Esperti concordi: variante inglese non pregiudica efficacia vaccino Covid
Nella peggiore delle ipotesi, non si ripartirebbe da zero, basterebbe un aggiornamento della composizione del vaccino, come si fa ogni anno con quello influenzale.
Con prudenza, ma gli esperti sono ottimisti: la variante inglese del virus non dovrebbe pregiudicare l'efficacia del vaccino per il Covid-19.
Variante inglese virus non pregiudica efficacia vaccino
La mutazione del virus Sars-Cov-2 denominata VUI-202012/01 presenta gli stessi sintomi del Covid "normale", ma secondo i dati sarebbe più contagiosa addirittura fino al 70% in più.
In base alle informazioni che si hanno ora, è assai probabile che la variante non invaliderà i vaccini, secondo il "guru" veneto Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova. E Anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, invita a non seminare dubbi sul vaccino. Il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza ritiene che le mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta spike, non alterino né l'aggressività clinica né la risposta ai vaccini. e Non crede che la nuova variante del Covid sia in grado di rendere i vaccini inutili nemmeno Massimo Galli, responsabile malattie infettive al Sacco di Milano, mentre Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, ritiene che sia prematuro pensare che possa avere una azione negativa sulla vaccinazione, e non solo: nella peggiore delle ipotesi, non si ripartirebbe da zero, basterebbe un aggiornamento della composizione del vaccino, come si fa ogni anno con quello influenzale. Per Giorgio Palù, virologo e presidente Aifa, fa ben sperare che, durante gli studi preliminari condotti sui volontari, gli anticorpi indotti dalla vaccinazione neutralizzassero anche virus circolanti portatori di mutazioni rispetto al ceppo originario, e infine c'è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità:
"Ogni virus è soggetto a mutazioni - ha rilevato l'autorevole componente del Comitato tecnico scientifico - e questa variante è stata individuata già da tempo, precisamente il 21 settembre scorso nel sud est dell’Inghilterra. Sembra aver maggior capacità contagiante in ragione di una mutazione nella parte della proteina spike che si lega ai recettori presenti sulle cellule umane. Non ha maggior capacità di indurre una malattia grave e per quanto riguarda i vaccini, è assai improbabile che risulti una resistenza, un’immunità al vaccino. I vaccini determinano la formazione di una risposta immunitaria contro diversi 'pezzettini', chiamiamoli così, della proteina spike. Se anche c'è una mutazione in uno, due o tre 'pezzettini della proteina spike, è altamente improbabile che il vaccino possa risultare inefficace".
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