Fondazione Cariplo e Istat: gli effetti della pandemia sulla sostenibilità delle nonprofit lombarde
Il Terzo Settore lombardo soffre le conseguenze delle pandemia.
La Fondazione Cariplo - grazie collaborazione dell’Istat - ha prodotto una stima degli impatti della pandemia sugli Enti di Terzo Settore (ETS) lombardi. Per farlo ha utilizzato le informazioni fornite direttamente dagli enti in occasione della presentazione delle loro richieste di contributo sul bando LETS GO!, promosso, già nel mese di giugno del 2020, da Fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Vismara e con il sistema delle fondazioni di comunità.
Fondazione Cariplo e Istat
L’analisi realizzata nei mesi scorsi che ha dato origine ad una pubblicazione inserita nella collana dei Quaderni dell’Osservatorio di Fondazione Cariplo dal titolo “L’impatto del Covid-19 sugli enti di terzo settore. Prime stime sui dati delle candidature al Bando LETS GO!”
Le stime riguardano un aggregato costituito da oltre 33.000 ETS (rispetto agli 87.000 operativi in Lombardia e Piemonte) che occupano oltre 200.000 addetti (sui 260.000 del territorio considerato). Attraverso il contributo metodologico dell’ Istat è stato possibile ridurre le distorsioni statistiche e dunque ottenere una serie di utili indicazioni circa lo stato di salute del Terzo Settore Lombardo.
Le analisi mostrano come, già nel trimestre marzo-maggio 2020, gli ETS abbiano registrato un peggioramento medio di oltre 11.000 euro nella differenza tra ricavi e costi. Per l’insieme delle organizzazioni analizzate, la perdita complessiva del trimestre è pari a circa un miliardo di euro, con un peggioramento di oltre 375 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019.
Sostenibilità delle nonprofit lombarde
Se questo è il peggioramento che gli enti hanno effettivamente sperimentato, ancora più preoccupanti sono le previsioni degli enti sull’intero 2020.
I proventi annui hanno registrato un aumento tendenziale nel triennio 2017-2019, passando da una media di circa 348 mila euro a circa 382 mila euro. Se il trend fosse proseguito, nel 2020 gli enti avrebbero sfiorato incassi medi pari a 400 mila euro. La previsione per il 2020 si ferma invece a circa 301 mila euro, con un peggioramento stimato di circa 98 mila euro rispetto alle attese pre-crisi. In valore assoluto, per l’intero settore, la riduzione dei proventi rispetto alla media all’attesa pre-crisi è stimabile in circa 3,3 miliardi di euro. In termini percentuali, la riduzione stimata rappresenta all’incirca il 27% del fatturato medio annuo del triennio.
Passando alle previsioni rispetto al risultato di fine anno, gli enti in perdita sarebbero circa due terzi (erano poco meno di un terzo del totale nel triennio 2017-2019). In particolare, il risultato netto di esercizio era in media positivo e pari a circa 5 mila euro nel triennio 2017-2019. Per il 2020, invece, si prevede una perdita media per organizzazione di circa 30 mila euro; in valore assoluto, per l’intero settore, la perdita complessiva è stimabile in circa 1 miliardo di euro.
Gli effetti della pandemia
Le perdite previste per il 2020 rappresentano all’incirca l’8,2% del patrimonio netto complessivamente accumulato dagli enti a fine 2019.
Gli ETS hanno attuato diverse strategie per fare fronte alla crisi, sia attive (nuovi investimenti, riconversione della produzione, rimodulazione dei servizi, accelerazione della trasformazione digitale) che passive (cassa integrazione, richiesta di misure di sostegno, ecc.).
Ciononostante, le stime fanno supporre l’esistenza di un rischio elevato per la continuità operativa di alcuni ETS: stimiamo infatti che circa un quarto (57.000) dei posti di lavoro del settore possa essere a rischio, in particolare per gli enti le cui attività non erano ancora riprese a fine giugno (alcuni dei quali si trovano nuovamente fermi a causa dei blocchi legati alla seconda ondata della pandemia).
L’interruzione o la riduzione delle attività degli ETS non potrà non avere ripercussioni anche sui loro utenti. Mentre è quasi impossibile calcolare quanti servizi siano a rischio di interruzione e quanti utenti saranno danneggiati da queste interruzioni, non è difficile immaginare che le ripercussioni più gravi saranno quelle che interesseranno le fasce più deboli della popolazione.
Proprio per cercare di contenere i danni inflitti alle fasce più deboli, la Fondazione Cariplo, insieme alla Fondazione Vismara e al sistema delle fondazioni di comunità lombarde e del Verbano ha emanato il bando LETS GO!. Il bando mira ad aiutare gli ETS lombardi durante la pandemia per consentire loro di continuare a sostenere i cittadini più deboli, la cultura e l’ambiente durante questo periodo difficile.
Il bando è stato destinato agli oltre 7.000 ETS che, tra il 2010 e il 2020, hanno beneficiato di almeno un contributo degli enti promotori. Le risorse complessivamente erogate a fondo perduto ai 393 destinatari (su quasi 1.400 richiedenti) attivi nei settori dell’ambiente, della cultura e dei servizi alla persona ammontano ad oltre 15,5 milioni di euro, con contributi medi pari a circa 40.000 euro (il 65% del richiesto). Tenendo conto della gravità della situazione, le risorse stanziate sono state messe tempestivamente a disposizione degli enti, tanto che l’intero processo di selezione delle richieste di contributo si è svolto in meno di 90 giorni (dalla presentazione delle richieste alla delibera delle erogazioni) e a dicembre 2020 erano stati liquidati quasi 12 milioni di euro a titolo di anticipazione. Un sollievo significativo, considerando che le attività per le quali è stato richiesto il sostegno pesano per oltre il 42% sul bilancio economico degli enti, e vi sono direttamente impegnate 12.700 persone retribuite e più di 8.600 volontari.
Le 393 organizzazioni sostenute sono, per oltre il 60%, attive nel settore dei servizi alla persona, in primis servizi per l’infanzia e legati alla gestione delle strutture comunitarie e residenziali per persone anziane o con disabilità; il 30% afferisce al settore culturale e in particolare svolge attività formative ed educative, di produzione di spettacoli artistici, gestione di sale cinematografiche per lo più collocate in aree decentrate e periferiche; infine, il 20% opera delle organizzazioni opera nell’ambito ambientale e nel sostentamento di attività formative ed educative rivolte ai ragazzi e alla cittadinanza, come pure di iniziative di cura e di sensibilizzazione per proteggere gli habitat a rischio.
Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo “La ricerca realizzata con Istat ci restituisce la fotografia di un’infrastruttura in pericolo: il sistema di legami, di attività e di servizi generati dal Terzo Settore per le persone e le comunità ha subito un duro colpo e rischia di non sopravvivere. Le iniziative del Terzo Settore in campo ambientale, in ambito culturale e nei servizi alla persona sono cruciali per la tenuta del nostro Paese e il loro indebolimento è una minaccia sociale ed economica per tutti. Per questo dobbiamo reagire insieme: sostenendo i soggetti che operano sul territorio e cercando di conoscere sempre meglio la realtà per intervenire in modo efficace.”
Gian Carlo Blangiardo , Presidente Istat “Si tratta di una ricerca statistica interessante – spiega il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo- il nostro Istituto ha collaborato volentieri affinché questo lavoro avesse la solidità scientifica e metodologica per essere uno strumento utile per la conoscenza degli effetti della pandemia in un settore che svolge un ruolo cruciale nel Paese”.