Messi e Ronaldo uniti anche nel pianto, le lacrime dei campioni per le loro Nazionali sul viale del tramonto
Sia il 10 argentino che il 7 portoghese, ormai vicini ad appendere gli scarpini al chiodo, si sono lasciati andare alla tristezza durante gli Europei e la Copa America
Quando si vedono i campioni piangere, subito si pensa che anche loro, in fin dei conti, sono esseri umani e che quindi è normale che abbiano le nostre stesse reazioni emotive di fronte al dolore e alla tristezza. Questo pensiero, tuttavia, ci passa per la testa solo davanti a scene di pianto, perché di base siamo portati a immaginare gli "eroi" dello sport come personaggi inscalfibili, focalizzati sulla vittoria e che non lasciano mai trasparire emozioni o stati d'animo neanche con una minima espressione del viso.
La realtà, però, non è così e a testimoniarcelo, proprio in questi ultimi giorni, sono state le lacrime di due dei più forti calciatori di tutti i tempi: Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Il 10 argentino e il 7 portoghese, rivali (calcisticamente parlando) da circa vent'anni, durante gli Europei e la Copa America, sono stati protagonisti di due episodi di pianto che in qualche modo accomunano questi due campioni eterni. Le lacrime per le loro Nazionali, infatti, simboleggiano la forte appartenenza che li lega ai loro reciproci Paesi, eppure, considerando che Messi e Ronaldo sono ormai (e purtroppo) al tramonto delle loro carriere, è possibile che questo pianto disperato rappresenti una definitiva presa di coscienza di essere arrivati all'ultimo ballo?
Messi e Ronaldo uniti anche nel pianto
Prima di oggi, Messi e Ronaldo si erano già scomposti in più occasioni di fronte alle telecamere, non riuscendo a trattenere le lacrime. La "Pulce" argentina lo aveva fatto ad esempio durante la conferenza stampa di addio al suo amato Barcellona nel 2021, mentre CR7 era scoppiato in pianto quando, da calciatore della Juventus nel 2018, era stato espulso nella partita di Champions League contro il Valencia.
Insomma, per tornare sul concetto espresso in apertura, Messi e Ronaldo ci hanno abituato a mostrarsi nelle loro fragilità, facendoci capire che, nonostante nel calcio siano stati baciati da Dio, anche loro sono delle semplici persone come tutti noi.
Questa volta, però, le lacrime dei due calciatori più iconici dei nostri tempi hanno un sfumatura decisamente diversa. I motivi? Si tratta di due casi successi a pochissimi giorni di distanza l'uno dall'altro, durante due competizioni per Nazionali e avvenuti a seguito di un imprevisto al quale, in passato, abbiamo assistito raramente.
Tutti elementi che, se aggiunti al fatto che Messi e Ronaldo, rispettivamente 37 e 39 anni, sono ormai agli ultimi scampoli della carriera da calciatori, ci fanno inevitabilmente pensare ai loro pianti come a qualcosa di più di una semplice sofferenza per le loro Nazionali.
Ronaldo e le lacrime dopo il rigore sbagliato
Cristiano Ronaldo è stato il primo a cedere alle lacrime. Lo scorso 1° luglio 2024, infatti, durante l'ottavo di finale tra Portogallo e Slovenia, CR7 si è fatto parare un calcio di rigore dal portiere Oblak al minuto 105 del primo tempo supplementare. Un errore che ha trascinato la partita alla lotteria finale dei rigori, anche se poi il Portogallo (con un penalty segnato da Ronaldo) è riuscito a superare il turno, andando ai quarti di finale contro la Francia.
Ma di fronte al rigore parato, il fenomeno portoghese non ha retto. Lui che in carriera ha segnato 759 gol, una macchina da reti infermabile insomma, in quel momento si è sentito il più piccolo dei calciatori, una sensazione probabilmente mai provata prima. Le lacrime sono state una diretta conseguenza.
Non mettiamo in alcun dubbio il fatto che da sempre sia CR7 a sopportare il peso della Nazionale portoghese, pressione che piegherebbe chiunque, eppure, a vedere le immagini del suo pianto, ci siamo resi conto di come, nel preciso istante dell'errore dal dischetto, abbia realizzato che i suoi giorni da giocatore di calcio siano arrivati al termine. La sua mentalità e il suo carattere di granito hanno fallito e un simile smacco lo hanno fatto precipitare in un buco nero.
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Messi piange dopo essersi infortunato alla caviglia
Nella serata di domenica, 14 luglio 2024, due settimane dopo Cristiano Ronaldo, è stato il turno della sua "nemesi": Lionel Messi. Il numero 10 dell'Argentina, in finale di Coppa America contro la Colombia, al 64esimo minuto del secondo tempo, dopo un tentativo di recupero palla difensivo, ha rimediato un grave infortunio alla caviglia destra, ragione per la quale è stato costretto a uscire dal campo.
La "Pulce si è quindi accomodata in panchina e, complice il gonfiore alla caviglia, è scoppiata a piangere come un bambino, coprendosi più volte il viso per non farsi vedere. Anche in questo caso, possiamo solo immaginare il forte dolore per l'infortunio, tuttavia, l'impressione avuta davanti alle sue lacrime incontrollate è stata la medesima di CR7.
Messi, forse ancora di più del suo "amico-nemico" portoghese, vive con un trasporto totalizzante le partite con indosso la maglia dell'Albiceleste. In patria, infatti, gli hanno sempre contestato il differente impegno messo in campo tra il Barcellona, Club con cui ha vinto tutto, e la Nazionale. Queste critiche sono state messe a tacere solo con i successi in Copa America (vinta tra l'altro anche quest'anno contro la Colombia) e al Mondiale in Qatar, dove è stato assoluto protagonista.
Nonostante ciò, quest'ultimo pianto è come se avesse manifestato tutta la paura di Leo Messi nell'immaginare di appendere gli scarpini al chiodo. Diversamente da Cristiano Ronaldo, che ha fatto del duro allenamento il mezzo per raggiungere una forza fisica inarrivabile, il 10 argentino ha sfruttato al 100% ciò che madre natura gli ha dato: un talento sopraffino che gli ha permesso di diventare il miglior calciatore di tutti i tempi. A 37 anni Messi fa ancora tutto quello che vuole con la palla tra i piedi, eppure assistere all'inesorabile "spegnimento" del suo fisico, che può portare a una grave storta alla caviglia, lascia un segno indelebile anche nella mente del più forte.
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E' la fine di un'era
A tutti noi che dai primi 2000 a qualche anno fa abbiamo gioito nel vedere le gesta di Messi e Ronaldo sui campi da calcio, ora fa quasi male al cuore vedere la fine di due campioni del loro calibro. Lo stesso deve essere stato decenni addietro quando Maradona, Pelè o Cruijff hanno lasciato il calcio.
Nelle idee del 10 argentino e del 7 portoghese, che oggi giocano rispettivamente nel Miami negli Usa e nell'Al Nassr in Arabia Saudita, campionati minori rispetto alle top leghe europee, il ritiro pare ancora un po' lontano. Nonostante i 37 e i 39 anni, i due fenomeni generazionali più forti della storia hanno voglia di divertirsi giocando a calcio.
Eppure, anche semplicemente essere andati via dall'Europa calcistica, rappresenta il segnale di una fine sempre più all'orizzonte. Una deadline al cui solo pensiero, inevitabilmente, non possono che scattare le lacrime. Per noi amanti del calcio in primis, ma anche per loro che hanno legato indissolubilmente la vita a un pallone, senza volerlo mai lasciare andare.
Alessandro Balconi