Affacciati sui fiumi

Fiume Sesia, dalla cultura dei walser alla scoperta della vinificazione

Il fiume scorre da nord a sud del Piemonte per 140 km, da un ghiacciaio sul Monte Rosa fino al Po

Fiume Sesia, dalla cultura dei walser alla scoperta della vinificazione
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Lungo i suoi 140 km, da un ghiacciaio sul Monte Rosa fino al Po, il fiume Sesia è costellato da località e monumenti che meritano di essere scoperti e visitati. A cominciare da Alagna, uno dei 241 Comuni italiani certificati dal Touring con la Bandiera arancione per le sue qualità turistiche e ambientali: qui si può conoscere la cultura dei Walser, un popolo di origine germanica, con lingua, tradizioni, costumi e architetture che ancora oggi rimangono vive in tutta la valle: l'aspetto più tipico e riconoscibile della cultura Walser è rappresentato dalle case, realizzate in pietra (il basamento) e in legno (la parte superiore). Si fa, invece, un tuffo nella spiritualità a Varallo con il suo Sacro Monte: una straordinaria cittadella di una quarantina di cappelle che insieme alla Basilica costituiscono il Santuario, patrimonio dell'Umanità Unesco, voluto da Padre Caimi nel Quattrocento con l'obiettivo di costruire in montagna la Nuova Gerusalemme.

Castello di Vintebbio

Scendendo verso il Po, una sosta si può fare a Vintebbio per imboccare a piedi il sentiero che, dopo una breve e piacevole passeggiata in salita, porta alle imponenti rovine del suo castello: restano le mura perimetrali e una torre quadrata da cui si gode un’ampia vista sul corso del Sesia e sul Monte Rosa.
Tappa consigliata è la Villa Caccia di Romagnano, dove ha sede il Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia. Molto interessante la sezione "Cantina", dedicata alla produzione e maturazione del vino: un singolare percorso dalla vigna alla botte attraverso bigonce e sgrappolatrici, tini e botti fino ad alambicchi per la distillazione della grappa.
Imperdibile è il Castello Ricetto di Ghemme, costruito fra il XI e il XV secolo dagli abitanti locali per proteggersi dagli attacchi dei francesi e degli spagnoli: si tratta di un edificio dalla struttura rettangolare e una superficie di 12.000 m², costruito su due piani: al primo piano vengono conservati i vini, mentre l'altro un tempo era usato come abitazione.

Torchio di Carpignano

Se non vi basta, c’è anche il nucleo storico della successiva Carpignano: i vicoli sono pavimentati con ciottoli e vi si affacciano le tipiche case in mattone e pietre di fiume. Di particolare rilievo sono le case quattrocentesche di vicolo San Martino. L'edificio centrale è il cosiddetto Torchio, poiché vi è conservato un esemplare di torchio a peso (anno 1575), il più antico in Piemonte, realizzato con un tronco di olmo lungo 13 metri e adibito alla spremitura dell'uva.
In mezzo a distese di risaie, raggiungiamo San Nazzaro Sesia per visitare l'abbazia benedettina dei Santi Nazario e Celso, fondata nel 1040, mentre poco fuori l'abitato, verso Villata, si erge il santuario della Madonna della Fontana edificato a partire dalla fine del 1500 sopra una sorgente.

L'abbazia benedettina dei Santi Nazario e Celso

Un’occhiata la merita anche il castello di Albano Vercellese e l'antica chiesetta della Santissima Trinità sulla strada verso Vercelli in cui si conservano pregevoli affreschi quattrocenteschi.
Ed eccoci al centro principale attraversato dal fiume Sesia, Vercelli, la capitale europea del riso. Da sola meriterebbe quasi un’intera giornata. Lungo è l’elenco dei monumenti da visitare: non perdetevi il duomo, dedicato a Sant’Eusebio patrono della città, ma soprattutto la basilica di Sant’Andrea, straordinario esempio di architettura gotica; tra i monumenti civili, ricordiamo il Teatro civico, l’antico Broletto e le sue simboliche torri, in particolare la Torre dell’Angelo del XII secolo.

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