Dopo una vita da precaria diventa insegnante di ruolo... ma è già in pensione
Anna Maria, settantenne di Avellino, ha raggiunto l'agognato traguardo... fuori tempo massimo
Il posto di ruolo per chi affronta la carriera da insegnante alle volte rappresenta un vero e proprio miraggio. E c'è chi deve lottare una vita, cambiando scuola anno dopo anno, per ottenere a un certo punto questo traguardo. La storia che arriva da Bisaccia, in provincia di Avellino, però, le batte tutte. Perché a una situazione di incredibile precariato, aggiunge anche una beffa finale "all'italiana". E' la vicenda di Anna Maria, docente settantenne, che ha ottenuto finalmente l'immissione a ruolo... quando è andata in pensione.
Va in pensione e diventa insegnante di ruolo
Paradossale. E' probabilmente questo l'aggettivo più adatto a descrivere la storia di Anna Maria, raccontata dal Fatto Quotidiano. La docente ha lavorato per una vita come precaria, iscritta alle Gps (Graduatorie provinciali supplenze) di Rimini in qualità di insegnante di sostegno. Una vita in attesa di quella chiamata, che finalmente quest'estate è arrivata. Ma fuori tempo massimo.
Il concorso e il ruolo
L'ultimo concorso ordinario per ottenere un posto di ruolo è stato nel 2018, ma ancora una volta era rimasta esclusa. E ci aveva messo una pietra sopra, dato che lo scorso anno era andata in pensione.
Poi, nelle scorse ore, la beffarda sorpresa. Anche quest'anno infatti le scuole sono già in crisi sulle assunzioni (solo in Lombardia, per fare un esempio, i sindacati hanno denunciato un "buco" da coprire di oltre trentamila docenti). Negli ultimi giorni sono dunque scattate le comunicazioni per l'immissione a ruolo per l'anno scolastico 2023-24. E tra i nomi degli insegnanti che hanno ottenuto un posto a tempo indeterminato (in un istituto in provincia di Salerno) c'è proprio quello di Anna Maria. Che, naturalmente, non risponderà alla chiamata.
"Pochi concorsi e fatti male"
Una vera e propria beffa per la donna, come ha sottolineato sempre al Fatto Quotidiano Simonetta Ascarelli, segretaria provinciale Flc Cgil di Rimini.
"Se n’è andata dal mondo del lavoro da precaria senza ricostruzione di carriera, priva di un inquadramento rapportato all’anzianità e senza un minimo di diritti economici. È un’ingiustizia. In Italia, facciamo pochi concorsi e pure male. L’amministrazione deve definire le competenze, la preparazione tecnica ma anche pedagogica; va costruita una procedura certa, con concorsi ogni due anni".