provocazione (ma non troppo)

Elezioni comunali: che è Giovanni Assenti, il candidato (fake) che difende le istanze dei giovani

Nelle piazze di Milano, Torino, Roma, Napoli e Cosenza sono comparsi i gazebo della sua "campagna elettorale".

Elezioni comunali: che è Giovanni Assenti, il candidato (fake) che difende le istanze dei giovani
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"I giovani d'oggi non hanno voglia di fare un ca#%o". Recita così il manifesto provocatorio apparso in cinque città italiane prossime alle elezioni comunali. Tra i candidati sindaci di Milano, Torino, Roma, Napoli e Cosenza è spuntato Giovanni Assenti. Di chi si tratta? Di un candidato fake che difende le istanze dei giovani. Una figura falsa sì, ma il cui scopo è chiaro e diretto: far aprire gli occhi sull'assenza dei giovani nei programmi elettorali degli aspiranti sindaci (e non solo).

Giovanni Assenti  sindaco, il candidato fake che difende i giovani

Sì, è vero: è un candidato fake. Ma la sua presenza è reale e la sua esigenza la si percepisce ovunque, soprattutto se hai meno di 35 anni. Come raccontato da Prima Milano, tra i candidati sindaci alle prossime elezioni comunali è comparso il nome di Giovanni Assenti. E non solo a Milano, ma anche a Torino, Roma, Napoli e Cosenza. In queste cinque grandi realtà cittadine italiane sono spuntati i gazebo del candidato fake.

Ma di chi si tratta realmente? Anzi, forse è meglio chiedersi, di che cosa si tratta realmente? Sì perché Giovanni Assenti, come già detto, non esiste realmente. La sua figura nasce dall'esigenza di un gruppo di giovani di vedersi parte attiva e importante nei programmi politici dei candidati sindaci che (partendo dal livello comunale per raggiungere quello nazionale) troppo spesso scordano di dedicare fondi, attenzioni, spazi e progetti alla fascia dei "giovani". Giovanni Assenti quindi è da leggersi come "Giovani assenti", appunto.

Il senso della candidatura

Sul sito dedicato a questa iniziativa ci vogliono poche parole per spiegare il senso della candidatura:

"La classifica Sole24Ore sulla qualità della vita nelle città assegna a queste quattro città gli ultimi posti per i servizi per i giovani. Condannati ad affitti alti, difficoltà di accesso alle case, bassa occupazione, alto abbandono scolastico, scarsa socialità, ansia e depressione.

Le grandi città d’Italia escludono i giovani.

I programmi dei candidati mancano di proposte e impegni concreti per risolvere queste urgenze. La stessa parola “giovani”, su trenta programmi analizzati, compare in media solo 5 volte in ciascun programma, con diversi casi in cui non figura affatto.
Nei programmi mancano proposte."

Che cosa propone Giovanni Assenti

Per ogni città, a titolarità comunale, vengono lanciate le seguenti proposte a favore dei giovani:

  • Spazi di studio e di lavoro ramificati nella città, una rete di spazi di incontro, studio e lavoro per i giovani. Spazi pubblici e titolarità comunale gestiti centralmente, che siano capillari nel territorio cittadino;
  • Uno sportello digitale di supporto psicologico nei licei: uno sportello digitale per l'ascolto psicologico di titolarità comunale e una campagna di sensibilizzazione nei licei per gli studenti sulle "malattie invisibili";
  • Un fondo di sostegno agli affitti: un fondo comunale di sostegno agli alloggi in locazione di cittadini under 35, al fine di stimolare e supportare l'autonomia finanziaria dei giovani;
  • Un servizio di orientamento al lavoro post università: servizi scolastici ad hoc che prendano in carico la sfera di attività attualmente inerente al PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento).

Gazebo nelle 5 città

Nel weekend appena trascorso, nelle principali piazze delle cinque città coinvolte, erano presenti i gazebo del candidato sindaco fake: i ragazzi  hanno cercato di sensibilizzare i passanti sull'importanza di un'attenzione rivolta ai giovani e al loro presente (e futuro).

"Sabato e Domenica, per tutta la giornata, abbiamo montato gazebo e raccolto firme in 5 città in Italia (Milano, Torino, Roma, Napoli e Cosenza) con la nostra condanna in blu e in maiuscolo sulle spalle per chiedere ai candidati soluzioni alle urgenze dei giovani.

Alcuni (molti) hanno capito, altri no: hanno preso il nostro impegno per lamentela e ci hanno consigliato di smetterla di essere pessimisti, di avere fiducia, di crederci un po’ di più, di non stare a chiedere aiuto ed aspettare, perché alla fine tutti siamo stati giovani e si sa tutto arriva se uno si impegna. Anzi, bisognerebbe augurarsi sofferenze perché utili a formarsi.

In queste settimane, con le stesse magliette, continueremo a lavorare. Per rispondere con la voglia e con l’impegno e far capire che non per tutti e non sempre sono abbastanza".

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