Il commento

Sanremo 2023, il diario Irriverente della quinta serata

Ha vinto Mengoni, "La sua Due Vite ti lascia qualcosa che ti resta dentro e scava un solco che va dritto al cuore"

Sanremo 2023, il diario Irriverente della quinta serata
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L'inizio è dolce, assurdo, felice. L'intreccio pieno di buona volontà, forte e carico di tensioni. La fine, una lacerazione” disse una volta la scrittrice spagnola contemporanea Nuria Barrios riassumendo in poche parole, e inconsapevolmente s’intende, tutte quelle sensazioni che forse si alternano in ognuno di noi, o perlomeno, in me di sicuro, ogniqualvolta ci ritroviamo a dover affrontare la settimana sanremese. Un tripudio di emozioni che lascia costantemente contesi tra quello che è e ciò che sarebbe potuto essere. Ed è così che, sulla scia di una tale tempesta emotiva, tra chi si lascia continuamente abbagliare da cose di poco conto, Anna Oxa ne sa qualcosa a riguardo, e chi è illuminato da quello di cui vale concretamente la pena di parlare, anche quest’anno, puntuale come l’influenza stagionale, si è finalmente concluso il Festival di Sanremo.

La finale di Sanremo: una vittoria dal retrogusto dolce-amaro

Sanremo

Fermo restando che si tratta della più importante manifestazione canora del panorama dello show business nostrano, giunta oramai alla sua 73esima edizione, sono tante le cose che mi hanno lasciato con l’amaro in bocca ed è per questo che, visto l’andazzo, non ho molte buone speranze per la 74esima. Nonostante la svolta social di Amadeus, che ha contribuito a svecchiare non di poco l’atmosfera che avvolgeva da fin troppo tempo l’Ariston, la grinta sempreverde di Gianni Morandi, al quale, torno a ripeterlo, consiglierei una lunghissima e meritatissima vacanza nonostante l’impeccabile tributo a Lucio Dalla, e gli ascolti da record, Mediaset si starà sicuramente rosicchiando i gomiti negli ultimi giorni, persino nel corso dell’attesa finale la conduzione è rimasta a mio avviso scialba, piatta ed eccessivamente meccanica. Su Chiara Ferragni, poi, preferisco non pronunciarmi, ho già detto abbastanza.

Sanremo

Un po’ come su Achille Lauro che, lo ribadisco, sono felice lo abbiano destinato al palco di Piazza Colombo dal momento che non gli restava altro da fare se non scuoiarsi vivo su uno dei palcoscenici più illustri d’Europa. E diversamente non potrebbe essere per i Depeche Mode: non mi piace quasi nulla di ciò che riguarda la cultura inglese, la sola cosa che apprezzavo seriamente non c’è più, è scomparsa mesi fa, ossia la mia amata Regina Elisabetta. Avrei gradito, inoltre, un omaggio alla donna più bella del mondo, Gina Lollobrigida. Per carità, è giusto che si dia spazio ad avvenimenti profondamente attuali come la Guerra in Ucraina, non a caso il messaggio del Presidente Volodymyr Zelens’kyj e il gruppo musicale ucraino Antytila hanno ricordato al mondo dell’immane tragedia che il loro Paese sta attraversando. Tuttavia, sarebbe stato ancor più giusto ritagliare una fetta, seppur piccola, anche a chi come la Lollo ha portato l’Italia e le sue bellezze in giro per il mondo. Per fortuna che ci hanno pensato Gino Paoli e Ornella Vanoni a celebrare un retaggio che oserei sottolineare è intramontabile. Nonostante la loro veneranda età, riescono tutt’oggi a farci emozionare e sognare con le loro voci, e per citare Rosa Chemical, loro sono quel Made in Italy che non stanca mai. D’altronde, lui di emozioni improvvise e belle scoperte se ne intende per davvero!

Il podio

Ad aggiudicarsi la vittoria di quest’edizione del Festival della Canzone Italiana, invece, è stato, come c’era da aspettarsi, Marco Mengoni. Per quel che mi riguarda, già dalla sua prima esibizione lo avevo decretato vincitore, la sua Due Vite ti lascia qualcosa che ti resta dentro e scava un solco che va dritto al cuore. E poi, parliamoci chiaramente, se non lui, chi altri avrebbe potuto essere? Non di certo Ariete, che ha combinato solamente Un mare di guai. Così come Gianluca Grignani, che a mio avviso non sarebbe stato adatto nemmeno per l’intermezzo pubblicitario di Poltrone Sofà. Tantomeno Shari che con la sua Egoista, al contrario di ciò che il brano si prefigge, non è riuscita a sfondare nemmeno il tetto della Top 5! In ogni caso, avrei lasciato almeno un posto tra i primi tre ad una donna, Giorgia avrebbe meritato di esserci, o comunque avrei preferito vedere al secondo posto, malgrado la canzone non mi faccia impazzire, Mr. Rain perché, considerato chi e cosa si aggira per il mondo di recente, di Supereroi ne avremmo proprio bisogno!

E da Sanremo è definitivamente tutto, tanto vi dovevo. Alla prossima!

Se vi siete persi il "Diario dell'Irriverente" dedicato alla quarta serata di Sanremo, potete recuperarlo QUI!

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