Putin vuole il pagamento del gas in rubli entro fine mese, il G7 e l'Eni dicono "no"
Ma Putin non si smuove e anche oggi ha ribadito che non accetterà altro tipo di pagamento. E dal Cremlino rilanciano: "Non faremo beneficenza".
Una guerra non solo con le armi, ma anche psicologica e di nervi. E così in queste ore il G7 ha deciso: no al pagamento del gas in rubli, la moneta russa, come invece vorrebbe Vladimir Putin.
G7 a muso duro contro Putin: no al pagamento del gas in rubli
Il vertice dei Paesi del G7 ritiene che chiedere il pagamento del gas russo in rubli non sia "accettabile". I paesi del G7 (Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada) lo hanno spiegato attraverso una nota diramata dal Governo tedesco, presidente di turno del vertice.
Nel comunicato è stato ribadito che chiedere il pagamento in rubli per il gas russo è "inaccettabile" e tale richiesta, secondo i partecipanti al tavolo delle superpotenze, dimostra "che il presidente russo Vladimir Putin ha le spalle al muro".
Gas in rubli, il G7 risponde picche
Le motivazioni della decisione sono state argomentate dal ministro dell'Economia del Governo tedesco, Robert Habeck:
"Tutti i ministri del G7 hanno convenuto che si tratta di una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti, il che significa che un pagamento in rubli non è accettabile"
Una "guerra di nervi"
Dopo le sanzioni Ue quella tra Mosca e il resto d'Europa sta diventando soprattutto una "guerra di nervi" e di "portafoglio". Un braccio di ferro che si sta traducendo in queste ore in una serie di ripicche e controripicche.
Perché il presidente russo Vladimir Putin proprio oggi ha confermato che la Russia sta predisponendo le condizioni per accettare il pagamento delle forniture di gas Paesi europei ostili solo in rubli. Lo stesso Putin ha chiesto alla Banca centrale russa, al Governo e a Gazprom di presentare un piano contabile e operativo entro la fine del mese.
Ma non solo. Alla nota stampa del G7, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha già tuonato duro:
"L'Europa non pagherà in rubli? E di sicuro noi non faremo beneficenza distribuendo il gas gratis"
Che faranno l'Europa e il mondo? Alternative non rapide
Che faranno ora i paesi d'Europa e del resto del mondo. Come si ricorderà nei giorni scorsi il premier Mario Draghi ha annunciato l'acquisto di due rigassificatori. L'obiettivo è studiare forme di rifornimento alternative che allentino la dipendenza energetica dalla Russia.
Per questo l'Italia stringerà probabilmente accordi con gli Stati Uniti e guarda anche al Canada. Ma i tempi non saranno brevissimi e il prossimo autunno-inverno potrebbe essere segnato da grandi sacrifici.
Anche l'Eni perentoria: "Non paghiamo in rubli"
Intanto anche l'amministratore delegato di Eni è perentorio:
"La questione è il gas: ora ci chiedono di pagare in rubli e diventa molto difficile comprarlo perché non ne abbiamo e non è nel contratto che prevede il pagamento in euro. E questo non si può cambiare in modo unilaterale"