Sanremo, la speranza di un Festival che torni a stupire: l’Irriverente commento di Simone Di Matteo
Mi auguro possa essere un'edizione che valga seriamente la pena anziché farla
Tra chi si lascia costantemente abbagliare da cose di poco conto e chi è illuminato da ciò che importa davvero, anche quest’anno, puntuale come l’influenza stagionale e quei conflitti bellici dell’ultimo minuto (rigorosamente dietro l’angolo) che da un po’ di tempo a questa parte ci tengono compagnia, il Festival di Sanremo è quasi arrivato. Giunta alla sua 74esima edizione, la più importante manifestazione canora del panorama discografico nostrano (e non solo) vedrà, per la quinta volta consecutiva, la conduzione di Amadeus che, da buon anfitrione quale ha imparato ad essere, mi auguro possa prender nota degli errori passati per confezionare una kermesse in grado di tornare seriamente a stupire. Polemiche a parte, tuttavia, rimane comunque una delle pagine più illustri (avrei voluto scrivere “bella”, ma ritengo sia ancora troppo presto per affermarlo) della nostra amata tv, capace tanto di sorprenderci quanto di deluderci e che riesce in ogni caso a fornire nuova linfa vitale a quei palinsesti televisivi ridotti oramai ai minimi termini.
Le promettenti premesse di Sanremo e lo spettro di un qualcosa che sa di già visto
"Chi ben comincia è a metà dell'opera" recita quell'antico proverbio che sono solito ripetermi e che il più delle volte si dimostra particolarmente attuale. Nel corso degli anni, devo ammetterlo, mi sono ritrovato a dover assistere ad alcune edizioni (specialmente le più recenti) del Festival di Sanremo piuttosto soporifere e sciatte. Mai avrei pensato, in effetti, di vedere all'Ariston così tanti prezzemolini che ritenevano bastassero un microfono e un po' di auto-tune per potersi considerare degli artisti di talento. Eppure, spesso e volentieri l’impensabile accade e ciò che è inaspettato inaspettatamente si rivela!
Quest'anno, invece, perlomeno sotto un determinato punto di vista (dopotutto, la manifestazione deve essere ancora mandata in onda per dare un giudizio preciso), il direttore artistico sembra essersi ravveduto. O meglio, pare aver strizzato l’occhio a quelle che sono le mode e le manie “giuste” (sempre che tali si possano definire) più in voga del momento, benché qualche pecca la si possa già trovare. Basti guardare, in primis, alla preponderanza delle quote rosa che si affiancheranno al conduttore durante le cinque lunghe, interminabili, inesorabili e inevitabili serate. Che si tratti di una scelta strategica o realmente sentita, non posso dirlo. Sta di fatto che, comunque, non mi dispiace.
Tralasciando il vincitore dello scorso anno Marco Mengoni che passerà il testimone al suo successore e la presenza ingombrante di Rosario Fiorello che si poteva tranquillamente evitare, ho molto apprezzato la scelta di Giorgia, Lorella Cuccarini e Teresa Mannino, seppur con delle piccole riserve. Nonostante non abbia nulla da recriminare ad una delle voci più belle sulla scena nazionale attuale e mai mi permetterei di criticare la “più amata dagli italiani” (non sono mica Heather Parisi), se proprio avessi dovuto optare per una comica da portare su uno dei palcoscenici più ambiti della penisola, io avrei senza ombra di dubbio scelto Anna Maria Barbera, in arte Sconsy, una delle poche (se non l’unica) capace di interpretare con intelligente ironia lo sfacelo di questa nostra sconclusionata contemporaneità. Ma pazienza, magari sarà per un’altra volta!
Per quel che riguarda i cantanti in gara, purtroppo, è un fronte dove non c’è un granché di nuovo per cui doversi meravigliare. Al contrario, svariati elementi mi lasciano in bocca il sapore di un qualcosa di già visto. Non riesco a comprendere, in effetti, sebbene ne riconosca lo spessore artistico e umano, cosa possano offrire nomi del calibro dei Ricchi e Poveri, Loredana Bertè e Fiorella Mannoia, per citarne alcuni, ad un pubblico che per la maggior parte ha il coraggio di apprezzare gente come Fred De Palma, Ghali o Irama, per nominarne altri, se non il ricordo delle reali qualità di un autentico artista. Fortunatamente, ci sono Angelina Mango, Annalisa, Alessandra Amoroso ed Emma a tenere in equilibrio l'ago della bilancia. Inoltre, non vedo l'ora di ascoltare Il Volo, loro sì che un vero e proprio Capolavoro! Allo stesso modo, sarei curioso di vedere cosa hanno da offrire, sempre che ce l'abbiano, le nuove leve di Sanremo Giovani, Bnkr44, Clara e i Santi Francesi, non sia mai che quest'ultime possano farmi ricredere che niente è perduto.
Ad ogni modo, spero vivamente di non dover rimanere deluso ancora una volta, d’altronde c’è quel “di tutto un po’” che potrebbe sorprendermi, e che il Festival della Canzone Italiana possa tornare veramente a valere la pena anziché farla. Ma per il momento preferiscono non sbilanciarmi oltre e volare basso, anche perché, si sa, da quanto più in alto si cade, tanto più ci si fa male!!!