Covid, previsioni sbagliate. Gerli si dimette dal Cts: "Polemiche inattese"
Il 40enne padovano, appena nominato ha rinunciato all'incarico per il polverone social su alcune sue prese di posizione errate sul Covid.
Fa discutere il caso del padovano Gerli, nominato membro del Cts ma che, a seguito delle polemiche sulle sue previsioni sbagliate, ha rinunciato all'incarico.
Gerli e il "Veneto zona bianca a febbraio". Si è dimesso
Uno che genio lo era davvero, era solito dire: "La situazione (politica) in Italia è grave ma non seria". Probabilmente, in questi terribili mesi di pandemia, le parole del compianto Ennio Flaiano - al netto di qualche aggiustamento - saranno venute in mente a molti.
Ad attualizzarle nuovamente la vicenda del padovano Alberto Giovanni Gerli, che dopo essere stato nominato componente del Cts (Comitato tecnico scientifico) soltanto martedì scorso, ha comunicato ieri, giovedì 18 marzo 2021, la sua decisione di rinunciare all'incarico. Il motivo? Le troppe polemiche, soprattutto social, legate ad alcune sue uscite proprio sul Covid. Previsioni che si sono poi rivelate puntualmente sbagliate. Insomma, l'uomo giusto al posto giusto, devono aver pensato in molti.
"Veneto zona bianca a febbraio"
Su tutte la sortita proprio sul Veneto: "Sarà zona bianca già a febbraio". Infatti.
"A seguito delle inattese e sorprendenti polemiche esplose all’indomani della mia nomina a componente del Comitato Tecnico Scientifico, ho ritenuto opportuno rinunciare all’incarico così da evitare al Cts e alle Istituzioni in generale ulteriori, inutili ostacoli e distrazioni rispetto alle importanti e difficili decisioni che sono chiamati a prendere in un momento tanto delicato per il Paese", ha comunicato Gerli.
E a proposito dei colori delle regioni, in vista di una Pasqua "rossa" per tutti, sul rapporto tra curva dei contagi e restrizioni si è espresso il professor Dario Gregori, direttore di Statistica sanitaria proprio a Padova:
"Di fatto - spiega - non abbiamo vissuto più ondate del contagio da Covid-19, ma una unica iniziata all'inizio del 2020 e che non si è mai fermata. Il lockdown è stata sin qui l'unica arma efficace per contrastare la salita della curva epidemiologica ed è per questo che sono state reintrodotte restrizioni più stringenti ora che stiamo continuando a salire".
Le sue imprese
Padovano, 40 anni, laureato in ingegneria gestionale con una tesi negli Stati Uniti, grande appassionato di bridge (tanto da candidarsi - trombato - alla presidenza della Federazione) , Gerli ha raggiunto una certa notorietà grazie alla società padovana, "Arianna", da lui stesso fondata sulla base di un suo brevetto per l'illuminazione stradale a led.
Dopo questa esperienza, conclusa con la cessione delle proprie quote a una multinazionale, Gerli diventa consulente per le aziende e socio di due startup (sempre legate all'universo delle tecnologia e dell'innovazione).
L'ultima sua previsione sulla campagna vaccinale: "Se sarà veloce, non ci sarà una quarta ondata". Beh, veloce per il momento non lo è di sicuro. Per il resto, ognuno faccia quel che ritiene più opportuno.