Borrelli: "Primo maggio ancora a casa, 'fase due' forse dal 16 maggio"
"Bisogna andare avanti con il massimo rigore, proprio ora che le strutture sanitarie e le terapie intensive si stanno alleggerendo".
Malgrado il distinguo giunto a ruota dalla bocca di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità ("La proroga o l’allentamento delle misure di distanziamento spettano solo e unicamente al decisore politico"), questa mattina il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli s'è lasciato sfuggire l'anticipazione che tutti quanti in fondo ci aspettavamo:
“Non credo che passerà la situazione per il primo maggio. Dovremo stare in casa per molte settimane. Non vorrei dare delle date però da qui al 16 maggio 2020 potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”.
Così Borrelli ai microfoni di Radio Capital. Dichiarazioni che gelano quanti speravano di dire (almeno in parte) addio alle restrizioni dopo le parole del Premier Conte rispetto a una Fase 2 possibile dopo Pasqua (e in ogni caso se i dati di questi giorni dovessero confermare il rallentamento dell’epidemia di coronavirus in corso).
Fase due forse dal 16 maggio
L’analisi dell’Einaudi Institute of Economics and Finance pubblicata nei giorni scorsi indicava proprio il 16 maggio come data del possibile raggiungimento degli zero contagi in Italia.
Insomma, molto probabilmente niente pic-nic di Pasquetta, niente manifestazioni del 25 Aprile, niente concerti e gitarelle il Primo Maggio.
"Bisogna andare avanti con il massimo rigore, proprio ora che le strutture sanitarie e le terapie intensive si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno si faceva molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura. Questo perché sono stati posti in essere comportamenti che assolutamente devono permanere".
Sì, ma in cosa consisterà la "fase due"?
In una ripresa a scaglioni, in pratica.
Vale a dire in primis che anziani (presumibilmente over 65), immunodepressi e fasce deboli dovranno inizialmente rimanere a casa.
Poi possiamo pensare che le prime a tornare saranno passeggiate, corse e affini... ma non partite di calcio o basket, per dire, o qualsiasi forma di assembramento.
Ristoranti e negozi? Sì ma con tutte le cautele del caso: numero massimo di avventori e comunque distanziamento e mascherine.
Anche perché uno studio americano nelle ultime ore sta facendo molto discutere riguardo alla possibile permanenza nell'aria del coronavirus in sospensione nel cosiddetto "aerosol" creato dalla nostra respirazione. Inutile sparare cifre, perché le simulazioni fatte in laboratorio sono comunque diverse dalla realtà, ma è chiaro che bisognerà evitare come la peste (o meglio, come il Covid) un ambiente, piccolo, chiuso e saturo, tenendo in ogni caso conto del fatto che il primo mezzo di trasmissione resta il "droplet", ovvero le goccioline emesse mentre parliamo, tossiamo o ancor peggio starnutiamo,