Beko, firmato l'accordo: esuberi più che dimezzati e stabilimenti restano attivi
Il ministro Urso: "Un accordo storico"
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È stato firmato nella serata di ieri, lunedì 14 aprile 2025, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’accordo quadro tra Beko Europe, Governo, Regioni e parti sociali sul piano di trasformazione industriale che riguarda gli stabilimenti italiani.
Un’intesa definita “storica” dal ministro Adolfo Urso e accolta con favore anche dai lavoratori che l’hanno approvata con l’88% dei voti favorevoli durante le assemblee sindacali.
Un'immagine dell'incontro
Beko, firmato l'accordo
L'accordo, che punta a salvaguardare l’occupazione e rilanciare la produzione di Beko nel nostro Paese, prevede un piano di investimenti da 300 milioni di euro per ammodernare impianti e innovare la gamma di prodotti.
Ma il dato più rilevante riguarda la drastica riduzione degli esuberi. Da quasi 2.000 a circa 950, tutti da gestire senza licenziamenti ma attraverso uscite volontarie e incentivate entro il 2027, grazie agli ammortizzatori sociali previsti.
“Tutti gli stabilimenti rimarranno attivi, Siena sarà avviata a un percorso di reindustrializzazione. Non ci saranno licenziamenti e ogni uscita sarà volontaria. È un accordo storico, un grande successo del Sistema Italia”, ha dichiarato il ministro Urso che era presente alla firma insieme alla sottosegretaria Fausta Bergamotto.
Urso durante la firma
Gli stabilimenti restano attivi
L’intesa coinvolge direttamente quattro stabilimenti strategici della rete Beko in Italia:
Cassinetta di Biandronno (VA): diventerà polo produttivo per gli elettrodomestici da incasso nel settore refrigerazione e cottura, ospitando anche la produzione di un nuovo forno premium.
Melano (AN): sarà l’hub europeo per i piani cottura a gas, radianti e a induzione.
Comunanza (AP): continuerà a produrre lavatrici e lavasciuga ad alta capacità e sarà arricchito con una nuova linea di fascia alta, in fase di definizione.
Carinaro (CE): si conferma come centro logistico per la gestione di ricambi e accessori, con un’estensione delle attività ad altre aziende del gruppo. Sarà anche il nuovo polo europeo per il ricondizionamento degli elettrodomestici usati.
Il caso di Siena
Lo stabilimento di Siena, inizialmente destinato alla chiusura, è stato invece salvaguardato attraverso un percorso di reindustrializzazione.
Invitalia, in collaborazione con il Comune, acquisirà il sito – il cui canone d'affitto era ritenuto sproporzionato – per renderlo attrattivo a nuovi investitori, garantendo così la continuità produttiva e la tutela dei lavoratori.
Elemento distintivo dell’accordo è la volontà comune di non adottare misure unilaterali da parte dell’azienda. Una linea di condotta condivisa tra Governo, sindacati e Beko per accompagnare questa delicata transizione con responsabilità.