Prima puntata

Ville e giardini

Alla scoperta delle dimore di delizia e dei loro suggestivi parchi tra Piemonte e Liguria.

Ville e giardini
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La primavera è tornata, e si avvicina il momento ideale per visitare una delle tantissime e straordinarie ville e dei relativi giardini che le circondano. Naturalmente, sperando che dopo Pasqua si possa tornare ad ammirarli... Intanto prepariamoci, andando alla loro scoperta con un viaggio che, in due puntate, tocca come sempre le quattro regioni interessate dai nostri giornali. Cominciamo con Piemonte e Liguria.

Piemonte, palazzi che si specchiano nel lago o immersi nei tulipani

Quando le occasioni per visitare ville e giardini da sogno sono tante come quelle che offre il Piemonte, potrebbe esserci il classico imbarazzo della scelta da cui cominciare.

In questo caso non è per nulla così, perché il punto da cui partire è sicuramente Stresa, sulle sponde del Lago Maggiore, dove c’è una concentrazione di queste bellezze forse unica nel panorama italiano. Prendiamo subito il battello e via verso le isole Borromee. Cominciamo dall’Isola Bella che i Borromeo hanno saputo trasformare, in quattro secoli, in un vero e proprio scrigno di bellezze. Gran parte dell’isola (320 metri di lunghezza e 180 di larghezza), infatti, è occupata dal Palazzo Borromeo e dal suo giardino all’italiana. Qui, dove Antonio Fogazzaro fa concludere il romanzo “Piccolo mondo antico”, ci si può smarrire innanzitutto visitando il bel palazzo che occupa la costa sud-orientale dell’isolotto, con ambienti unici come la Sala del Trono, la Sala delle Regine, il Salone degli Arazzi, nati per stupire gli ospiti trasportandoli in un magico mondo marino, e che custodiscono diverse opere pittoriche di Luca Giordano, Francesco Zuccarelli e Pieter Mulier, detto il Tempesta. Da non perdere le grotte, che tanto estasiarono Stendhal, ricoperte di pietre e conchiglie di un’infinita varietà di tipi. E soprattutto il giardino, costruito dal 1631 al 1671 circa, che contiene un’incredibile varietà di piante esotiche e molteplici monumenti. Il Teatro Massimo è quello più importante del giardino dell’Isola Bella: qui si tenevano le rappresentazioni sceniche che appassionavano i Borromeo. Statue, obelischi e fontane si integrano perfettamente con la vegetazione delle dieci scenografiche terrazze, sulla cui cima svetta la statua dell’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo. E poi il Parterre delle azalee e il Giardino d’Amore, con i pavoni bianchi che vivono in libertà. E quante piante rare: la Canfora secolare, la Gunnera manicata, le cui foglie possono raggiungere i 2 metri di diametro, e la rarissima Halesia Diptera con i suoi fiori che sembrano fiocchi di neve.

Non è da meno lo spettacolo sulla vicina Isola Madre. Gustave Flaubert, che si può certamente ritenere “uno che se ne intendeva”…, la definì «il luogo più voluttuoso mai visto al mondo». Gli interni del Palazzo Borromeo sono più intimi, familiari; in ogni caso custodiscono numerose opere d’arte, quali arazzi, mobili e quadri del Seicento lombardo. Interessanti il Salone di Ricevimento, la Sala delle Bambole che conserva un’importante collezione di bambole ottocentesche provenienti dalla Francia e dalla Germania, e la collezione di marionette e teatrini risalenti ai secoli XVII-XIX. Davvero meritevoli gli otto ettari dedicati al giardino all’inglese realizzato ai primi dell’Ottocento che conserva un importante patrimonio botanico, con piante e fiori portati da viaggi lontani e acclimatati grazie alle dolci e favorevoli temperature: si va dai boschetti di magnolie a quelli di bambù, dalle profumate pergole di glicini alle spalliere di agrumi, dai parterre di camelie antiche e rododendri fino alle vasche traboccanti di ninfee e fior di loto. A completare il quadro molteplici uccelli variopinti che vivono in perfetta libertà nel parco, fagiani argentati e dorati e pavoni bianchi su tutti.

E non mancano gli animali

Villa Pallavicino a Stresa

Tornati a terra, la nostra meta è Villa Pallavicino e il suo maestoso parco di quasi una ventina di ettari che si affaccia sul lago con scorci e panorami impareggiabili. Questo è noto sia per il patrimonio botanico che dà mostra della sua bellezza nel Giardino dei fiori sia, in particolare, per la ricchezza faunistica delle oltre 50 specie, tra mammiferi e volatili, che vi abitano, compresi alcuni esemplari selvatici salvati dalla guardia forestale e che non sopravvivrebbero se reimmessi in libertà. Molti degli animali si trovavano già qui quando la gestione del parco è passata ai Borromeo nel 2017, come le zebre, i canguri, i coati, la gru antigone, i fenicotteri. A cui si sono aggiunti le capre orobiche, la mula “Bellavista”, gli alpaca, gli asini, i furetti, le galline di Polverara... Per queste caratteristiche, Parco Pallavicino è apprezzato soprattutto dai bambini.

Prima di abbandonare Stresa, diamo uno sguardo anche alla Villa Ducale che ospita il Centro Internazionale di Studi Rosminiani. Qui, oltre all’abate Antonio Rosmini, soggiornarono, tra gli altri, anche Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo e San Giovanni Bosco. Il bellissimo giardino che circonda la villa, di circa 13.000 m², pullula di palme, olea fragrans, magnolia grandiflora, ma anche camelie antichissime, azalee, rododendri e un imponente cedro deodara trapiantato dal castello di Agliè nel 1860 il cui tronco misura, alla base, sette metri e trenta centimetri di circonferenza.

I giardini di Villa Taranto

Ci spostiamo di poco per raggiungere Verbania e visitare i giardini di Villa Taranto (oggi sede della Prefettura della provincia del Verbano-Cusio-Ossola), considerati tra i più belli del mondo e che richiamano migliaia di turisti da ogni dove. L’artefice è il Capitano Neil Mc Eacharn che acquistò la villa e la trasformò tra il 1930 e il 1940 dedicando ben 16 ettari ai giardini tra aiuole, fontane, boschetti e prati. Meritano una sosta diversi punti, tra cui la Fontana dei putti, una vasca quadrilobata su basamento quadrato circondata da aiuole che in primavera ospitano piccole piante da fiore, e il cosiddetto labirinto, un percorso tortuoso che in primavera ospita aiuole con 36 cultivar ornamentali di tulipani per un totale di circa 80.000 fiori in una composizione ideata da McEacharn stesso e ispirata ai giardini di Keukenhof nei Paesi Bassi: questo conduce alla serra delle piante tropicali e subtropicali che ospita, fra le altre specie, la Victoria cruziana, una pianta acquatica originaria del Sudamerica la cui fioritura è un’altra delle attrazioni del giardino botanico. Ricordiamo anche l’area dedicata alle camelie, delle quali sono presenti nel parco circa 450 piante di numerosi cultivar a fioritura primaverile e autunnale, il bosco dei rododendri, pianta particolarmente amata da McEacharn che ne portò numerosi esemplari dalla Scozia, la vasca del fior di loto e il giardino delle eriche con il monumento al capitano McEacharn.

Ma che bei castelli

Castello e parco di Masino

Ci sono poi diversi castelli piemontesi, con tanto di parco, che meritano di essere segnalati e visitati. A Caravino (To), nel cuore del Canavese, c’è il Castello e il Parco di Masino, sede d’un museo di carrozze settecentesche veramente unico. Il maniero era circondato da alte mura e imponenti torri di guardia fino al Rinascimento, quando vennero abbattute per lasciare il posto a monumentali e splendidi giardini. All’interno del Castello, il Fai ha riportato alla bellezza di un tempo le sale monumentali riccamente arredate, tra cui spicca lo splendido Salone da ballo e l’appartamento di Madama Reale che ospitò Giovanna Battista di Savoia Nemours, reggente di casa Savoia. Intorno, appunto, un monumentale parco romantico con uno dei più grandi labirinti d’Italia, un “rompicapo” di siepi dove, soprattutto i bambini, amano avventurarsi alla ricerca dell’uscita.

Interessante è anche il Castello di Pralormo (To), di origini medievali ma trasformato nei secoli successivi, con diversi restauri conservativi, in residenza nobiliare. È tuttora permanentemente abitato dai proprietari che lo aprono al pubblico tra aprile e novembre (Covid permettendo). L’apertura coincide di solito con la fioritura dei tulipani di cui è ricco il parco, caratterizzato da grandi viali e delle lunghe distese erbose che circonda la dimora e visitabile proprio in questa occasione.

Non dista molto il cosiddetto Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (To), situato all’imbocco della Val Chisone, da dove si gode una meravigliosa vista sul Monviso. “Cosiddetto” perché si tratta più di una villa di campagna con elementi neogotici che richiamano i tradizionali castelli medievali. All’interno sono interessanti il grande camino in legno intagliato del salone al piano terra e alcuni affreschi con raffinate decorazioni a grottesca sulle volte raffiguranti motivi vegetali e animali. Il suo parco, che ha avuto una risistemazione tipicamente romantica con la creazione dell’attuale viale di accesso e di un sentiero ad anello che si inoltra nel bosco, è attraversato da un notevole sistema di canali irrigui che, insieme alla posizione particolarmente felice da un punto di vista climatico, al crocevia fra valli, pianura e montagna, lo rendono un sito di notevole interesse anche sotto l’aspetto ecologico, permettendo l’esistenza di numerose specie esotiche come nel caso del suggestivo bosco di bambù giganti, l’angolo delle camelie, la radura dei cipressi calvi.

Nel Cuneese si distingue il Castello di Govone, che domina l’ampia valle del Tanaro, una delle residenze della casa reale dei Savoia dal 1792 al 1870. Il monumentale e scenografico scalone d’onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale introduce in un percorso che attraversa gli appartamenti reali dove si fanno notare il salone da ballo e il grande salone centrale caratterizzato da affreschi che, con la tecnica trompe-l’oeil, simulano la presenza di statue. L’intera costruzione è delimitata a nord e ad ovest da un vasto parco all’inglese e ad est da un giardino pensile, ricco di aiuole e vialetti che confluiscono a una fontana centrale. In primavera si possono ammirare soprattutto i blu e gli azzurri dei muscari e delle pervinche e il rosso dei tulipani Tulipa oculus solis Saint-Amans che, come un regale tappeto rosso, invadono gran parte del sottobosco. Da raccomandare la visita al roseto collocato nell’area retrostante la Chiesa barocca dello Spirito Santo, ricco di una grande varietà di rose antiche.

Nel segno dei Savoia

Il luogo di villeggiatura per eccellenza della famiglia reale dei re di Sardegna nei mesi estivi e autunnali fu il Castello di Racconigi. Da fortezza medievale venne nei secoli trasformata in “villa di delizie”. All’interno presenta diversi ambienti affascinanti: dal celebre gabinetto etrusco, studio privato del re, alla sala del ricevimento, l’ambiente del castello più sontuoso dove Carlo Alberto e i suoi successori ospitarono personaggi importanti quali ambasciatori, consiglieri e dignitari con un prestigioso lampadario in cristallo di Boemia, fino alla camera da letto di Maria José, dove la regina Elena del Montenegro diede alla luce l’ultimo re d’Italia, Umberto II.
Il castello si affaccia a nord verso un imponente parco alla francese di circa 170 ettari, delimitati da un muro di cinta lungo in totale 6 km, in cui si sviluppa una rete di viali e sentieri per complessivi 25 km, bacini d’acqua (tra cui il lago di 18 ettari di superficie) e grandi aiuole fiorite. Nel parco ci sono oltre 2.000 alberi, alcuni dei quali raggiungono altezze superiori ai trenta metri: i più grandi sono un platano orientale alto 42 metri, il cui fusto a sezione circolare possiede uno sviluppo di circa 6 metri e una zelkova alta 35 metri, di circa duecento anni, che, con un fusto di 8,45 metri di circonferenza, è l’esemplare più grande del Piemonte. Il parco conserva significative costruzioni come l’eremitaggio, una piccola chiesa gotica poi divenuta Fagianaia, il Tempietto dorico con la cosiddetta Grotta del Mago Merlino, ovvero un piccolo tunnel artificiale rivestito di intonaco impastato a pietre luccicanti e contestuali installazioni di stalattiti e stalagmiti, e il complesso rurale della Margarìa, cascina in stile neogotico che conserva il Reposoir della Regina.

La Reggia di Venaria

Concludiamo il nostro viaggio piemontese con la Reggia di Venaria, tra le residenze sabaude Patrimonio dell’Unesco, e i suoi incomparabili giardini. Posta ai piedi delle Valli di Lanzo, fu pensata come base per le battute di caccia nei boschi detti del Gran Paese, ricchissimi di selvaggina. La visita del vasto complesso è una vera immersione nel mondo sabaudo con la Sala di Diana, l’imperiosa Galleria Grande, la solennità della Cappella di Sant’Uberto e la grandiosità della Citroniera e della Scuderia grande, capolavori settecenteschi di Filippo Juvarra, e il suggestivo allestimento sulla vita di corte “Ripopolare la Reggia” di Peter Greenaway.
E che dire dei favolosi giardini? Innanzitutto che nel 2019 si sono aggiudicati la XVII edizione del concorso “Il Parco Più Bello d’Italia”. Poi che sono stati inaugurati solo nel 2007, e che si possono visitare anche in modo divertente, come con il trenino Freccia di Diana, la Gondola o la Carrozza a cavallo, ideale se avete con voi dei bambini. Si suddivide in più spazi: il Parco Alto, che comprende il rinato Gran Parterre con al suo crocevia la suggestiva installazione dell’artista Giovanni Anselmo, le grandi Allee, i boschetti dove scorgere pavoni e pavoncelle, e il Fantacasino, l’attrazione del Boschetto dei Giochi pensata per le famiglie; il Parco Basso con il grande bacino d’acqua della Peschiera, lo spazio del Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone, le grotte seicentesche, i resti della Fontana dell’Ercole e del Tempio di Diana e gli orti e i frutteti del Potager Royal più grande d’Italia; e l’Asse Centrale che tocca la Fontana d’Ercole e il Tempio di Diana.

Liguria, affacciate sul mare crescono migliaia di piante esotiche

La vicinanza del mare e il clima particolarmente favorevole fanno della Liguria una regione ricca di ville e giardini. Facciamo una veloce carrellata muovendoci da Levante a Ponente.

A Lerici abbiamo Villa Marigola, costruita su un promontorio che domina il golfo dei Poeti: nel suo parco romantico si snodano percorsi che conducono a vedute scenografiche su Lerici, San Terenzo, Porto Venere, la Palmaria e le altre isole dell’arcipelago spezzino. Ha ospitato artisti famosi come il pittore svizzero Arnold Böcklin a cui è dedicata un’area del parco ispirata alle tematiche della sua pittura: il bosco sacro e il mito di Pan.

Sul monte di Portofino c’è l’Abbazia della Cervara, circondata da vari giardini, tra cui quello all’italiana a picco sul mare che le conferisce un’aura unica. Ha origini medievali, essendo stata costruita nel 1361, presenta un bel chiostro cinquecentesco e custodisce un bellissimo polittico, uno dei più grandiosi documenti della pittura fiamminga in Italia tra Quattrocento e Cinquecento. Incomparabile è il suo giardino monumentale all’italiana che si affaccia direttamente sul mare e si estende su due livelli.

Sempre a Santa Margherita Ligure merita uno sguardo Villa Durazzo-Centurione, che ospita il museo artistico “Vittorio Giovanni Rossi”, dedicato al noto scrittore e giornalista sanmargheritese, e offre un bel parco secolare, che si estende per circa tre ettari, affacciato sul Golfo che comprende anche un piccolo “Agrumeto”, situato sul terrazzamento antistante il mare.

Villa Serra a Sant’Olcese

In val Polcevera, nella frazione di Comago a Sant’Olcese, c’è la settecentesca Villa Serra Pinelli ristrutturata nel 1851 con l’aggiunta di una palazzina neogotica in stile Tudor e una torre medioevale. È circondata da un grande parco all’inglese, esteso per nove ettari, con ruscelli e laghetti popolati da anatre e cigni e alberi esotici ad alto fusto.

Ci spostiamo nel Savonese per visitare Villa Faraggiana ad Albissola Marina, edificata nel XVIII secolo come dimora della nobile famiglia genovese dei Durazzo. Interessanti diverse sale della settecentesca dimora, come la Galleria delle Stagioni, con importanti affreschi e sculture, e la Cappella della Misericordia. Il vasto giardino è la somma dei diversi stili: aiuole simmetriche, sculture e fontane del giardino all’italiana, ampie visuali del giardino alla francese, ma anche adeguamento pratico ai terrazzamenti tipici della morfologia ligure.

Appena si potrà, non perdetevi i Giardini di Villa della Pergola ad Alassio. Realizzati a fine Ottocento in una posizione unica di affaccio sul mare, sono imperdibili per la collezione di Glicini (34 varietà diverse per forma e colore) che aspettano solo la primavera per cominciare a fiorire e, soprattutto, per gli Agapanti che, con quasi 500 varietà diverse, rappresentano una collezione esclusiva in Europa per vastità e importanza.

Villa Grock a Imperia

A Imperia ci aspetta un edificio a dir poco singolare, Villa Grock, fatta costruire nel 1927 da Adrian Wettach, un clown di fama mondiale noto, appunto, come “Grock”. Per i numerosi richiami al mondo circense, la villa viene anche chiamata “Circo di pietra”; ma ci sono anche tanti collegamenti al gusto di artisti contemporanei a Grock come Dalì, Picasso e Gaudì. Uno stile che si riflette anche nel parco circostante con decorazioni assolutamente irripetibili, le fontane e il laghetto col ponticello di ispirazione orientale: una scenografia davvero suggestiva e fiabesca.

Alla fine della Liguria ci sono diverse dimore che meritano di essere segnalate. Come Villa Nobel a Sanremo, dove lo scienziato svedese Alfredo Nobel visse gli ultimi anni della sua vita, tra il 1891 e il 1896. Quando il Covid lo permetterà, si potrà di nuovo visitare dove ha vissuto e lavorato, compreso il suo laboratorio collocato al piano seminterrato della villa. Notevole il parco che la circonda: diverse le piante pregiate, tra cui l’altissimo Cupressus macrocarpa sotto il quale è sistemato un cannone usato anche da Nobel per i suoi esperimenti sulla gittata delle armi.

Giardino esotico Pallanca a Bordighera

Appuntamento a Bordighera con il Giardino esotico Pallanca che possiede una delle più importanti collezione di cactus e piante succulente d’Europa. Nei 10.000 metri quadri di giardino si possono ammirare oltre 3.000 varietà, tra cui anche piante andine che hanno più di 300 anni e alcuni esemplari di Neobuxbaumia polylopha alti fino a 18 metri.

Il nostro viaggio finisce sul promontorio della Mortola, a pochi chilometri dal confine francese: ai Giardini botanici Hanbury di Ventimiglia. Furono realizzati a partire dal 1867 grazie alla passione dal viaggiatore inglese sir Thomas Hanbury, con specie botaniche raccolte in ogni parte del mondo: nel 1912 ne vennero catalogate quasi 6.000, di origine prevalentemente tropicale e subtropicale. Nei giardini ci sono anche alcune statue, fontane (come la Fontana del Drago che deve il suo nome a un bronzo giapponese che Hanbury acquistò a Kyoto) ed elementi architettonici, fra cui il Mausoleo Moresco in cui sono tumulate le ceneri di Sir Thomas Hanbury e di sua moglie Katherine Aldam Pease.

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