Covid: novità, ci sono test salivari efficaci quanto i tamponi molecolari
Si potrebbero rivelare lo strumento ideale per la riapertura in sicurezza delle scuole: sicuri, meno invasivi ed economici.
Meno invasivo, meno costoso e, adesso c’è anche la conferma, pure affidabile. Promosso a pieni voti il tampone salivare made in Piemonte.
Attendibili al 100% i test salivari per la diagnosi del Covid messi a punto dall’Università di Torino. A dirlo sono i risultati della sperimentazione: una novità che potrebbe risultare utile per la riapertura delle scuole.
Test salivari torinesi attendibili al 100%
Alla sperimentazione, condotta alla Stadium in collaborazione con Arpa ed esercito su impulso della Regione, su oltre 400 campioni prelevati in due mesi è stata rilevata una corrispondenza pressoché totale con i tamponi molecolari naso-faringei e addirittura maggiore di quella dei test antigenici.
“Quando abbiamo visto una corrispondenza così alta devo dire che forse non ce l’aspettavamo senza dover operare delle modifiche. Il risultato è stato davvero molto gratificante”.
Afferma Fiorella Altruda, direttrice del Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino.
Come funziona
Il kit diagnostico è praticamente pronto. Il Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino ne ha preparati per 70mila tamponi che potrebbero rivelarsi cruciali per una ripartenza in sicurezza delle scuole. Il prelievo di saliva può essere infatti effettuato anche da personale non sanitario. Per le analisi di laboratorio poi servono circa tre ore e non c’è variante in grado di sfuggire. La saliva viene prelevata con una “pipetta” e poi analizzata in laboratorio. Inoltre sarebbe decisamente economico: con un costo di 3-4 euro al massimo.
Il triste primato di Torino
L’esperimento nasce dalla constatazione di un triste primato: a Torino si è registrato il 75% in più di decessi rispetto alla media nelle città del Nord, e il 46% in più per quelle del Centrosud come riporta il ministero della Salute. Una percentuale che rende necessarie delle misure specifiche, come richiesto dai partiti di opposizione in Consiglio regionale che puntano al monitoraggio dell’intera popolazione piemontese con tampone antigenico rapido e la ricerca di nuove soluzioni, tra queste proprio i test salivari.
Nel Milanese si punta sui salivari per il rientro a scuola
Un'arma, quella dei salivari, su cui intende puntare anche la Lombardia per il rientro a scuola in sicurezza previsto dopo le vacanze di Pasqua. Il Comune di Bollate, in provincia di Milano, ha deciso di sottoporre al test molecolare salivare alunni piccoli e grandi, insegnanti e personale scolastico e non docente.
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I primi 2.550 kit saranno consegnati a breve alle famiglie che decideranno di partecipare su base volontaria a questo screening. Il test messo a punto dall'Università Statale di Milano è preciso. Ogni famiglia riceverà in dotazione il kit che servirà al monitoraggio per evitare così focolai a scuola.
Il test è importante perché si rivolge a una fascia d'età (6-12 anni) in cui moltissimi risultano asintomatici seppure positivi, quindi i bassi casi che nelle scuole si registrano non è detto traccino realmente tutti i positivi, che non vengono mai scoperti o testati. I costi sono a carico del Comune. Il progetto sarà strutturato su due fasi: ad essere coinvolti nel complesso 4.500 studenti delle scuole primarie e secondarie di Bollate. In questo modo sarà possibile avere una fotografia del gruppo dei ragazzi a rientro da scuola dopo Pasqua.
Il commento della Statale
"A Bollate avviamo un piano di sorveglianza attiva per evitare focolai e per studiare i contagi. Servirebbe anche su altri campioni per ripartire con maggior tranquillità a settembre in tutte le scuole – dice Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina alla Statale e coordinatore del gruppo di lavoro che, insieme alla professoressa Elisa Borghi, ha messo a punto il test salivare molecolare”.
Alla “fase 1” parteciperanno gli alunni e il personale scolastico delle elementari e della prima media (classi che dovrebbero rientrare “in presenza” subito dopo le vacanze pasquali). In questa fase il Comune, in collaborazione con scuole del territorio e l’Università Statale, diffonderà un questionario per le famiglie così da valutare l’interesse e il numero preciso degli aderenti. A questo seguirà la consegna dei kit da parte dell’Università che, tramite le scuole e con l’aiuto delle associazioni di volontariato di Bollate, darà il via alle attività di screening vere e proprie. L’ultima fase del progetto riguarderà l’esito dei risultati dei test eseguiti nei laboratori dell’Università per l’analisi finale. A questo punto, per i soli casi di positività, saranno attivate da parte dei medici e dei pediatri le misure di quarantena e la richiesta di tampone molecolare ad ATS Milano.
Nella “fase 2” saranno coinvolti, invece, gli studenti e il personale scolastico delle seconde e terze medie e delle scuole superiori dei due istituti bollatesi, Erasmo da Rotterdam e Primo Levi.
Al termine delle due fasi, l’Università Statale proseguirà lo screening scolastico su alcune “classi campione” attraverso un monitoraggio settimanale con i test salivari, per capire quale sarà l’andamento dei contagi con le lezioni in presenza.