Teatro alla Scala di Milano, la stagione sarà aperta da un'opera russa: "No caccia alle streghe"
Il sovrintendente Meyer ha annunciato di non voler chiedere a tutti gli artisti russi di esporsi sul tema della guerra.
Una decisione forte, per dare un segnale in riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina. Dominique Meyer, il sovrintendente alla Scala di Milano, il Teatro più rinomato del capoluogo meneghino, ha annunciato di non avere alcuna intenzione di chiedere a tutti gli artisti russi di esporsi sul tema della guerra, evitando così una "caccia alle streghe". A conferma di ciò, durante la Prima del 7 dicembre 2022 si eseguirà l'opera Boris Godunov di Modest Musorgskij, compositore russo dell'800. Saranno presenti anche due artisti russi, il basso Ildar Abdrazakov e il soprano Anna Denisova.
Nel frattempo, sempre al Teatro alla Scala, durante il concerto del maestro Chailly, si è verificato un imbarazzante fuoriprogramma: mentre si stava eseguendo il coro “Patria oppressa” dal Macbeth, un cellulare in platea ha squillato infastidendo i componenti dell’orchestra. “Risponda pure, noi riprendiamo dopo”, ha detto il maestro Riccardo Chailly, facendo poi ripetere l'esecuzione dall'inizio.
Teatro alla Scala di Milano, la stagione sarà aperta da un'opera russa
Un segnale forte e deciso da parte del sovrintendente alla Scala, Dominique Meyer. Come raccontato da Prima Milano, il responsabile del più rinomato teatro di Milano, ha annunciato che non chiederà più agli artisti russi se siano o meno favorevoli alla guerra, come invece successo in passato, evitando così una "caccia alle streghe".
Proprio a conferma della volontà di escludere una caccia alle streghe, durante la Prima del 7 dicembre 2022 si eseguirà l'opera Boris Godunov di Modest Musorgskij, compositore russo dell'800 (anche se probabilmente si tratta di una scelta assunta prima dello scoppio armato). Parteciperanno alla Prima anche due artisti russi, il basso Ildar Abdrazakov e il soprano Anna Denisova.
Quando la guerra scoppiò, alla fine di febbraio, il direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, amico e sostenitore di Putin, fu messo alle strette da Meyer, che gli chiese di prendere le distanze dallo scontro armato. Cosa che Gergiev non fece e che gli costò La Scala. Meyer, a distanza di mesi, ha spiegato di aver chiesto a Gergiev di prendere una posizione in virtù del suo peso politico, ma di non avere intenzione di replicare la richiesta con ogni artista russo proprio per evitare una caccia alle streghe.
Squilla un telefono alla Scala, il maestro: "Risponda pure, riprendiamo dopo"
Nel frattempo, proprio la sera della conferenza stampa, mentre al Teatro alla Scala stava andando in scena l'esecuzione del coro “Patria oppressa” dal Macbeth, si è verificato un episodio imbarazzante. Come racconta Prima Milano,all'improvviso un telefono in platea ha iniziato a squillare, interrompendo e creando fastidio ai componenti dell’orchestra.
“Risponda pure, noi riprendiamo dopo”.
Con queste parole, il maestro Riccardo Chailly, direttore d'orchestra, ha risposto al signore a cui è squillato il cellulare.
“Vedete amici, siamo in molti in questo grande viaggio Verdiano con l'orchestra e il coro della Scala, ma non siamo soli perché stiamo realizzando un'incisione per la Decca di Londra per cui saremo ancora molti di più. È una cosa importante. 'Patria oppressa' con l'ostinato del telefonino non è possibile”.
Il pubblico ha applaudito a lungo l’intervento. Poi, il maestro ha chiesto ai suoi artisti di ricominciare da capo con l’esecuzione.