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Biden: "E' già invasione". Salta il vertice di sabato con Putin, sanzioni a banche russe

Il Cremlino sogna di ricostruire la Grande Russia, intanto Usa, Giappone e l'Europa accelerano per le forti sanzioni contro Mosca.

Biden: "E' già invasione". Salta il vertice di sabato con Putin, sanzioni a banche russe
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Sull'evolversi della crisi Russia-Ucraina non ci sarebbero spiragli di ottimismo. Almeno ad ascoltare le ultime esternazioni del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden:

"E' già invasione. Per la Russia conseguenze ben oltre quelle del 2014"

Parole eloquenti che vanno ad aggiungersi a un aggiornamento delle agende internazionali che lascia spazio a ben pochi commenti: il vertice di sabato tra lo stesso Biden e Vladimir Putin può considerarsi praticamente annullato.

Crisi Russia-Ucraina, la fuga in avanti di Putin

Dopo gli scambi di accuse reciproche che, pur in un clima di tensione, avevano incanalato la vicenda in uno stallo che sembrava tutto diplomatico, ora gli avvenimenti degli ultimi giorni e le dichiarazioni di Biden fanno presagire scenari cupi e preoccupanti.

Anche perché a questa "fotografia" c'è da aggiungere la fuga in avanti di queste ultime ore da parte del presidente russo Vladimir Putin.

Dai vecchi accordi con Kiev, alla paventata possibilità che l'Ucraina abbia armi nucleari (ufficialmente le aveva fino a qualche anno fa, ora non più), Putin in queste ore, dopo tra l'altro aver riconosciuto le repubbliche autonome filorusse di Donetsk e Lugansk, ha lanciato messaggi che sanno molto di ultimatum:

"L'Ucraina è una minaccia nucleare per Mosca, Kiev rinunci all'adesione alla Nato, inizi a demilitarizzare il Paese e riconosca l'annessione della Crimea alla Russia"

Russia-Ucraina e il gelo con gli Stati Uniti

Parole che di fatto, oltre ad aumentare paura e tensione in Europa e nel mondo, hanno portato al gelo i rapporti con gli Stati Uniti.

Perché non solo sabato non ci sarà alcun vertice tra Biden e Putin (anche il nostro premier Mario Draghi si era proposto come mediatore), ma è stato annullato anche l'incontro il segretario di Stato Blinken e il ministro russo Lavrov.

Dal "sogno" di Putin della "Grande Russia" alle sanzioni

Il riconoscimento delle repubbliche separatiste filorusse è stato accolto da festeggiamenti e fuochi d'artificio a Donetsk.

Da una parte Putin sogna di "rimettere in piedi" la Grande Russia, mentre il presidente ucraino Volodimyr Zelensky ha "promesso" che nessun pezzo del Paese verrà lasciato a Mosca.

Intanto però mentre dai vertici Nato l'ultimo report parla "del più grande pericolo per la sicurezza dell'Europa negli ultimi decenni", oltre agli Stati Uniti anche l'Europa, dalla Gran Bretagna, alla Germania, all'Italia, chiede sanzioni per la Russia. Una linea dura verso Mosca che finora era stata annunciata solo da Usa e Gb, ma che con il passare delle ore sta trovando la condivisione di tutti.

L'Europa sposa la linea dura verso Mosca

Ecco allora che riguardo la crisi Russia-Ucraina, sul tavolo ci sono lo stop al gasdotto Nord Stream 2 annunciato da Berlino, l'interruzione di rapporti e scambi commerciali col Donbass, sanzioni contro le banche russe che hanno finanziato le operazioni nel Donbass e la limitazione all'accesso ai mercati Ue da parte di Mosca.

Previste anche sanzioni contro le famiglie oligarche russe che vivono fuori dai confini nazionali, confermati da Washington lo stop a qualsiasi tipo di finanziamento al Cremlino.

Fuori Europa però una voce contraria è arrivata dalla Cina, dove Pechino ha confermato la propria contrarietà a qualsiasi misura contro la Russia. Il Giappone si è invece schierato con Stati Uniti ed Europa.

Tutti con il fiato sospeso, gli ultimi aggiornamenti

Come annunciato da Biden, gli Usa non invieranno contingenti, ma a quanto pare hanno già iniziato a mettere a disposizione di Kiev soldi e armi. In ogni caso è già partito l'ordine per un forte dispiegamento di mezzi e truppe nei Paesi Nato più vicini alle zone di Mosca e Kiev. Di fatto la Nato ha allertato 100 aerei e 120 navi.

Su notizie  apparentemente più "leggere", con la ripresa della Champions League, l'Uefa ha per il momento confermato la finale di quest'anno a San Pietroburgo, smentendo un cambio di rotta verso Londra.

 

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