Succede a Torino

La preside che vieta le unghie finte alle scuole medie

Alcune alunne della scuola avevano unghie così lunghe che impedivano loro di lavorare in maniera adeguata a una tavola

La preside che vieta le unghie finte alle scuole medie
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In questi anni, all'interno delle scuole del Belpaese, abbiamo assistito a divieti di varia natura: dai pantaloncini, alle canottiere, passando per le gonne troppo corte. Al nutrito elenco si aggiunge ora il veto sulle unghie finte, messo a punto dalla dirigente scolastica Silvana Andretta, alla guida di un istituto del Torinese, la secondaria Tallone dell'istituto comprensivo di Alpignano.

"No alle unghie finte a scuola"

Niente unghie finte per le studentesse della Tallone di Alpignano: "Rovinano la salute e possono anche ferire i compagni". Come spiega Prima Novara, secondo Andretta poi le unghie finte e dipinte non rientrerebbero  nell'abbigliamento "semplice e adeguato all'ambiente scolastico" previsto dal regolamento di istituto.

Il provvedimento è nato dopo che sulle mani di alcune alunne della scuola media sono state notate delle unghie eccessivamente lunghe al punto di impedire di lavorare in maniera adeguata a una tavola di disegno, ad esempio. Le unghie quindi rischierebbero anche di inficiare la buona riuscita di un compito che richiede una corretta manualità.

Il consiglio degli esperti

Sebbene non esistano leggi che impediscono o limitino questo tipo di trattamenti, la questione si sposta su un piano etico e deontologico. È una scelta dell’onicotecnica praticare o no trattamenti di ricostruzione o applicazione di smalti semipermanenti su persone al di sotto della maggiore età.

"In assoluto - riporta ad esempio il sito si settore Gamax - noi sconsigliamo vivamente l’esecuzione di trattamenti di ricostruzione fino ai 18 anni. I trattamenti di ricostruzione unghie prevedono l’utilizzo di materiali particolarmente resistenti come il gel, l’acrilico o l’acrygel. Questi stessi materiali, soprattutto se si passa da unghie molto corte a lunghezze vertiginose, come spesso accade per le ragazze molto giovani invogliate a seguire la moda, sono difficili da gestire, e possono esserci conseguenze sulla salute delle unghie se non si è disposti a modificare la manualità quotidiana che un trattamento del genere comporta. Se infatti a causa di un urto o di un movimento sbagliato si dovesse spezzare il gel, il rischio è che si spezzi anche la lamina ungueale".

Sebbene l’unghia sia completamente formata, andare a trattare le cuticole in età moto giovane può causarne l’ispessimento prematuro.

I tanti precedenti

Non si tratta del primo caso di questo genere. Come ricordano i colleghi di Primasettimo.it, aveva fatto notizia nel dicembre 2021 la protesta degli studenti di un liceo della Sardegna: “La dirigente ci vieta piercing e unghie lunghe”. La preside si era difesa con ragioni simili a quelle messe in campo dalla dirigente torinese: “E' solo un fatto di sicurezza nelle ore di educazione fisica”. In quel caso la decisione era stata presa dal Dipartimento di Scienze motorie. I docenti avevano infatti stabilito che fosse pericoloso fare attività sportiva con le unghie lunghe.

E ancora, scendendo d'età, ha fatto rumore anche l'iniziativa di un preside di Castellanza, nel Milanese: "Niente pantaloncini corti in classe", questa la circolare diramata dal dirigente dell’Istituto comprensivo Manzoni che di fatto vieta ai bambini della scuola elementare “bermuda, pantaloncini corti, canotte ed ogni altro tipo di abbigliamento adatto a contesti non scolastici”. Un maggio così caldo non se lo ricordava nessuno (è accaduto nel 2022) ma nonostante questo il preside dell'istituto ha chiesto abbigliamento "sobrio e decoroso consono all'ambiente scolastico".

Sempre nel caldissimo giugno 2022, una dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Dasso” di Chivasso, in provincia di  Torino, ha vietato ad alunni, genitori e professori di indossare un abbigliamento che evocasse “tenute estive”. Per chi non si adatta alle regole “si procederà con richiami, seguiti, in caso di recidiva, da provvedimenti disciplinari”, aveva tuonato.

Ma la cronaca nostrana è piena di questi casi, con immancabili polemiche (in certi casi opportune, in altri del tutto gratuite) a cascata. Come sempre la regola migliore resta quella del buonsenso, da ambo le parti, soprattutto ora che ci avviciniamo alla stagione estiva, preannunciata come caldissima.

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