale nel proprio settore di attività, con un sito produttivo in una delle “zone rosse”, sta vivendo un forte disagio per il notevole ridimensionamento del personale e per l’impossibilità di attivare misure agili, quali lo smart-working, per alcune delle figure professionali che operano sui siti produttivi. Le interruzioni nella catena di fornitura dovuta al divieto d’accesso nella zona per i corrieri complicano e limitano notevolmente i tempi di consegna dei prodotti. Il Direttore Generale ha riferito che gli effetti del costo sotto il profilo economico saranno ingenti nel prossimo semestre, e presumibilmente anche nel primo semestre del successivo anno. L’impossibilità di spostarsi in Italia e all’estero in particolare, per generare nuovo business e in considerazione dei tempi di lavorazione e consegna, specifici del loro core business rischia di avere un notevole impatto sui risultati.
L'effetto del coronavirus non solo è entrato con spavento nelle case degli italiani, ma si è insidiato anche nelle loro dispense. Un cliente che gestisce una catena di supermercati riferisce di come i negozi siano stati letteralmente presi d’assalto e invasi nel corso del fine settimana, prendendo d’assalto le scorte di acqua, scatolame, mele e arance. Non vi sono al momento difficoltà sui processi di approvvigionamento, se non per particolari categorie merceologiche.