ACCUSE PESANTI

Papu Gomez shock: "Io aggredito negli spogliatoi dall'allenatore dell'Atalanta, Gasperini"

Ma il mister neroazzurro ribatte: "Il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club, la famiglia Percassi".

Papu Gomez shock: "Io aggredito negli spogliatoi dall'allenatore dell'Atalanta, Gasperini"
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In casa Atalanta è ancora fuoco e fiamme tra mister Gian Piero Gasperini e l'ex capitano Papu Gomez, ora in forza al Siviglia, dopo che quest'ultimo, intervistato dal quotidiano argentino La Nacion, ha attaccato fortemente l'allenatore e la società bergamasca tornando sui fatti avvenuti lo scorso 1° dicembre 2020 in occasione della partita dei gironi di Champions League Atalanta-Midtjylland 1-1:

"Mi ero rifiutato di seguire un'indicazione del mister, lui si è arrabbiato e negli spogliatoi abbiamo avuto una lite. Lui ha addirittura cercato di attaccarmi fisicamente. Dopo quei fatti avevo chiesto scusa per la mia disobbedienza, ma l'allenatore non si è scusato con me per l'aggressione. A quel punto ho chiesto alla società di essere ceduto perché non volevo più avere a che fare con lui, ma loro non hanno voluto saperne e intanto mi hanno messo fuori rosa. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere al tecnico di scusarsi semplicemente con me, questo ha chiuso tutto".

Il Gasp dal canto suo ha prontamente risposto all'affondo del suo ex calciatore:

"I comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni. L’aggressione fisica è stata sua, non mia".

Papu Gomez: "Gasperini mi ha attaccato fisicamente"

Papu Gomez è tornato a parlare della fine del rapporto tra lui e l'Atalanta e lo ha fatto pubblicamente in un'intervista rilasciata al quotidiano argentino "La Nacion".

Come raccontato da Prima Bergamo, l'ex capitano argentino Gomez ha accusato l'allenatore dell'Atalanta Gasperini d'averlo aggredito. L'ex numero 10 e capitano della Dea ha raccontato per filo e per segno quanto accaduto lo scorso 1° dicembre 2020 negli spogliatoi del Gewiss Stadium di Bergamo, punto zero della vicenda, durante l'intervallo della partita di Champions League Atalanta-Midtjylland 1-1:

"In una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, ho disobbedito al tecnico su un'indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e mister Gasperini mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra: ho detto di no. Immaginate, dopo aver risposto così, nel bel mezzo della partita, con le telecamere... era normale che si arrabbiasse. Sapevo già che all'intervallo mi avrebbe fatto fuori, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha esagerato, ha superato il limite e ha cercato di attaccarmi fisicamente".

Secondo quanto raccontato dal Papu Gomez, quindi, l'allenatore Gian Piero Gasperini voleva picchiarlo:

"Lì ho detto basta. Si può non essere d'accordo, ma quando c'è un'aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto un incontro con il presidente Percassi e gli ho detto che non avevo problemi a continuare, accettando di aver sbagliato: da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio disobbedendo all'allenatore. Ma ho detto al presidente che avevo bisogno delle scuse di Gasperini. Gli ho anche detto che avevo capito che il presidente non poteva accettare che l'allenatore avesse provato ad attaccare un giocatore".

Gasperini non si è scusato

Il giorno dopo la partita, a Zingonia (Bergamo), centro sportivo di allenamento dell'Atalanta, c'è stata una riunione tra il Papu, l'allenatore, la dirigenza e tutti gli altri calciatori:

"Sono andato davanti a tutti e ho chiesto scusa all'allenatore e ai miei compagni di squadra per quello che era successo. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Allora come doveva essere inteso? Quello che avevo fatto io era sbagliato e quello che aveva fatto lui era giusto? È lì che è iniziato tutto".

Gomez a quel punto ha chiesto al presidente Percassi di essere ceduto perché non voleva più avere a che fare con Gasperini:

"Il presidente mi ha detto che non mi avrebbe lasciato andare: mi hanno separato dalla rosa e ho finito per allenarmi solo con le riserve".

Un colpo basso quello subito dal Papu, il quale si è espresso contro la proprietà neroazzurra con parole pesantissime:

"È stato brutto perché dopo sette anni mi hanno scaricato, dopo tutto quello che ho dato al club. Si sono comportati male. Il presidente non ha avuto le palle di chiedere al tecnico di scusarsi semplicemente con me, questo ha chiuso tutto. Sono stati molto cattivi con me, mi hanno chiuso le porte del calcio italiano: non volevano darmi a nessuna delle big d'Italia perché dicevano che avrebbero rinforzato una rivale diretta. Chi più mi ha deluso è stata la proprietà. Dopo tanti anni, dopo il rapporto di fiducia che abbiamo avuto, i miei figli sono andati a scuola con i loro figli, abbiamo condiviso tante cose. Che mi abbiano mandato via così è stata la parte che mi ha ferito di più".

L'affondo finale al presidente Percassi

Quello che è accaduto, ha concluso Gomez, ha motivazioni principalmente economiche:

"I Percassi sanno che Gasperini è uno dei migliori allenatori d'Europa, il suo lavoro aggiunge valore alla rosa e fa vendere giocatori. Era un problema economico: hanno preferito continuare con lui perché sanno che fa fare un sacco di soldi al club. La gente non sa cosa sia successo, lo sto raccontando solo ora".

L'intervista dell'ex fantasista atalantino si è conclusa con un appello finale ai tifosi della Dea, fino ad oggi completamente ignari di come fossero andate realmente le cose:

"Le persone ora sapranno la verità, se la meritano e io me la merito. Da un giorno all'altro sono sparito. I giornalisti hanno smesso di chiedere di me in Atalanta, né lo hanno chiesto ai miei ex compagni di squadra: è come se avessi smesso di esistere per l'Atalanta. Penso che l'intenzione fosse quella di dare tutta la colpa a me. Ma la verità non è questa. E la gente, forse, è arrabbiata con me perché pensa che non volevo continuare con l'Atalanta o pensa che preferivo andare a Siviglia per più soldi. Niente di tutto questo. Era ora che i tifosi sapessero la verità".

Gasperini non ci sta: "E' stato lui ad aggredirmi"

La contro-risposta da parte dell'attuale tecnico dell'Atalanta, Gian Piero Gasperini, non si è fatta attendere. Interpellato a riguardo da "Gazzetta.it", il mister della Dea ha dichiarato:

"I comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni. L’aggressione fisica è stata sua, non mia, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club, la famiglia Percassi. Mi auguro che Gomez possa continuare a far parlare di sé con le prestazioni, come faceva all’Atalanta. Sarà la società ad aggiustare questa situazione, ma quando si arrabbia un allenatore è un conto, se si arrabbia un presidente è più complesso".

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