Covid-19

Dopo l'inglese, in Italia anche variante brasiliana: come complica le cose

Mentre sono in corso gli accertamenti del caso cerchiamo di capire quali sono le varianti in circolazione attualmente e perché preoccupano gli esperti.

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Il sistema di controllo alla frontiera dei cittadini in ingresso dai Paesi con delle varianti del coronavirus ha permesso di intercettare un possibile infetto dalla variante brasiliana. Mentre sono in corso tutti gli accertamenti del caso cerchiamo di capire quali sono le varianti in circolazione attualmente e perché preoccupano gli esperti.

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Sospetta variante brasiliana in Lombardia

Da Prima Saronno

È in corso di valutazione presso l'Ospedale di Varese il primo caso di variante brasiliana ad oggi osservato in Italia. Un uomo, rientrato nei giorni scorsi dal Brasile all'aeroporto di Malpensa, è risultato positivo al tampone disposto da ATS Insubria in ottemperanza alla recente Ordinanza ministeriale del 16 gennaio. Il soggetto è in buone condizioni di salute, ma precauzionalmente è stato ricoverato per accertamenti presso il reparto di malattie infettive diretto dal prof. Grossi, dopo che la variante era stata identificata dal laboratorio di microbiologia diretto dal prof. Maggi. Anche i familiari del caso sono stati sottoposti in sorveglianza da ATS e sono state avviati gli accertamenti conseguenti.

ATS Insubria fa sapere che sta monitorando la situazione in raccordo con la Direzione Welfare di Regione Lombardia e l'Istituto Superiore di Sanità, sottolineando che sono state adottate tutte le misure di sanità pubblica previste dai vigenti protocolli sanitari per il controllo della diffusione della variante brasiliana sul nostro territorio e, ad oggi, la situazione non è motivo di allarme.

Covid-19: le varianti

Fin dai primi mesi della pandemia, gli scienziati hanno osservato la comparsa di mutazioni del virus SARS-CoV-2 prelevato da persone con COVID-19. I virus come il SARS-CoV-2, l'HIV (il virus dell'AIDS) e i virus dell'influenza, i cui geni sono scritti nell'RNA (e non nel DNA come i geni dell'uomo e di molti altri animali), tendono a mutare molte volte.

Queste modifiche casuali creano quasi sempre un difetto svantaggioso per il virus che non sopravvive. In rari casi, però, questa sostituzione può rivelarsi un vantaggio per il virus, ad esempio perché lo rende resistente ad un farmaco efficace: il ceppo originale (detto ceppo selvaggio) non sopravvive all'effetto del farmaco, mentre quello resistente sì.

In questi casi i virus mutati riescono a diffondersi e a propagarsi meglio di quelli selvaggi. Ecco spiegato quindi il motivo per il quale l'attenzione intorno alle varianti del Covid è così alta: il timore è che alcune di loro possano mostrarsi resistenti al vaccino.

Inglese, sudafricana e brasiliana

Chiarito che le varianti sono moltissime, concentriamoci ora sulle tre di cui si è maggiormente parlato. Partiamo da quella inglese, definita da alcuni potenzialmente più contagiosa ma non necessariamente più letale. L'Ospedale Bambin Gesù dice:

"Si è affermato che questa variante è più contagiosa ma in realtà non c'è nessuna prova che lo sia. Lo si è ipotizzato sulla base di modelli matematici, ma molti virologi ritengono che l'aumento del numero di casi in Inghilterra non sia tanto causato dalla nuova variante ma dal comportamento della popolazione. I nuovi ceppi possono infatti diventare più comuni semplicemente trovandosi nel posto giusto al momento giusto – come a Londra, che fino a poco tempo fa aveva solo restrizioni piuttosto leggere (di secondo livello)."

Mostrerebbero invece maggiore resistenza agli anticorpi del virus originale la variante sudafricana e quella brasiliana (temuta particolarmente per le possibili reinfezioni). Ma le verifiche del caso sono ancora in corso e non si sono concluse, per ora non vi sono certezze. Sulla scoperta del sospetto caso di variante brasiliana in Italia si è espresso anche Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova:

"Il primo caso in Italia di variante brasiliana non vuol dire ancora niente, ma è un segnale del fatto che non siamo difesi dalle varianti di Sars-CoV-2. E visto che sembra da alcuni primi studi che quella brasiliana risponda meno al vaccino, se si incominciano a vedere casi dispersi in tutta Italia e qualche cluster bisogna agire con prontezza. Soprattutto se si conferma una minore protezione da parte del vaccino, mi dispiace ma rimane solo un'opzione: bloccare tutto".

La risposta di Moderna

A promettere un possibile rimedio contro le varianti è Moderna che testerà una dose aggiuntiva di richiamo del suo COVID-19 Vaccine per studiare la capacità di aumentare ulteriormente la risposta immunitaria contro di esse. In totale quindi le dosi da utilizzare, una volta conclusa questa sperimentazione finalizzata a potenziare l'immunità dalle varianti emergenti, diventerebbero 3. Lo rende noto l'azienda che annuncia l'efficacia del vaccino contro la variante GB e quella sudafricana.

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