Che ne sarà di lei? E così anziana madre uccide a martellate figlia disabile
"Manifestazione evidente dell’angoscia di tanti genitori che sentono di essere alla fine della loro vita e temono per il futuro dei propri figli".
Un dramma inimmaginabile. Una madre che arriva a uccidere la figlia, per altro in maniera efferata. E che poi tenta non riuscendoci di togliersi la vita ingerendo un mix di farmaci. E' successo nel Torinese, ma non si tratta questa volta di un raptus di follia, quanto più di una vicenda dolorosa, ma molto più complessa.
Anziana madre uccide la figlia disabile
E' accaduto domenica 8 dicembre a Orbassano (To). Una donna di 44 anni disabile dalla nascita è stata trovata senza vita a causa di numerosi colpi di martello al capo. Ad ucciderla, nella loro abitazione, è stata la mamma 85enne, mentre a chiamare i Carabinieri è stato il papà di 87 anni, che si trovava anche lui nell'appartamento.
Un gesto estremo quello della mamma che probabilmente ha visto in questo atto estremo un modo per porre fine alla sua sofferenza. "Che ne sarà di lei?" è infatti l'interrogativo martellante che si pongono tutte le coppie di genitori di figli con handicap, quando raggiungono una certa età.
Quello del "dopo di noi", un dramma diffuso
"L’invecchiamento delle persone con disabilità e delle loro famiglie – commenta il presidente di Anffas Torino, Giancarlo D’Errico - è un tema che da anni la nostra associazione pone alle istituzioni e che ora diviene di drammatica attualità, via via che il miglioramento delle condizioni di vita e del trattamento socio-sanitario aumenta l’aspettativa di vita: se venti anni fa, per esempio, l’aspettativa di vita per le persone con la SD era di 59 anni, ora si aggira sugli ottanta, andando a sfiorare l’aspettativa di vita media delle persone non con disabilità (84,2 anni)".
"Come sempre – continua D’Errico - l’anello debole è la famiglia: nessuno, purtroppo, neanche lontanamente pensa di annoverare tra i servizi alle persone anziane quelli relativi alla gestione di un figlio con disabilità. Eppure ormai l’aspettativa di vita di una persona con disabilità sfiora quella di una persona non con disabilità e le sue esigenze non diminuiscono certo, anzi aumentano, con il procedere degli anni".
"L’atto della mamma di Orbassano - conclude il presidente - è la manifestazione evidente dell’angoscia di tanti genitori che sentono di essere alla fine della loro vita e temono per il futuro dei propri figli, una volta soli. E scelgono di farla finita. Questa situazione pone un enorme accento sul ‘dopo di noi’: che ne sarà delle persone con disabilità adulte e anziane, una volta persi i genitori?”.