Maturità 2023

L'idea di nazione di Federico Chabod: Maturità 2023, le tracce della prima prova

Tra le tracce della prima prova anche l'analisi del testo dello storico valdostano

L'idea di nazione di Federico Chabod: Maturità 2023, le tracce della prima prova
Pubblicato:
Aggiornato:

Tra le tracce della prima prova della Maturità 2023 c'è "L'idea di nazione" di Federico Chabod. Ai maturandi è stato proposto il testo nella parte in cui si parla di Camillo Benso, conte di Cavour, il ‘Manifesto della Giovine Italia’ di Giuseppe Mazzini.

Di cosa parla L'idea di nazione di Federico Chabod: Maturità 2023

Nel saggio "L‘idea di nazione" Federico Chabod esamina il costituirsi e l’affermarsi dell’idea di nazione e la sua diversa realizzazione nei diversi Paesi europei.

Il tema principale è il legame che unisce il Romanticismo all’idea di nazione. Il senso di nazionalità, l’affermazione della singolarità di ogni Paese, realtà unica e irripetibile, con un proprio territorio, una propria storia e una propria cultura, legano indissolubilmente secondo Chabod l'idea di nazione al Romanticismo, movimento intellettuale che tende ad esaltare la genialità e l’unicità del singolo individuo. In aperto contrato con le tendenze alla razionalizzazione del tutto.  Nazione significa quindi rispettare la singolarità di ogni popolo, le sue leggi, la sua cultura.

Nella costituzione dell'idea di nazione in Italia un ruolo preponderante viene svolto da Giuseppe Mazzini,  che cerca di organizzare l’Italia come unità politica e non solo come entità linguistica, geografica e culturale.

Ma non è una questione solo italiana. Nell'Europa dell'Ottocento si formano grandi passioni nazionali, che fanno acquistare valore all'idea di patria come mai in precedenza. Una situazione che riguarda soprattutto popoli ancora non politicamente uniti, come appunto quello italiano.

Chi era Federico Chabod

Federico Chabod, oppure Frédéric Chabod nacque ad Aosta il  23 febbraio 1901. E' stato uno storico, alpinista, politico e partigiano italiano, patrocinatore della causa valdostana.

Dopo gli studi al Regio Ginnasio e Liceo d'Aosta, frequentò la Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Torino, dove si laureò nel 1923 con Pietro Egidi e Gaetano Salvemini con una tesi su Niccolò Machiavelli, da cui scaturì nel 1924 un saggio intitolato Introduzione al 'Principe'.

Dopo la laurea, frequentò i seminari di Friedrich Meinecke all'Università di Berlino e avviò la sistematica esplorazione dell'archivio spagnolo di Simancas, da cui nacquero gli studi sul Ducato di Milano nell'età di Carlo V e di Filippo II. Dal 1928 iniziò la collaborazione con l'Enciclopedia Italiana per la quale scrisse numerosi articoli sull'Europa dal Rinascimento all'Illuminismo.

Negli anni del fascismo, come moltissimi docenti, giurò fedeltà al regime per non perdere la cattedra.

Esponente del pensiero laico e anticlericale, nel 1934 iniziò la sua carriera universitaria alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Perugia per passare poi, nel 1938, alla facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Milano. Nel 1936 progettò una storia della politica estera italiana dal 1861 al 1914 alla quale lavorò fino al 1951. Vicino al Partito d'Azione, partecipò alla resistenza in Valle d'Aosta con il nome di battaglia Lazzaro, prese parte alla stesura della Dichiarazione di Chivasso e divenne in seguito primo presidente del Consiglio della Valle, contribuendo ad assicurarle la condizione di regione a statuto speciale. Chabod si distinse anche nella lotta contro un'eventuale annessione della Valle d'Aosta alla Francia.

Nel 1946 fu chiamato alla facoltà di Lettere della Sapienza - Università di Roma e, lo stesso anno, alla direzione dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce. Fu direttore della Rivista storica italiana e della Scuola di storia moderna e contemporanea dell'Università di Roma, membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, della British Academy, dottore honoris causa all'Università di Oxford e di Granada, presidente della Società internazionale degli storici. Morì a causa di un male incurabile a Roma il 14 luglio 1960.

Gli è intitolata la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea dell'Università La Sapienza a Roma.

 

Seguici sui nostri canali