Il messaggio di papà Morini

"Gli Angeli contro i Diavoli vinceranno, perché sono più forti sulle ali"

Un omaggio a Francesco "Morgan" Morini, calciatore della Juve degli anni Settanta, da parte dei figli, con un messaggio vocale emozionante, inviato dal difensore bianconero a un amico una settimana prima di morire. Un bellissimo messaggio di speranza.

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"Gli Angeli contro i Diavoli vinceranno, perché sono più forti sulle ali"
Francesco Morini, detto "Morgan", con Dino Zoff

Bisogna partire dalla fine, per raccontare questo bellissimo omaggio a uno sportivo bianconero indimenticato, Francesco Morini, detto "Morgan". Un filmato realizzato dai figli del calciatore, Jacopo e Andrea, che ruota tutto attorno, a sua volta, a un messaggio, una nota vocale di WhatsApp, che Morini ha inviato a un amico una settimana prima di essere improvvisamente colto da un infarto fatale all'età di 77 anni. Era il 31 agosto scorso.

"Gli Angeli contro i Diavoli vinceranno, perché sono più forti sulle ali".

E' proprio questa la frase che più rimane impressa di quella breve registrazione, in cui l'ex calciatore della Juventus (11 stagioni in campo, poi altri 15 anni prima come direttore sportivo e poi come team manager), fantasticava di organizzare una cena con "grandi" del passato, grandi calciatori, grandi amici che non ci sono più... "ma senza saperlo ha lasciato un messaggio potentissimo a tutti noi", rivelano i figli.

"Il messaggio di papà"

Così, Jacopo Morini, insieme al fratello Andrea, ha voluto ricordare il padre, soprannominato "Morgan" per via del famigerato pirata e della sua capacità di stanare gli avversari nel corso di una carriera in cui ha macinato 256 presenze e zero reti (amava ripetere: “Ero così preso nella parte di non far segnare gli attaccanti che non sono mai riuscito a segnare”).

Questo è il primo Natale che passiamo senza nostro padre. Se n'è andato il 31 agosto all'improvviso, troppo presto. Ha giocato d'anticipo, come faceva sul campo. La prima sensazione è che ti lasci un vuoto incolmabile e un silenzio assordante, ma poi capisci invece che ci ha lasciato tantissimo. Ci ha lasciato con due grandi insegnamenti: dare sempre il massimo, come faceva lui sul campo (lui giocava 90 minuti senza darsi pace senza risparmiarsi mai). Diceva sempre: “Io mi devo allenare più degli altri giocatori, perché gli altri giocatori hanno i piedi buoni”, e lui che era meno tecnico doveva allenarsi più degli altri… E questo l’insegnamento che ci ha sempre trasmesso.

E poi invece una cosa totalmente opposta era il fatto di portare il buonumore dovunque andasse: questa era l'altra grande dote, da una parte una grande serietà e dall'altra una capacità di intrattenere, di portare sorrisi e buonumore, risate ovunque andasse. E questi sono i due messaggi che io e mio fratello ci portiamo nel cuore e abbiamo fatto nostri come un mantra.

Un'altra cosa che ci ha lasciato papà è un messaggio vocale mandato su WhatsApp a un amico, una settimana prima di andarsene. Questo messaggio ha dell'incredibile, perché sembra fatto da una persona che sa di doversene andare, ma la realtà è che mio padre stava benissimo e non poteva immaginare che un infarto lo avrebbe sorpreso è portato via da lì a poco.

“Volevano venire alla cena anche Scirea, Maradona, Cruyff, Muller, Corso, Boniperti e tanti altri… Ma devono giocare una finale ‘Angeli contro Diavoli’ il 19 sera… 200.000 spettatori senza mascherine, nè Green pass… lì il Covid non c’è. Ci hanno invitato tutti alla partita, mi hanno detto che lì ci sono tanti posti vuoti al loro stadio. Gli ho risposto che se possono aspettare qualche anno ancora meglio, ma prima o poi ci vedremo. Si ricordano di me e mi hanno detto che nella nazionale degli Angeli sarò in panchina e io sono d'accordo. Comunque gli Angeli contro i Diavoli vinceranno, perché sono più forti sulle ali! Ciao!

In questo messaggio c’è tutto nostro troppo padre, con la sua poesia e la sua voglia di scherzare e credo che la sua frase finale sia un messaggio bello e di speranza verso il futuro, ma per tutti: le ali, per noi che siamo ancora qui, rappresentano i nostri progetti, i nostri sogni, e se ci crediamo, se le alleniamo se le nostre ali sono forti e non molliamo, probabilmente vinceremo e ci lasceremo alle spalle questo brutto periodo.

Chi era Francesco Morini, detto "Morgan"

Toscano d'origine e praticamente piemontese d'adozione, il coriaceo difensore è stato un pilastro nella Juventus di Boniperti, dal 1969 ha giocato fino al 1980 vincendo 5 scudetti, una Coppa Italia e la prima Coppa Uefa della storia bianconera conquistando anche 11 volte la maglia della Nazionale (con il rimpianto della Coppa Campioni del 1973 persa contro l’Ajax di Cruyff). Da dirigente, prima come direttore sportivo e poi come team manager, ha messo a segno indimenticabili colpi di mercato come gli acquisti di Michel Platini e Paolo Rossi.

Insieme al toccante filmato a lui dedicato, in una nota i figli Jacopo e Andrea hanno anche aggiunto qualche altro intimo retroscena:

Nostro padre, Francesco Morini, detto "Morgan", ci ha lasciato improvvisamente il 31 Agosto 2021.
Il messaggio vocale che sentirete nel video è stato mandato da mio padre su whatsapp ad un amico circa una settimana prima di andarserne: fantasticava di organizzare una cena con "GRANDI" del passato, grandi calciatori, grandi amici che non ci sono più...ma senza saperlo ha lasciato un messaggio potentissimo a tutti noi.
Ci ha lasciato un vuoto incolmabile, ma in realtà ci ha lasciato tantissimo: i suoi valori. Da piccolo era un ragazzino che si allenava correndo su e giù per l'argine del fiume Serchio...si era pure costruito una cintura fatta di pesi da pescatore, per rinforzare ancora di più le sue gambe e il suo fiato e se i suoi amici passavano di là urlandogli di andare con loro al mare...lui rispondeva che sarebbe stato lì ad allenarsi ancora. È sempre stato un uomo con 2 anime: una grandissima serietà e dedizione e un grandissimo senso dello humor e voglia di divertire...portava il buon umore ovunque. Speriamo di portarci sempre dentro questa stessa sua energia per migliorare la nostra vita e quella delle persone che amiamo.
Ti vogliamo bene papà, anzi Babbo, e non ti dimenticheremo mai.
Jacopo e Andrea

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