Se Djokovic non si vaccina perde anche il Roland Garros (e lo sponsor Lacoste)
Neanche il tempo di metabolizzare (se mai e in quanto tempo ci riuscirà) l'espulsione dall'Australia e l'impossibilità di giocare gli Australian Open che per Novak Djokovic ecco un'altra tegola: il Roland Garros chiude già, con mesi di anticipo, le porte ai non vaccinati.
Se la situazione rimarrà in queste dinamiche, per il campione serbo si tratterebbe di un (ulteriore) colpo durissimo alla sua carriera che, 34 anni, potrebbe essere seriamente compromessa.
Djokovic, dopo l'Australia stop anche dalla Francia?
Ecco allora che se le porte dell'Australia si sono chiuse dopo una stucchevole telenovela, quelle della Francia e del torneo più importante sulla terra rossa, non potrebbero nemmeno aprirsi.
Per Djokovic che ha nello fornitore tecnico Lacoste (storico marchio francese), il principale sponsor, dal punto vista economico, sarebbe un'ulteriore mazzata.
Lacoste, attraverso un comunicato, ha fatto, infatti, presente di
“voler rivedere e analizzare gli eventi che hanno scatenato una battaglia legale di quasi due settimane e impedito al serbo non vaccinato di difendere il suo titolo agli Australian Open. Il prima possibile ci metteremo in contatto con Novak Djokovic per rivedere gli eventi che hanno accompagnato la sua presenza in Australia. Auguriamo a tutti un eccellente torneo e ringraziamo gli organizzatori per tutti i loro sforzi volti a garantire che il torneo si svolgesse in buone condizioni per giocatori, staff e spettatori”.
Ultimatum chiaro
Del resto, dalle parole ministro allo Sport francese, Roxana Maracineanu, emerge quello che è ben più di un avvertimento al campionissimo serbo, proprio per evitare un eventuale braccio di ferro dell'ultimo minuto in primavera, a maggio, quando si gioca a Parigi il leggendario torneo:
"Il passaporto vaccinale sarà obbligatorio per spettatori, ma anche per chi pratica sport, per gli sportivi professionisti, francesi e stranieri"
Il tutto, in parziale marcia indietro, rispetto a quanto era stato iniziato a ipotizzare dal Governo francese e dagli organizzatori del torneo: ovvero, la previsione di una "bolla" tra hotel o residence dove soggiornano gli atleti e i campi da gioco, nel caso il Roland Garros veda la presenza di tennisti non vaccinati.
Djokovic, che attesa da qui a maggio
Certo, molto dipenderà dalle scelte definitive che verranno prese dal Governo francese (un po' come in Italia il dibattito sulla certificazione verde dei vaccinati è accesissimo, senza contare che la Francia è anche attesa dal voto presidenziale), ma la situazione al momento per Djokovic rischia di presentarsi in salita come per gli Australian Open.
Per il campione numero uno del mondo, rientrato poche ore fa a Belgrado dall'Australia passando per Dubai, la speranza è che la situazione sanitaria in Europa e nel mondo prenda una piega tale da scongiurare un altro braccio e un altra sconfitta dello sport.
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