Aspettando Draghi sulle aperture... Ma per Crisanti non è il momento
Il professore analizza i dati e dice: "Noi vogliamo passare dalla zona arancione alla gialla? Qui qualcuno sbaglia di grosso".
"Chi parla di aperture non si rende conto della situazione. In Inghilterra hanno rimosso alcune restrizioni portando tutto il Paese in quella che potremo definire la nostra zona gialla. Eppure lì ci sono 30 o 40 morti al giorno, per circa duemila casi, con circa il 60% della popolazione vaccinata e noi vogliamo passare dalla zona arancione alla gialla? Qui qualcuno sbaglia di grosso".
Così Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova, sulla tribolata situazione attuale. In corso il confronto oggi, giovedì 15 aprile 2021, fra il Governo e le Regioni (che hanno portato le loro proposte per riaprire in sicurezza), e si vedrà se Draghi si lascerà convincere ad allentare le restrizioni già da lunedì 26 aprile, per chi sarà in condizione.
Aperture: per Crisanti non è ancora il momento
Un'eventualità che a prescindere Crisanti non sarebbe neppure da prendere in considerazione. E il perché è legato alle varianti, la dinamica della trasmissione del virus è molto diversa da un anno fa e ancora oggi allarmante.
Il punto è trovare un equilibrio tra l'andamento delle vaccinazioni e la diminuzione dei contagi, come ha fatto l'Inghilterra, secondo il professore, altrimenti il rischio è di fare la fine della Sardegna, da bianca ritrovatasi in rosso senza neppure passare dal via.
Ma il sempre "ottimista" Crisanti rincara la dose e aggiunge:
“Molto difficilmente avremo una estate come quella del 2020, quando dopo il lockdown abbiamo riaperto con pochi decine di casi di contagio. Probabilmente quest’anno arriveremo a inizio maggio ancora con almeno 7-8mila casi al giorno, che sono ancora tantissimi purtroppo”.