Buon Anno

Cao de ano Veneto 2020, una tradizione "Serenissima" che resiste

Secondo il calendario vigente all'epoca della Serenissima, il capodanno veneziano cadeva infatti il 1° marzo, così come si usava anche nell'Impero Romano

Cao de ano Veneto 2020, una tradizione "Serenissima" che resiste
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Era una festività ufficiale della Repubblica di Venezia. Secondo il calendario vigente all'epoca della Serenissima, il capodanno veneziano cadeva infatti il 1° marzo.

Cao de ano Veneto 2020, una tradizione "Serenissima" che resiste

Era una festività ufficiale della Repubblica di Venezia. Secondo il calendario vigente all'epoca della Serenissima, il capodanno veneziano cadeva infatti il 1° marzo, così come si usava anche nell'Impero Romano e, prima ancora, presso i veneti in epoca preromanica. L'uso di fissare l'inizio dell'anno in coincidenza dell'arrivo della primavera (un nuovo inizio) e del risveglio della natura, era una pratica pertanto molto arcaica.

Inizialmente era il 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia

Quando nel 153 a.c. i Romani fissarono al primo di gennaio l'inizio dell'anno civile, in concomitanza con l'entrata in carica dei consoli che davano il nome all'anno, tale calendario rituale cadde rapidamente in disuso, tranne che nel Veneto, dove, proprio grazie alla Serenissima, divenne addirittura il calendario ufficiale fino alla caduta della Repubblica, nel XVIII secolo. Originariamente era stato fissato al 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia (421), ma successivamente fu anticipato al primo marzo per comodità di calcolo. Con la successiva introduzione del calendario gregoriano anche nel Veneto, a partire dal 1582, fatta salva la tradizione, si rese tuttavia necessario l'impiego del termine 'more veneto' (secondo l'usanza veneta) per non confondere i due sistemi.

Bati Marzo, si fa festa anche oggi

La tradizione del capodanno veneto sopravvive tuttora in varie zone, dalla pedemontana berica all'altopiano di Asiago, passando per diverse feste locali nel Trevigiano, nel Padovano e nel Bassanese, dove talvolta è rimasta l'usanza - nota come Bruza Marzo (o Bati Marzo o ciamàr Marzo), nel senso appunto di risvegliare la natura, di proporre grandi falò propiziatori.

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