Gambe e bastoncini

Tra abbazie, rifugi e tempietti romanici

Tre itinerari lombardi adatti a tutti gli appassionati di nordic walking, a Vertemate (CO), in Val di Scalve (BG) e in Valchiavenna (SO)

Tra abbazie, rifugi e tempietti romanici
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In riva al lago o lungo le sponde di un fiume, sui pendii (non troppo scoscesi) delle montagne o in campagna, le possibilità di praticare il nordic walking in Lombardia si possono declinare in qualsiasi modo. Ecco un primo assaggio.

L’anello dell’Abbazia di Vertemate (CO)

Come primo itinerario proponiamo una full immersion nei boschi e nella campagna in un percorso ad anello nel Parco delle Groane e della Brughiera Briantea. Punto di partenza non banale: Villa Raimondi a Vertemate con Minoprio. Non banale perché questo edificio, realizzato dall’architetto Simone Cantoni come residenza di campagna e di caccia per la famiglia Raimondi di Como, oggi ospita la sede della Fondazione Minoprio: approfittatene per visitare il suo giardino botanico che si estende verso il fiume Seveso: ben 7 ettari dove sono raccolte oltre 300 essenze arboree principali e circa 1.600 arbusti e alberi minori.

Villa Raimondi ospita la Fondazione Minoprio

Tra gli esemplari monumentali spiccano una magnifica Magnolia grandiflora, un Tiglio centenario e una Sophora japonica “Pendula”.
Ma bastoncini in mano e via. Si prende a sinistra della villa, si scendono alcuni gradini e, sulla sinistra, si incrocia un vecchio lavatorio. Ci si addentra nel bosco e si seguono le indicazioni di alcuni cartelli scritti rigorosamente in dialetto che si incrociano sul sentiero fino alla Croce del Gallo da cui si scende all’Abbazia di Vertemate, complesso fondato nel XI secolo come priorato cluniacense. Tra il 1993 e il 2005 vi trovò sede una comunità di monaci benedettini che ne hanno fatto un centro di spiritualità dedicato a diverse attività artistiche, fra le quali il restauro di libri antichi: dal 2006, però, è chiusa e inutilizzata.

Abbazia di Vertemate

Si va verso il fiume Seveso che si attraversa per superare Cascina Volpe e tornare indietro seguendo il corso del fiume. Alle prime case si risale verso destra: pochi km e siamo di nuovo davanti a Villa Raimondi per chiudere il nostro tour.

Il Rifugio Campione in Val di Scalve (BG)

Puntiamo in alto con questa seconda escursione: vogliamo arrivare al Rifugio Campione che è situato non lontano dal Passo dei Campelli che segna il confine tra la Val di Scalve (BG) e la Val Camonica (BS). Si deve raggiungere Schilpario: in auto, sulla provinciale 294, si può arrivare fino al posto di ristoro La Baracca, in località Cimalbosco, sopra il quale è visibile il Rifugio Cimon della Bagozza. Posteggiamo e proseguiamo a piedi, aiutati dai nostri bastoncini, su una strada con il fondo in cemento che in leggera salita si stacca verso destra. Da qui in avanti troveremo diverse intersecazioni perché ci sono molteplici percorsi che portano a varie località come il Rifugio Cimon della Bagozza, il Passo Campelli, il Passo Valzellazzo, la Baita Glaiola... e, appunto, il Rifugio Campione.

Rifugio Campione

Si attraversano tratti di bosco, anche un torrente passando su un ponte che ha le sponde di legno e il fondo in cemento e pietre, e si fiancheggiano rigogliosi prati. Costeggiando il versante nord del gruppo del Cimon della Bagozza si oltrepassano la Malga Campelli di Sotto e poi quella Alta. Raggiunto il Passo dei Campelli (1.892 m.), al Rifugio Campione mancano solo 10 minuti di percorso e lo cominciamo a vedere dopo qualche curva. Intorno a noi una serie di montagne fantastiche, dall’Adamello alla Cima Meridionale del Dosson, dal Crozzon di Lares al Corno di Cavento, tutte sopra i tremila metri. Per superare un dislivello di 381 metri, ci si impiega circa un’ora e venti minuti.

San Fedelino sul Lago di Novate Mezzola

Un luogo suggestivo che riporta ai percorsi dei pellegrini che dal nord Europa scendevano a Roma, in particolare in occasione dell’Anno Santo, lungo la cosiddetta Via Regina. È la meta di questo itinerario, il tempietto di San Fedelino sul Lago di Novate Mezzola, raggiungibile solo a piedi.

Tempietto di San Fedelino

Si tratta di un percorso pianeggiante di circa 6,5 km: è pure molto sostenibile visto che parte davanti alla stazione di Samolaco (SO) raggiungibile, quindi in treno. Il primo tratto è su asfalto: si esce dal piazzale della stazione e si prende a sinistra sulla statale 36 per poche decine di metri, quindi si imbocca via Ponte Nava in direzione della frazione Casenda che si raggiunge dopo un paio di km e dopo aver attraversato il fiume Mera. Quando la strada si divide, prendiamo a sinistra e proseguiamo su asfalto fino all’imbocco di via San Fedelino, quando entriamo nel bosco e troviamo lo sterrato. A poco più di 3 km, circa a metà strada, incontriamo la suggestiva chiesa di San Giovanni all'archetto con uno splendido affresco del secolo scorso sulla facciata rappresentante San Giovanni Battista e San Fedele (si può arrivare fino a qui in auto).
Proseguiamo verso il fiume Mera che fiancheggiamo fino alla nostra meta, il tempietto di San Fedelino, un bellissimo esempio dello stile romanico lombardo. Ma anche il paesaggio non è davvero niente male...

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