Rivoluzione all'orizzonte?

Come sarà la Superlega calcio

Il presidente della Federcalcio Gravina alla vigilia aveva avvertito: "Chi aderisce è fuori dal calcio italiano". Ma voi vi immaginereste una Serie A senza le big?

Come sarà la Superlega calcio
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La sentenza era attesa, attesissima, e potrebbe avere conseguenze esplosive per il mondo del calcio mondiale. La Corte Europea dà ragione alla Superlega:

"Abuso di posizione dominante di Fifa e Uefa".

Sentenza Superlega: cosa è successo

Le parole della Corte europea suonano come una "mazzata" per Fifa e Uefa:

"Le regole di Fifa e Uefa  che impongono la propria approvazione allo sviluppo di nuove competizioni tra club, come per esempio la Superlega, proibendo a squadre e giocatori di parteciparvi, sono illegali. Non c’è una cornice legale che garantisca trasparenza, oggettività, mancanza di discriminazione e proporzionalità da parte di Fifa e Uefa”.

“Le regole che danno a Fifa e Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento dei diritti commerciali dei diritti relativi a questi tornei sono tali da limitare la competizione in un ambito di grande importanza per media, consumatori e spettatori televisivi dell’Unione Europea”.

Cosa cambia ora dopo la sentenza sulla Superlega

Ma cosa cambia ora? La sentenza potrebbe rappresentare un vero e proprio terremoto nel mondo del calcio. Alla vigilia della sentenza il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina era stato chiarissimo:

"Non possiamo impedirne l'adesione, ma la scelta, qualora avverrà, deve essere molto chiara. Non è pensabile disputare due o tre campionati all’interno di una serie di organizzazioni. Noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione sul campionato, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un altro campionato. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro".

In sostanza: chi aderisce alla Superlega è fuori dal calcio italiano. Ma anche le altre federazioni hanno preso posizioni simili.

Una situazione che riguarderebbe eventualmente la Juventus (l'ultima a uscire dal progetto dopo le polemiche), ma anche Milan e Inter (che avevano aderito inizialmente). Ma anche altre big dei campionati europei avevano dato un assenso di massima: Real Madrid e Barcellona (che hanno tirato dritto fino alla fine) e Atletico Madrid in Spagna, Liverpool, Arsenal, Manchester City, Manchester United, Chelsea e Tottenham in Inghilterra. Avevano detto "no" sin dal principio invece altre tre big del calcio continentale: Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Paris Saint Germain.

Come sarà la Superlega calcio

Nel pomeriggio, poi, è stata svelata quella che potrebbe essere la formula, che prevedrebbe ben 64 squadre, divise in tre leghe:  Star, Gold e Blue. Nella prima e nella seconda lega, la Star e la Gold, ci saranno 16 club divisi in due gruppi da otto; nell'ultimo, il Blue, ci saranno invece quattro gruppi da otto squadre per un totale di 32 club.

Nel primo anno della competizione, i club saranno selezionati in base a un indice con criteri trasparenti e basati sulle prestazioni. Si parla anche, velatamente, di un possibile Fair Play Finanziario.

Superlega: calendario e regolamento

La prima parte della Superlega si svolgerà da settembre ad aprile e prevede partite di andata e ritorno. Poi ci saranno le fasi finali di ciascuna lega a cui si qualificano otto squadre per Lega. Si procederà poi con quarti di finale, semifinali e finali.

Sono previste promozioni e retrocessioni. Le ultime due della lega Star retrocederanno nella lega Gold e le prime due della lega Gold saranno invece promosse nella categoria successiva. La stessa cosa succederà tra Gold e Blue.

La Lega Blue invece sarà più "mobile": ogni anno venti delle 32 squadre verranno escluse e rimpiazzate da altrettante scelte sulla base dei risultati ottenuti nei campionati nazionali.

Superlega, campionati e coppe: è sostenibile?

La fase a gironi prevede 14 partite per ciascuna squadra, cui si aggiungono poi quelle della fase finale. Difficile pensare di "incastrarle" in un calendario già congestionato tra campionati, coppe (e mettiamoci pure le nazionali). A qualcosa bisognerà dunque rinunciare.  E l'interrogativo è proprio questo: a cosa?

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