Discoteche non riaprono, protesta in vista (ma basterebbe il green pass)
Vincolare l'accesso al certificato verde sarebbe anche un forte incentivo alla vaccinazione dei ragazzi.
Un nodo irrisolto sul tema delle riaperture è quello delle discoteche; fra le poche attività al momento per le quali non esiste una data per la ripartenza, e nemmeno delle procedure di sicurezza.
Diversi esponenti di spicco della politica nazionale e regionale hanno manifestato aperto dissenso per questa "lacuna". A partire dal governatore del Veneto Luca Zaia (che del resto da giovane faceva proprio il pr nei locali notturni della sua regione), in prima linea per favorire riaperture in sicurezza, si è arrivati anche alle dichiarazioni in merito alle zone bianche del sottosegretario alla Salute Andrea Costa:
"Non possiamo permetterci di approcciare il problema come lo scorso anno. Le discoteche vanno riaperte per poter andare a ballare e socializzare. Se si aprono i club non bisogna tener conto di restrizioni sul distanziamento, si dovrà monitorare e tracciare chi entra".
E sul piede di guerra scendono anche i gestori dei locali notturni.
Discoteche pronte alla disobbedienza
Il centro commerciale sì, le fiere pure, anche gli acquapark. Ma non le discoteche: il settore dei locali notturni resta l'unico senza ancora una data di riapertura. E il Presidente del Silb-Filpe (Sindacato Italiano locali da ballo) avverte che il settore è pronto alla disobbedienza, come racconta Prima Saronno.
"O ci riaprono, o riapriamo lo stesso".
Questo l'avvertimento lanciato al Governo da Maurizio Pasca, Presidente del Silb-Filpe, dal canale dell'Università Niccolò Cusano Cusano Tv Italia. Un aut-aut che mira a far pressione perché il Governo decida una volta per tutte le sorti di un settore fermo da quasi un anno. L'ultimatum è per il 21 giugno: se dopo quella data non si avranno risposte i gestori sono pronti a riaprire lo stesso.
Nei giorni scorsi, era stato proposto un primo punto di caduta per dare un po' di ossigeno al settore: una riapertura parziale coi soli servizi di somministrazione, quindi al pari di bar e ristoranti. Una via di mezzo, che sembrava accontentare qualcuno e far storcere il naso a tanti. Un quadro che resta nel complesso interlocutorio, con la frustrazione degli imprenditori in crescita:
"Mi devono spiegare perché in un centro commerciale sì e in discoteca no, forse ci sono dei pregiudizi?".
Ipotesi green pass come volano per le vaccinazioni fra i giovani
I gestori, tramite le loro associazioni di categoria, avevano anche proposto la riapertura solo per chi fosse in possesso di green pass, quindi con vaccinazione, certificazione di avvenuta malattia o tampone negativo, anche sulla scorta delle sperimentazioni fatte in varie città europee e proposte anche a Milano e Gallipoli con concerti "Covid Free".
Una soluzione che potrebbe incidere positivamente anche sulla scelta dei più giovani di vaccinarsi contro il Covid. Già, perché sono proprio le fasce di popolazione più giovani quelle dove, in alcuni casi, si è assistito a prenotazioni più modeste rispetto alle categorie anagrafiche più avanzate.
Un fenomeno sul quale, nelle scorse settimane, si era espresso anche il consulente della Lombardia per la gestione della campagna di vaccinazione Guido Bertolaso:
"Non mi interessano i numeri della Lombardia da ‘primi della classe’, noi abbiamo aperto le prenotazioni ai trentenni, che si stanno prenotando molto meno".
Aprire i locali della notte, soprattutto in vista dell'estate, alla platea dei già vaccinati (e a coloro che avuto la malattia, sviluppando anticorpi) potrebbe quindi rivelarsi uno dei migliori incentivi per la campagna vaccinale fra le giovani leve. Una soluzione che, in termini di sicurezza collettiva, è da preferirsi al tampone, che ha il grosso limite di fotografare soltanto il momento in cui il soggetto si sottopone al test, senza considerare che si potrebbe contagiare dopo un minuto, rischiando di infettare un alto numero di persone, inconsapevolmente.
Negli Usa una birra per ogni vaccino
E il problema di come stimolare i ragazzi a immunizzarsi se lo pongono anche oltreoceano. La città di Philapelphia, per esempio, ha deciso che regalerà una birra agli over 21 se la nazione raggiungerà l’obiettivo indicato dal presidente Joe Biden di far vaccinare il 70% degli americani con almeno una dose entro il 4 luglio. Anheuser-Busch, il birrificio nazionale Usa che produce Budweiser ha aderito con entusiasmo all’iniziativa.