Covid, la classifica dei luoghi dove ci si contagia di più: supermercato in testa
Da uno studio inglese: al secondo posto la scuola, poi molto staccati ospedali e case di cura.
Ce la siamo fatti in molti questa domanda: dove rischio maggiormente di contagiarmi? Quali sono le attività meno sicure? Ha provato a fornire una risposta una ricerca statistica condotta dalla Public Health England (PHE) che ha eseguito il tracciamento di oltre 100mila persone positive, lo studio è stato condotto in Gran Bretagna. I risultati sono emersi analizzando contatti e spostamenti di circa 128mila persone, nell’arco di una settimana dal 9 al 15 novembre 2020.
La classifica dei luoghi dove ci si contagia di più
Ecco quindi cosa è emerso dai tracciamenti: il luogo in cui ci si contagia di più sarebbe il supermercato, seguito dalle scuole.
- Supermercato – 18,3%
- Scuola secondaria – 12,7%
- Scuola primaria – 10,1%
- Ospedale – 3,6%
- Casa di cura – 2,8%
- College – 2,4%
- Magazzini – 2,2%
- Asilo nido prescolare – 1,8%
- Pub o bar – 1,6%
- Alberghi – 1,5%
- Università – 1,4%
- Studi medici – 1,1%
- Palestre – 1,1%
- Ristoranti – 1,0%
Il supermercato è stato indicato come il luogo più “pericoloso” in termini di contagi. Le spiegazioni potrebbero essere diverse: per esempio potrebbe influire il fatto che è il luogo in assoluto in cui quasi tutte le persone si recano sistematicamente anche con il lockdown.
Non sottovalutare contesti familiari
Come accennato si tratta di uno studio inglese, a questi dati vanno integrati quelli relativi all’ambiente familiare: secondo l’Istituto Superiore della Sanità, infatti, l’80% dei contagi avviene quando siamo in compagnia dei parenti. E' proprio in queste situazioni, infatti, che si "allentano" le precauzioni, come quella di indossare la mascherina.
Si crea la falsa idea di essere al sicuro perché fra persone di famiglia, il problema è che anche in quel contesto si nascondono insidie potenziali, come gli asintomatici. I focolai domestici costituiscono una sensibile occasione di contagio, motivo per il quale i raduni natalizi di famiglia, per quest'anno, dovranno essere ridimensionati se non ripensati in presenza di persone con fragilità.
Possibili riaperture di negozi e centri commerciali
Tornando ai rischi di contagio in contesti come supermarket e centri commerciali c'è grande attesa per il nuovo DPCM del 3 dicembre, che darà indicazioni sulle modalità di festeggiamento natalizie e che potrebbe anche fornire nuove regole per lo shopping se la curva epidemiologica si confermerà in discesa. Secondo diverse anticipazioni si sta ventilando l'ipotesi tenere i negozi aperti anche la sera tardi, per spalmare le entrate dei clienti, favorendo comunque il contingentamento degli accessi nelle vie dello shopping.
L'ipotesi del Governo "salva Natale" è che si arrivi alla data della scadenza dell'ultimo decreto ministeriale con tutta l'Italia in zona gialla o arancione. In quel caso si potrebbe pensare anche alla riapertura dei centri commerciali il sabato e nei giorni festivi; alla riapertura di bar e ristoranti la sera e di spostare il coprifuoco a mezzanotte.
Come funzionano le sanificazioni?
Quali sono gli obblighi legati alla sanificazione per i supermarket? Al fine di contenere la diffusione del virus è richiesto alla grande distribuzione di farsi carico di regolari e quotidiane attività di detersione e sanificazione degli ambienti. Le direttive variano da Regione a Regione: alcuni protocolli stabiliscono la pulizia e sanificazione per un minimo di due volte al giorno (Protocollo Regione Lazio).
Al di là delle disposizioni territoriali va tenuto presente il principio generale che nei locali ad elevata frequentazione o a stazionamento prolungato, la disinfezione deve avvenire con frequenza, avendo cura di passare sulle superfici che si trovano maggiormente esposte al contatto con le persone. In linea di massima è richiesta la sanificazione di pavimento e carrello ogni sera, delle maniglie ogni mezza giornata e degli scaffali ogni settimana. La maggior parte di queste operazioni avvengono in orario di chiusura.
In alcune Regioni, come la Toscana, gli adempimenti di “sanificazione” o di “disinfezione” devono essere ordinariamente registrati da parte del datore di lavoro o suo delegato, su supporto cartaceo o informatico, con auto-dichiarazione. E’ considerato di fondamentale importanza garantire il ricambio di aria negli ambienti in cui hanno stazionato i clienti all’interno dell’esercizio. Il Protocollo della Regione Lombardia, e anche altri, prescrivono l’obbligo di eliminare totalmente dai condizionatori la funzione di ricircolo d’aria.