Un'edizione pazzesca

Parigi 2024 è stata la migliore Olimpiade di sempre per l'Italia?

Le vittorie, i quarti posti, le sconfitte, le emozioni e le polemiche: difficilmente ci dimenticheremo di questi Giochi olimpici

Parigi 2024 è stata la migliore Olimpiade di sempre per l'Italia?
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Mentre ci avviciniamo alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024 è già tempo di bilanci. E la domanda ci viene: è stata la migliore Olimpiade di sempre per l'Italia?

Clicca qui per rivivere tutte le emozioni delle Olimpiadi di Parigi 2024.

Parigi 2024 è stata la migliore Olimpiade di sempre per l'Italia?

Partiamo dai numeri: 40 medaglie, record assoluto (al pari di Tokyo 2020), di cui 12 ori (due in più rispetto al Giappone), 13 argenti e 15 bronzi. Il primato assoluto di medaglie d'oro però rimane quello di Los Angeles 1984 quando la spedizione azzurra ne conquistò 14.

Altro dato importante: non c'è stato giorno chiuso senza medaglie, come a Tokyo.

Ma i numeri - per quanto insindacabili - non dicono tutto. Negli anni infatti sono state aggiunte specialità e il numero di atleti in gara è cresciuto: a Parigi gli azzurri erano 403.

Le emozioni più belle di questa Olimpiade

Ma, al di là di un "freddo" bilancio numerico, quello che ci resta sono le emozioni dei Giochi a cinque cerchi. Abbiamo esultato con Filippo Ganna, il primo azzurro a medaglia, e abbiamo tifato per l'Italvolley femminile, che ci ha regalato l'ultima gioia proprio nel giorno di chiusura (rivivi qui le emozioni della partita con gli Usa).

Ma Parigi 2024 ci ha regalato tantissime storie che ci hanno appassionato e a volte commosso: come non emozionarsi di fronte ai 10.000 metri di Nadia Battocletti dopo che le era stato prima assegnato e poi tolto il bronzo nei 5.000.

Ci siamo lustrati gli occhi di fronte alle evoluzioni delle nostre ginnaste, dalla ritmica all'artistica, nell'individuale come nei concorsi a squadre.

E poi la scherma, che ci regala sempre grandi soddisfazioni, e il nuoto, con un Gregorio Paltrinieri da urlo (e un grande Domenico Acerenza, che nella 10 Km in acque libere ha sfiorato un bronzo che sarebbe stato pazzesco).

Tra le storie che ci hanno maggiormente coinvolto ed emozionato anche quella di Gimbo Tamberi, colpito da coliche renali qualche giorno prima della gara, e partito lo stesso per Parigi, dove ha alternato la pista e la stanza d'ospedale. Le lacrime del nostro portabandiera sono state coinvolgenti ed emozionanti tanto quanto una medaglia. E per le sensazioni che ci ha regalato non possiamo fare altro, ancora una volta, che ringraziarlo.

La disperazione di Tamberi dopo la finale del salto in alto

I quarti posti: soddisfazione o delusione?

E poi ci sono i quarti posti. Nella "classifica" delle medaglie di legno l'Italia è al primo posto. Tra i tanti ci sentiamo di citare Benny Pilato, comunque felice dell'esperienza), la 4x100 (che per un attimo ci ha fatto pensare di ripetere la pazzesca esperienza di Tokyo, quando siamo stati i più veloci del mondo), la stessa Nadia Battocletti, Simona Quadarella (due volte), Larissa Iapichino, l'Italvolley maschile. Ma l'elenco è lungo.

Ma siamo sicuri che siano solo delusioni? Se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno - e vogliamo farlo - tanti quarti posti sono indice di una competitività di un sistema sportivo sempre in crescita, in tantissime discipline. E questo è qualcosa di assolutamente positivo e che fa ben sperare per il futuro del movimento sportivo azzurro.

Le polemiche

Ma è stata anche l'Olimpiade delle polemiche. Dentro e fuori dal campo. A partire dalla cerimonia di inaugurazione sino alla Senna inquinata, passando per alcuni verdetti controversi (scherma, judo e pugilato). Sono state le Olimpiadi della clamorosa protesta del Settebello, che nella partita con la Spagna ha voltato le spalle alla giuria e ha giocato per 4' in sei, per protesta contro gli evidenti torti subiti nei quarti di finale contro l'Ungheria.

La protesta del Settebello contro la Spagna

E, in tema di polemiche, come non citare colei che è stata - suo malgrado - probabilmente la protagonista numero uno di questi Giochi, Imane Khelif. Una storia la sua che ha toccato anche l'Italia, dato che il primo incontro l'ha vista sul ring contro la nostra Angela Carini, ritiratasi dopo 40".

Angela Carini a centro ring dopo il match con Imane Khelif

Il cammino dell'algerina durante le Olimpiadi ci ha detto però che Khelif è sì una pugile forte, ma non un "mostro" contro cui non si può combattere: prova ne sono tutti gli altri match disputati, sempre vinti, ma senza sferrare colpi così micidiali come in tanti avevano predetto.

Insomma, sono state tre settimane emozionanti, divertenti, commoventi (anche per noi che le abbiamo seguite e che a modo nostro abbiamo provato a raccontarvele). Che sia la migliore Olimpiade di sempre non possiamo dirlo, ma chi può farlo? Ogni epoca ha i suoi Giochi, i suoi campioni, le sue emozioni. E noi dobbiamo dire grazie ai nostri atleti (a tutti e 403, dal primo all'ultimo) per avercele fatte vivere con il cuore in gola.

Ci vediamo tra quattro anni a Los Angeles!!!

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