IL COMMENTO

Sanremo 2023, il diario Irriverente della prima serata

Simone Di Matteo ne ha veramente per tutti

Sanremo 2023, il diario Irriverente della prima serata
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"Chi ben comincia è a metà dell'opera", un proverbio sempre più che attuale che trae origine dall'opera di Ippolito Nevio dal titolo "Confessioni di un Italiano". Per quanto mi riguarda, certe confessioni non andrebbero rese private, figuriamoci se pubbliche, ma questa è una storia che nulla ha a che vedere con il Festival di Sanremo, la kermesse canora tra musica, costume, spettacolo e intrattenimento più popolare della nostra penisola.

Il Festival della Canzone Italiana, che ieri sera ha finalmente preso il via, è giunto alla sua 73esima edizione e, come consuetudine ormai richiede, non poteva non iniziare con il botto, specialmente se si tiene in considerazione quell'infinità di polemiche che lo accompagnano sin dagli albori. Basti pensare a quelle sui grandi esclusi, di cui i Jalisse sanno sicuramente qualcosa. Ma non poteva il direttore artistico, almeno lui, che è alla sua quarta conduzione consecutiva, riservar loro uno spazio seppur piccolo?! Che ne so, magari avrebbe potuto posizionarli in mezzo all'orchestra se proprio non voleva farli salire sul palco. Non vorrei che le nuove generazioni li ricordassero non tanto per la loro vittoria, avvenuta nel lontano 1997, quanto per la loro non partecipazione nel corso degli ultimi 26 anni!

Oppure, si potrebbe guardare alle polemiche sugli inclusi. C'è a chi non piace cruda e chi non la gradisce cotta, ma sta di fatto che di carne al fuoco sul perché determinati artisti vengano più e più volte invitati ce n'è abbastanza ogni anno. Perlomeno, questa volta qualcuno ha avuto la decenza di destinare Achille Lauro al palco esterno situato in Piazza Colombo, d'altronde cos'altro avrebbe dovuto fare ancora dinanzi alla platea dell'Ariston, scuoiarsi vivo?!

La prima serata di Sanremo: a tratti emozionante, a tratti soporifera!

Ad inaugurare quella che è stata soltanto la prima di una lunga serie di lunghissime serate ci hanno pensato i padroni di casa Amadeus e Gianni Morandi, anche quest'anno a corto di fiori visto che ne vedrebbe di più la mia assistente nel pulire il mio camerino, che ci hanno tenuto a dedicare un pensiero alle vittime del tragico terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria. Roba di pochi minuti, dal momento che bisognava far subito spazio ad un'interpretazione di Morandi dell'Inno di Mameli che, a pensarci bene, ha (re-)suscitato in me una buona dose di sano patriottismo.

A seguire, Roberto Benigni è salito sul palco di Sanremo per onorare il 75esimo anniversario dall'approvazione della Costituzione Italiana, quella stessa Costituzione che i nostri politici il più delle volte non tengono in considerazione e che, anziché essere riformata, andrebbe semplicemente applicata. Un promemoria, quest'ultimo, che potrebbe di certo tornare utile alla sorellina d'Italia Maddalena Morgante la quale, nel rivolgere una richiesta di ripensamento alla Rai sulla partecipazione di Rosa Chemical alla trasmissione, deve essersi dimenticata dell'Articolo 11, ossia quello che sancisce e tutela, per chiunque (membri della comunità LGBTQIA+ compresi) e non solo per gli esponenti di destra, la libertà di espressione. O perché no, come giustamente ricordato da Benigni, l'Articolo 21, che garantisce il principio della libertà di manifestazione del pensiero con ogni mezzo di diffusione!

Comunque, al di là di qualsiasi posizione ideologica, evento straordinario o calamità, a mio avviso il primo prime-time di Sanremo 2023 si è rivelato a tratti emozionante, a tratti soporifero. Una delle poche cose che mi ha tenuto sveglio, strano ma vero, è stato il continuo cambio di abiti di Chiara Ferragni che, volendo forse sfatare il mito dell'influencer senza arte né parte, deve aver deciso di irrompere in tv, niente meno che sull'emittente di Stato, in pompa magna. Così, giusto per dimostrare che, oltre i filtri Instagram, c'è di più!

Le performance

Per le esibizioni, partendo dagli ospiti, devo confessare che di Mahmood, Blanco e dei loro Brividi ne ho piene le balls, lo scrivo in inglese perché non vorrei che qualcuno si offendesse, sebbene il significato non cambi. Ho particolarmente apprezzato il tributo a Stefano D'Orazio con una live di Uomini Soli da parte dei Pooh e di Riccardo Fogli. E diversamente non potrebbe essere per Elena Sofia Ricci, che dove la metti, la metti, sta sempre bene. Peccato solo, però, non poter affermare lo stesso per molte delle performance degli artisti in gara!

Ad Anna Oxa posso solamente dire "altro che Sali", avrebbe fatto prima e meglio a scendere dal palcoscenico con tutta la mancanza di savoir-faire che la contraddistingue. "Vivrai, vivrai, vivrai" cantava lei, ma a me, ascoltandola, pareva quasi di morire!

gIANMARIA, di contro, più che un Mostro, l'ho trovato un disastro da palcoscenico. "E se le stelle fuori", a lui, lo "hanno tenuto sveglio", a me è unicamente venuto sonno.

Mr. Rain, suo malgrado, con Supereroi deve aver eseguito in una delle vetrine più illustri d'Europa un remake di una stessa canzone del 2016, intitolata per l'appunto Supereroe, nella speranza, chissà, di farsi scritturare, qualora fossero tra il pubblico, dai fratelli Russo per un nuovo film della Marvel! Dal canto suo,

Leo Gassman ha portato un brano intitolato Terzo Cuore, scritto in collaborazione, stando alle sue parole, con il front-man dei Pinguini. E menomale, pensavo lo avesse scritto con quello dei Polipi.

Cugini di Campagna, invece, hanno fatto il loro ritorno sulle scene in grande stile con Lettera 22. Ad avercela una lettera in più, al pari di una marcia, il nostro alfabeto, purtroppo, ne ha soltanto 21!

Per Olly, con mio sommo dispiacere, devo ammettere che sono allergico alla Polvere.

Perciò, preferisco di gran lunga passare oltre, anche perché Non mi va di ascoltare nuovamente né Collazio né per altri Duemilaminuti Mara Sattei, visto che è già tanto gliene abbiano concessi pochi per esibirsi con la sua canzone.

Fossi stata in Ariete, poi, io non mi ci sarei mai infilata in questo Mare di guai, soprattutto perché, spesso e volentieri, la fama può rivelarsi un'arma a doppio taglio.

Cosa di cui devono esser ben consapevoli i Coma Cose, tant'è che hanno inaugurato la loro nuova avventura a Sanremo sulle note di un Addio. 

Speriamo che sia definitivo, un po' come la voglia di rivalsa che Elodie cerca di ritrovare in seguito ai Due di picche degli ultimi tempi!

A Marco Mengoni, infine, vorrei tanto telefonare per svelargli le cose che sento, ma rischierei di essere denunciato. A nessuno servono Due vite, ne basterebbe una purché questa venga vissuta appieno, senza timore e senza ambiguità.

Una cosa che consiglio vivamente anche a lui, mentre ad Ultimo vorrei ricordare che di Alba ne abbiamo già avuta una, ossia quella Chiara di Vasco Rossi, e a Gianluca Grignani che Quando ti manca il fiato, bisognerebbe smetterla di cantare se si vogliono evitare delle pessime figure.

Un po' come Blanco che ci ha fornito una chiara dimostrazione su ciò che apparentemente vale la pena, ma poi finisce inesorabilmente per farla!!!

E da Sanremo per oggi è tutto, tanto vi dovevo. A domani!

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