Altro che vaccino, gli anticorpi monoclonali saranno la vera risposta al Covid
Li hanno definiti i "super anticorpi" perché riuscirebbero a bloccare l’ingresso del virus SarsCov2 nelle cellule. Una scoperta anche italiana.
Niente di meno che una "benedizione di Dio", così il presidente degli Usa, Donald Trump, ha definito la dose di un farmaco sperimentale somministratogli come cura al Covid-19 - prodotto dalla società di biotecnologie Regeneron - che sarebbe stata decisiva per rimetterlo in piedi. Ovviamente sarebbe utile capire se il tycoon ha assunto anche altri farmaci, quale fosse il suo quadro clinico di partenza e come stesse evolvendo il virus prima di poter asserire con certezza che per chiunque questo farmaco rappresenterà la salvezza certa. Ma vale comunque la pena soffermarsi, lasciando da parte i facili entusiasmi, sul farmaco di Regeneron ovvero REGN-COV2, definito un “cocktail di anticorpi artificiali” (anticorpi monoclonali) che potrebbe essere molto promettente. Ricordando sempre che si tratta di un composto nelle prime fasi di sperimentazione.
Cosa sono gli anticorpi monoclonali
Partiamo dall'inizio e cerchiamo di capire cosa sono gli anticorpi monoclonali. Un anticorpo non è altro che una molecola capace di riconoscere gli invasori - fra cui batteri e virus - e neutralizzarli. Il sistema immunitario ne produce naturalmente una moltitudine di tipi differenti: quando si ha una corretta risposta anticorpale il sistema immunitario inizia a produrre massivamente l’anticorpo capace di combattere il nemico, sconfiggendo così - per esempio - un'infezione.
Non tutti gli organismi sono uguali, alcuni possono avere risposte più efficienti mentre altri possono necessitare di tempo per produrre anticorpi specifici in quantità sufficienti e debellare una malattia in corso. Gli anticorpi monoclonali prodotti artificialmente sono funzionali contro un nemico specifico rappresentando quindi un vero e proprio esercito mirato.
I pazienti sopravvissuti a Covid hanno alte probabilità di aver sviluppato anticorpi particolarmente efficaci contro il virus. Identificando quindi queste specifiche molecole capaci di combattere il virus e trasformandoli in anticorpi monoclonali, è possibile somministrare artificialmente a tutti i malati la risposta anticorpale più efficace per battere il Covid. Gli anticorpi monoclonali sperimentati dal presidente Trump sono quelli prodotti dalla Regeneron, che ha già chiesto all’Fda (l’agenzia del farmaco americana) una procedura di autorizzazione accelerata per il farmaco.
I 2 super anticorpi
Ed è quindi seguendo questo criterio che stati isolati due anticorpi nel sangue di pazienti convalescenti che riuscirebbero a bloccare l’ingresso del virus SarsCov2 nelle cellule. Un gruppo di ricerca, guidato dall’università di Washington, di cui fa parte anche l’ospedale Sacco con l’infettivologo Massimo Galli, ha condotto i lavori che hanno portato a questi importanti risultati: lo studio è stato infatti pubblicato su Science. La ricerca segnala inoltre che gli anticorpi identificati (S2E12 e S2M11) potrebbero essere ottimi alleati anche nel caso di mutazioni del coronavirus, riducendo quindi il rischio di sviluppare farmaci efficaci solamente per una tipologia del virus.
E il vaccino?
In questo scenario il vaccino servirebbe ancora? Secondo gli esperti sì, perché rappresenterebbe comunque la via privilegiata di prevenzione. Come ampiamente dimostrato il nuovo coronavirus, soprattutto in casi di pazienti anziani o con importanti comorbilità, è capace di danneggiare seriamente diversi organi. Per questo motivo l'eventuale cura con i monoclonali potrebbe rappresentare un'ottima ancora di salvataggio che non si sostituisce però alla strada maestra della prevenzione.
Quando questa cura potrebbe essere disponibile? (E per chi?)
A questa domanda ha risposto chiaramente Galli: "Prima i dati, poi le date". Fondamentale infatti è non confondere quella che per ora è una sperimentazione promettente con una soluzione certa. Nel laboratorio sense della fondazione Tls è stato individuato l'anticorpo migliore con cui si inizierà la sperimentazione su umani entro la fine del 2020. Si testerà la sicurezza su persone sane e volontarie. I ricercatori si augurano che entro il primo semestre del prossimo anno questa cura possa essere immessa sul mercato e resa fruibile. A quel punto, però, tutto dipenderà dalla capacità di produzione. Argomento che riguarda non soltanto gli anticorpi monoclonali ma anche i vaccini. La necessità di produrre dosi per 7 miliardi di persone richiede uno sforzo di infrastrutture e investimenti notevoli. Per tali motivi è ragionevole aspettarsi che inizialmente questi composti possano essere riservati a chi ne avrà maggiore necessità.