Caso camici, Fontana: "Si vuole stravolgere realtà". I 5 Stelle: "Mozione di sfiducia"
Il Partito democratico: "Fontana in aula ha difeso solo se stesso senza dare risposte ai cittadini".
Dopo la bufera scatenata dalla notizia dell'iscrizione sul registro degli indagati del governatore lombardo Attilio Fontana nel cosiddetto caso Camici, il presidente è intervenuto stamattina in Consiglio regionale. Fontana ha ribadito la correttezza del proprio operato, l'opposizione ha comunque giocato la carta della mozione di sfiducia.
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Fontana: "Si vuole stravolgere realtà"
"Ho riflettuto molto sull’opportunità di intervenire in quest’aula, soprattutto per la preoccupazione di dare ulteriore cassa di risonanza a polemiche sterili, inutili, strumentali oltre che lesive della mia persona e del ruolo istituzionale che ho l’onore di ricoprire".
Inizia così l’intervento odierno (lunedì 27 gennaio 2020) del presidente regionale Attilio Fontana in Consiglio regionale. Il riferimento è chiaro: l’inchiesta della Procura di Milano che lo vede indagato per la fornitura diretta di camici da parte di Dama spa, azienda della quale è titolare Andrea Dini, cognato del governatore. L’obiettivo è altrettanto lampante: fare chiarezza nel merito. «Ho deciso di essere qui non solo per affermare la verità dei fatti – aggiunge -, ma soprattutto anche per voltare pagina e per affermare con forza la volontà di andare oltre, affrontando un presente pieno di incognite e guardando alle sfide e alle opportunità del futuro».
Caso camici: le dichiarazioni di Fontana
Il presidente ha ricordato la straordinaria mole di lavoro di Aria (la centrale acquisti regionale) «che si è trovata ad affrontare una situazione senza precedenti».
Filippo Bongiovanni, ex direttore di Aria, ora dimissionario e indagato per turbata libertà del contraente, secondo Fontana «in una fase difficile ha svolto il suo compito di “civil servant” con passione e competenza e senza mai venire meno alle proprie responsabilità. Esempio di pubblica amministrazione che non si muove solo con le logiche difensive, ma che prova ad intervenire e a rispondere alle necessità dettate dall’emergenza. E anche in questa fase sono state rispettate le regole dettate dall’emergenza. Stare a guardare prima e giudicare poi è lo sport preferito per molti.
Da pochi giorni ho appreso che la magistratura mi attribuisce un ruolo nella cosiddetta trasformazione della fornitura da onerosa a gratuita. In realtà la vicenda è molto semplice e oso dire banale – ha sottolineato il Fontana -. Sapevo che Dama si era resa disponibile a rendersi utile e ad offrire un contributo per rispondere all’emergenza. Lo aveva già fatto in precedenti occasioni e la fornitura di camici rientrava nell’ambito di tale disponibilità. L’assessore Cattaneo aveva interpellato Dama e altri imprenditori disposti a dare una mano. Tutte e cinque le aziende che avevano dato la loro disponibilità hanno visto acquistati i loro camici.
Dei rapporti negoziali Aria/Dama – ha specificato – non l’ho saputo fino al 12 maggio scorso, data in cui mi si riferiva che era stata concordata una rilevante fornitura di camici a titolo oneroso. Sono tutt’ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto. Ma poiché il male, così come il bene, è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni".
L'opposizione: "Mozione di sfiducia"
ECCO IL PASSAGGIO CENTRALE:
"Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari - ha concluso Fontana -. Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è quello qui illustrato, nulla di più ne di meno, se non il fatto che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici".
I 5 Stelle sono determinati ad andare avanti sulla strada della mozione di sfiducia, ma non possono farlo da soli: sono in 13 in Consiglio, di firme ne occorrerebbero 16. E il Pd non ha ancora deciso se supportare l'alleato nel Governo nazionale. Ecco le parole del capogruppo dem in aula, Fabio Pizzul:
"Fontana in aula ha difeso solo se stesso senza dare risposte ai cittadini. Dobbiamo capire qual è lo strumento più efficace: il rischio di una mozione immediata è che si ricompatti la maggioranza, piuttosto che far cadere Fontana".