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Barbara d'Urso, i mille volti della Wonder Woman di Cologno: l'Irriverente commento di Simone Di Matteo

Nonostante l'infinità di hater che quotidianamente le riservano gli insulti più impensabili, grazie all'ironia e all'autoironia che da sempre la contraddistinguono, lei è sempre in grado di far fronte a ogni situazione

Barbara d'Urso, i mille volti della Wonder Woman di Cologno: l'Irriverente commento di Simone Di Matteo
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L’essere umano deve sempre affrontare due grandi problemi: il primo è sapere quando cominciare; il secondo è capire quando fermarsi” scrisse diversi anni fa il noto scrittore, poeta e blogger brasiliano Paulo Coelho.

E per carità, di sicuro non ci voleva un genio per arrivare a comprenderlo, ma il ribadirlo serve a sottolineare quanto peso questi due dubbi amletici, quelli dell’inizio e della fine, abbiano per noi sin da quando si ruppe il primo silenzio nell'Universo. Ad iniziare è buono chiunque, ma è dopo che arriva il bello. Il buon cavallo, in effetti, si vede dalla lunga corsa, non è affatto scontato che tutti siano in grado di rimanere in prima linea per molto tempo.

E di questo ne sa sicuramente qualcosa Barbara d'Urso, che riesce continuamente a tener puntati i riflettori su di sé grazie al suo inarrestabile stakanovismo.

 

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Barbara d'Urso tra tv, teatro e podcast

Donna, madre e da qualche mese anche nonna, lo ha confermato lei stessa durante l'ultima puntata di Verissimo di Silvia Toffanin, la d'Urso è attualmente, nel bene o nel male, una delle più instancabili lavoratrici del panorama dello show business nostrano. E su questo, credo proprio che nessuno possa controbattere. Non a caso, tra trasmissioni televisive, spettacoli teatrali, fiction e podcast per il web, nel corso degli anni è stata capace di reinventarsi e di regalare sempre qualcosa di nuovo al suo affezionato pubblico, consacrandosi di fatto come uno dei volti di punta di Canale 5.

In molti la chiamano "la regina della televisione", sebbene a me piaccia definirla, per citare le sue parole, "regina della sua libertà, delle sue tristezze, delle sue gioie" che non ha paura, a differenza della stragrande maggioranza dei volti che pullulano (il più delle volte inspiegabilmente) la tv, di mostrarsi a 360° (o quasi) sul piccolo schermo, annessi pregi e connessi difetti.

E forse è proprio questa la ragione per cui sono in tanti quelli che non perdono occasione per non restarsene in silenzio e che si adoperano strenuamente per screditarla. Basti pensare all'infinità di hater che quotidianamente  le riservano gli insulti più impensabili e ai quali, grazie all'ironia e all'autoironia che da sempre la contraddistinguono, lei è in grado di far fronte.

Oppure, a quelli che, evidentemente mossi dalla frustrazione che può suscitare il successo altrui, non si lasciano mai sfuggire l'opportunità di sferrare l'ennesimo,  scontato e nauseante attacco a colei che, per chissà quale assurdo motivo, è divenuta ormai da anni il loro bersaglio preferito.

O ancora, a chi la accusa di aver contribuito alla diffusione di pessimi modelli,  incentivando un “danno culturale” che avrà ripercussioni sulle generazioni future e dimenticandosi per un attimo che, al di là dell’impeccabile lavoro di sensibilizzazione che porta avanti su alcune delle tematiche più attuali (una lotta decennale contro ogni forma di violenza e discriminazione, l’omofobia, il femminicidio e una battaglia vinta per far inserire delle telecamere negli asili e nelle strutture per anziani, tra le altre), non spetta certo alla d’Urso “educare” le masse, in fondo lei è chiamata a fare informazione e intrattenimento.

E infine, a chi fino allo scorso anno, in seguito alla chiusura di Live - Non è la d'Urso e Domenica Live, e dopo averla eletta a capro espiatorio delle colpe e dei mali della tv italiana, la dava per spacciata e apriva petizioni on line per far chiudere i suoi format.

Eppure, attualmente è impegnata nella conduzione consueta di Pomeriggio 5, nella realizzazione del podcast Amiche Mie e nella messa in scena di Taxi a due piazze, rielaborazione completamente al femminile dell'omonima drammaturgia di Ray Cooney del 1984 che la vedrà sul palcoscenico delle più importanti città della Penisola per i prossimi mesi.

Perciò, evitiamo di (s)parlare a vanvera se dobbiamo aprire la bocca esclusivamente per dar aria alle gengive o per partito preso. O che ne so, ricordiamoci, di tanto in tanto, che quando qualcosa (o qualcuno) non ci piace, possiamo sempre CAMBIARE CANALE!!!

Non perdetevi i commenti dell'Irriverente Simone Di Matteo su NewsPrima. Ecco qui quello della scorsa settimana dedicato alla compianta Gina Lollobrigida!

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