Lookman eroe di Bergamo: e c'è chi ha chiamato il figlio così...
A Palosco qualche settimana fa era nato il piccolo Lookman. Ma ci sono altri casi clamorosi, da Khvicha a Silvio Berlusconi Boahene, sino ai figli di Cassano e Buffon
Se fate un giro a Napoli troverete migliaia di quarantenni e trentenni (ma non solo) che si chiamano Diego (o anche Diego Armando). E' facile intuire il perché. Non è così inusuale infatti che qualche genitore particolarmente tifoso dia il nome del suo calciatore preferito.
Dopo la finale di Europa League stravinta dall'Atalanta contro il Bayer Leverkusen, l'idolo di Bergamo è senza dubbio Ademola Lookman, autore della tripletta decisiva. Ma già qualcuno aveva una passione particolare per lui, tanto da chiamare il figlio proprio così... Lookman. E all'indomani dell'impresa europea dei neroazzurri il papà sarà senza dubbio al settimo cielo.
Il figlio di nome Lookman, come il bomber dell'Atalanta
L'Atalanta ha vinto l'Europa League. Un'impresa storica per i bergamaschi, trascinati da uno strepitoso Lookman, autore della tripletta decisiva nella finalissima con il Bayer Leverkusen (mai sconfitto quest'anno prima della sfida con i neroazzurri).
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L'attaccante nigeriano era già un idolo per molti tifosi, e in particolare per uno di Palosco, che qualche settimana fa aveva deciso di chiamare il figlio proprio così, Lookman.
Immaginiamo la festa a casa ieri sera...
Il piccolo Khvicha e Silvio Berlusconi Boahene
Ma in tema di stranezze calcistiche (e non solo), come non citare il piccolo Khvicha, nato a Napoli a marzo 2023. In piena estasi per le imprese degli azzurri di Spalletti, che avrebbero di lì a poco stravinto il terzo scudetto della loro storia, Armando e Clara avevano chiamato il figlio Daniele Khvicha, proprio come l'attaccante georgiano Kvaratskhelia. E indovinate il motivo per cui il papà del piccolo si chiama Armando...
Ma non solo calcio. Come non citare il caso di Silvio Berlusconi Boahene, ragazzo di 17 anni della provincia di Modena a cui il padre ha deciso di dare il nome (e pure il cognome) dell'ex presidente del Consiglio proprio in segno di gratitudine per l'ottenimento - anni fa al suo arrivo in Italia dal Ghana - del permesso di soggiorno.
Per citare poi altri casi famosi, il figlio di Antonio Cassano si chiama Lionel proprio come Messi, mentre uno dei figli di Gianluigi Buffon si chiama (di secondo nome) Thomas, come N'Kono, mitico portiere del Camerun degli anni Ottanta e Novanta.
Come si può (e non si può) chiamare un figlio in Italia
Ma, al di là dei singoli casi, viene una domanda: è possibile chiamare un figlio come si vuole - dando libero sfogo alla fantasia - oppure ci sono delle regole? Qualche "paletto" in verità c'è, anche in Italia, dove alcuni nomi di battesimo sono vietati.
Lo prevede un decreto del presidente della Repubblica, il n. 396 del 2000, che definisce i criteri per l'attribuzione dei nomi di persona. Sostanzialmente non c'è un elenco, ma alcune specifiche generali. Sono vietati:
- Nomi ridicoli o umilianti: i nomi che potrebbero causare imbarazzo, derisione o umiliazione al bambino non sono ammessi. Ad esempio, nomi offensivi o che potrebbero ledere la dignità della persona.
- Nomi ambigui sul genere: i nomi che possono causare ambiguità o confusione sulla distinzione tra maschio e femmina non sono consentiti. Uniche eccezioni, il nome Andrea e Gianmaria.
- Nomi che possono causare confusione amministrativa: nomi che possono creare difficoltà o confusioni nelle procedure amministrative, come l'attribuzione del codice fiscale o la registrazione di documenti.
- Nomi di oggetti o marchi: non è permesso attribuire nomi che siano chiaramente associati a oggetti, marchi commerciali, nomi di società o organizzazioni.
- Nomi di personaggi famosi o titoli nobiliari: nomi che sono esclusivamente associati a personaggi famosi o titoli nobiliari non possono essere utilizzati.
- Nomi contrari al sentimento del nome o all'ordine pubblico: i nomi che sono contrari al sentimento del nome o all'ordine pubblico, come quelli che promuovono l'odio, la violenza o l'illegalità, possono essere rifiutati.
- Nomi stranieri: a meno che non vengano scritti in lettere dell'alfabeto italiano con la estensione alle lettere J, K, X, Y, W e se possibile anche con i segni diacritici appartenenti all'alfabeto della lingua di origine del nome;
- Lo stesso nome del padre: non è possibile fare come accade ad esempio negli Usa dare lo stesso nome del genitore seguito da Junior.
- Nomi ridicoli o offensivi: in questo caso non esiste un elenco di nomi vietati, ma vengono citati dei casi da prendere ad esempio per capire cosa possa essere considerato ridicolo o offensivo.
- Nomi di colori: al momento sono ammessi Viola, Azzurra, Celeste, Blu, Bianca. Non è possibile invece chiamare il proprio figlio Giallo o Verde, per fare degli esempi.
Nomi vietati in Italia, qualche esempio
Ogni anno l'elenco si allunga, perché non è così raro vedere genitori che vogliono dare un nome "originale" (in questo caso pure troppo) ai figli, citando qualche personaggio famoso dei cartoni animati o delle serie tv.
Un piccolo elenco dei nomi vietati (ma potete ipotizzarne altri):
- Goku
- Doraemon
- Walter White
- Venerdì
- Biancaneve
- Bender
- Satana
- Lucifero
- Moby Dick
- Grande Gatsby
- Madame Bovary
- Hannibal Lecter
Sono vietati anche i nomi di personaggi storici dal passato controverso:
- Benito Mussolini
- Adolf Hitler
- Stalin
- Osama Bin Laden
- Napoleone
- Lenin
Si può chiamare il figlio Benito?
Un piccolo chiarimento, infine, sull'utilizzo del nome Benito, che pur ricordando la figura di Mussolini non è espressamente vietato dalla legge. Lo è solo nel caso in cui si voglia usare sia il nome che il cognome del duce come nome di battesimo del figlio.
Cosa succede se i genitori scelgono un nome vietato per il figlio
Ma cosa succede se un genitore sceglie un nome vietato per il figlio? Nel caso, l'ufficiale dell'Anagrafe deve avvertire i genitori (o il genitore) del divieto in vigore, ma in caso di insistenza non ha la possibilità di rifiutarsi nella registrazione del nome. Dovrà però avvertire il Procuratore della Repubblica della situazione e sarà quest'ultimo a decidere se procedere con una rettifica per legge del nome.