Buoni fruttiferi postali caduti in prescrizione all’insaputa dei sottoscrittori: come verificare
L'invito ai sottoscrittori è quello di verificare i propri titoli confrontandoli con la tabella prodotta da Federconsumatori.
Un avviso diramato dal Piemonte ha messo in allarme diversi piccoli risparmiatori a livello nazionale: per un’errata comunicazione parrebbe che molti sottoscrittori di buoni fruttiferi postali stiano avendo dei problemi a riscuotere il dovuto. Vi spieghiamo da dove avrebbe origine la vicenda e come fare per effettuare i controlli del caso. Si tratta infatti di una questione di interesse nazionale, che non si limita al caso piemontese.
Federconsumatori: buoni fruttiferi postali caduti in prescrizione
E’ con un avviso diramato dagli uffici verbanesi di Federconsumatori che scoppia il caso sui buoni fruttiferi postali caduti in prescrizione all’insaputa dei sottoscrittori. Ecco l’avviso della Federazione consumatori:
Federconsumatori Verbania già da tempo si sta occupando dei Buoni Fruttiferi Postali caduti in prescrizione all’insaputa dei possessori. La questione coinvolge anche diversi cittadini del VCO (Verbania, Cannero Riviera, Pallanzeno, Casale Corte Cerro) che si sono rivolti alla Nostra Sede.
L'origine del fraintendimento
La vicenda è molto controversa e sembra aver origine da errori commessi dal dicembre del 2000. Da tale momento Poste non ha più emesso Buoni Fruttiferi trentennali, bensì solo Buoni di durata massima di 20 anni (alcuni 18 mesi, altri 6 o 7 anni). Sembra, però, che agli sportelli sia passata l’errata informazione che tutti i Buoni avessero durata di 20 anni. Gli Sportelli, inoltre, non avrebbero consegnato ai sottoscrittori il Foglio Informativo Analitico (F.I.A.), unico documento da cui si evince la durata e la scadenza dei Buoni.
Ciò avrebbero generato il convincimento che tutti i Buoni fossero ventennali e che la loro scadenza naturale maturasse dopo il 2020, quando invece sono già scaduti da qualche anno, e alcuni addirittura caduti in prescrizione all’insaputa dei sottoscrittori: in questo caso la conseguenza è di aver perso il diritto al rimborso sia del capitale investito, sia degli interessi maturati.
Come verificare
Per comprendere se il proprio Buono è caduto in prescrizione bisogna innanzitutto individuare il “numero di serie” (A1, AA1, A2, AA2, A3, AA3, A4, etc..) e la durata esatta (6, 7 o 20 anni), e sommare ulteriori 10 anni dal momento della scadenza.
Esempio pratico: un buono che ha durata di 7 anni emesso in data 1 gennaio 2002 matura interessi fino alla scadenza naturale del gennaio 2009. Per i prossimi 10 anni (fino al 2019) non matura interessi ma è comunque riscuotibile. Dopo il 2019 cade in prescrizione e il possessore perde totalmente il diritto al rimborso. La platea di coloro che ignari sono in possesso di Buoni già prescritti potrebbe quindi essere molto vasta.
Purtroppo l’Arbitro Bancario Finanziario sta emettendo decisioni non favorevoli ai sottoscrittori, anche se inizialmente aveva accolto in modo positivo i ricorsi. Una recente sentenza del Tribunale di Termini Imerese ha però dato ragione ai possessori dei Buoni riconoscendo loro il rimborso, in quanto Poste non avrebbe adempiuto ai propri obblighi di informazione e trasparenza.
Al fine di fornire una guida utile per i cittadini abbiamo eseguito una ricerca selettiva sul sito Ufficiale di Cassa Depositi e Prestiti, creando la tabella sottostante, la quale prende in esame i Buoni emessi nel periodo 2000 – 2008 già caduti in prescrizione.
Per approfondimenti e informazioni ecco i contatti e il sito nazionale di FEDERCONSUMATORI.