Altro furbetto del Cashback a Lecco: e ora i benzinai chiedono una stretta
L'assurda pratica è in realtà del tutto legale: i casi si moltiplicano, si chiede l'intervento del Governo.
Fatta la legge, trovato l'inganno. Ed è perfettamente legale! Si sa che di noi italiani tutto si può dire fuorché che difettiamo in creatività: l'ennesima conferma arriva dal fiorire di casi in cui si assiste a infiniti piccoli rifornimenti di benzina, effettuati dai cosiddetti "furbetti del Cashback", in modo da aumentare le transazioni e ottenere più rimborsi.
Chi si sta dilettando in questa pratica punta ad aggiudicarsi 1.500 euro di rimborso Cashback extra (oltre al 10% degli acquisti fatti nel semestre) grazie ad una classifica basata sul numero di transazioni, e non sugli importi. Perciò, se devo fare 60 euro di benzina perché non scaglionarla in tante piccole transazioni da 5 euro? Fra i bersagli preferiti dei volponi, infatti, ci sono proprio i distributori self service di benzina che consentono, con il favore delle tenebre, queste lunghe operazioni. Se per il consumatore il circuito Pago Bancomat e molti istituti di credito hanno annullato le commissioni al di sotto di 5-10 euro di spesa, così non è per i commercianti. Ed oltre ad essere un fenomeno surreale, quello dei furbetti del Cashback rischia di diventare problematico per alcune categorie "bersagliate".
85 rifornimenti in un'ora a Lecco
85 transazioni bancomat in poco più di un’ora al distributore automatico di benzina. Precisamente, in 71 minuti. Per una spesa di dieci euro, non di più. Tutto questo per riuscire a garantirsi la scalata fra i primi centomila del Cashback, e ottenere un premio in più oltre al rimborso del dieci per cento della spesa totale. Il furbetto del Cashback lecchese finora ha battuto tutti i record nazionali. Tutto è successo la scorsa settimana nella notte fra venerdì 5 e sabato 6 febbraio 2021 a Lecco, alla stazione di servizio di Roberto Mellace che racconta l'accaduto.
"Non ci potevo credere – ci ha confessato l’uomo ancora esterrefatto – Quando sono entrato nel distributore e ho visto l’elenco delle transizioni sono trasalito soprattutto per l’importo di ciascuna di esse. Poi ho guardato i filmati delle telecamere, dove si vede questo giovane che dalle 2.33 alle 3.44 di sabato notte imposta la pompa, stacca la pistola, eroga un goccia di benzina e poi riaggancia… questo per 85 volte. E’ riuscito a spendere somme che si aggirano fra gli 8 e i 12 centesimi. Tutto questo sbattimento per sborsare meno di dieci euro, tra l’altro in una stazione di servizio come la nostra dove la benzina è fra le meno care".
E ancora:
"La maggior parte dei miei colleghi paga 10 centesimi per ogni transizione con metodi elettronici di pagamento – precisa Mellace – Per fortuna io ho un accordo forfettario con la mia banca. Però questa persona ha rischiato di bloccarmi la pompa di benzina che mediamente eroga carburante 200 volte in un giorno: si figuri cosa può significare per l’impianto far partire il meccanismo 85 volte in un’ora".
Il "secondo classificato" a Cuneo
Era già successo a inizio mese. Un automobilista aveva eseguito ben 65 transazioni bancomat in 55 minuti per un totale di 6,51 euro. E’ successo a Caraglio, nel Cuneese, lungo la Sp 422, al distributore di benzina Ip-Total Erg di Aldo Bergia. Parliamo del secondo classificato fra i furbetti del Cashback. Il titolare dell’area di servizio di via Divisione Cuneense, come suo solito, ha iniziato la giornata controllando le transazioni effettuate nel corso della notte. Grande gioia nel vedere due metri e mezzo di scontrini, segno che il distributore aveva lavorato tanto, se non che:
"Ho dato bene un’occhiata agli importi e mi sono accorto che i conti non tornavano. Erano state eseguite 65 transazioni bancomat da 8, 9 centesimi l’una per 6,51 euro totali dalle 20,42 alle 21,37. In 55 minuti un’unica automobile ha fatto tutti questi micro-rifornimenti e tutto è pienamente a norma di legge”.
Altro teatrino nel Cremonese
Teatrino similare anche a fine gennaio in un distributore di benzina situato in provincia di Cremona, a Trescore Cremasco, sulla Strada Provinciale 2 che collega Crema e Vailate. Il racconto è stato fatto da Graziano Bossi, titolare del distributore, che su Facebook ha narrato l’insolito comportamento di uno del cliente che in una stessa giornata ha effettuato cinque transazioni così suddivise: tre da 5 euro, una da 2,50 e una da 2,44 euro. Poca cosa rispetto ai professionisti sopra citati, ma che conferma di quanto questa pratica sia ormai diffusissima capillarmente.
La federazione benzinai: "Correre ai ripari"
I danni di questa pratica, sia economici che tecnici (come nel caso del benzinaio lecchese), rischiano di andare a pesare sui commercianti. Teniamo presente che ad ogni transazione vengono applicate le commissioni per il pagamento con la carta, che finiscono per rosicchiare il guadagno di chi gestisce la stazione di rifornimento. Motivo per il quale gli esercenti, e in particolare i benzinai riuniti nella Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti chiedono di inserire una stretta alla misura per combattere i cosiddetti “furbetti”.
Intervenuto su Radio 24, il Presidente della FIGISC Bruno Bearzi ha spiegato che "dalle interlocuzioni che ho avuto, informali, con l’Amministrazione, sembrerebbe che essendo a conoscenza del problema e comunque sollecitati da noi, qualche iniziativa sarà presa a breve. Mi auguro che sia nel tempo più breve possibile, anche perché si va a penalizzare chi si comporta in maniera corretta".
Se ne occuperà il neoministro Colao?
Il problema dei "furbetti del Cashback" era stato oggetto anche di una lettera del deputato di Forza Italia Luca Squeri diretta al Ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, in cui si evidenziava che diversamente da quanto ipotizzato inizialmente (la bozza del suddetto DM attuativo contemplava, al comma 3 dell’articolo 8, l’ipotesi dei frazionamenti artificiosi dei pagamenti effettuati con Strumenti di Pagamento elettronici riferibili al medesimo acquisto presso lo stesso esercente e li vietava espressamente) le regole attualmente vigenti non sono in grado di prevenire i possibili comportamenti elusivi che si verificano nell’ipotesi di frazionamento delle operazioni:
"Lascia sconcerto e desta forte preoccupazione quanto sta avvenendo presso numerosi impianti di distribuzione carburanti - riporta l'onorevole - laddove singole operazioni di rifornimento vengono frazionate ripetutamente, per importi minimi, con l’intento di raggiungere il maggior numero possibile di transazioni necessarie, come noto, per l’ottenimento dei benefici legati al meccanismo del cash back. La cancellazione del divieto di operazioni di pagamento artificiosamente frazionate, prevista nella bozza originaria del decreto attuativo, ha determinato dunque un grave vulnus normativo al quale occorre, con urgenza, porre rimedio, ripristinando la norma e dando seguito ai rilievi formulati dal Consiglio di Stato e resi nel parere espresso dalla Sezione Consultiva per gli Atti Normativi".
La questione era stata sottoposta all'ex Governo Conte, in fase di passaggio delle consegne al premier Draghi il nodo resta.
Nelle scorse settimane era stata ventilata l'ipotesi che PagoPa, la società che gestisce l’app Io (principale porta d’accesso al Cashback) vada alla ricerca di chi ha compiuto nello stesso negozio pagamenti ravvicinati da pochi centesimi l’uno con intenti fraudolenti.
Il dossier dovrebbe ora passare nelle mani di Vittorio Colao, neo ministro dell'Innovazione.
Intanto Giorgia Meloni, per non saper nè leggere e nè scrivere ha già chiesto a Mario Draghi di intervenire in maniera netta falciando del tutto il Cashback.