Un tuffo nel passato

L’Area Megalitica di Aosta, la "Roma delle Alpi"

Si parte dal Neolitico e dai solchi rituali tracciati nel terreno. Il ritrovamento risale al 1969

L’Area Megalitica di Aosta, la "Roma delle Alpi"
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Qualcuno l’ha definita la “Roma delle Alpi”. Certo è che Aosta, l’Augusta Prætoria di romana memoria, di quell’epoca è fortemente impregnata. Fondata nel 25 a.C., dopo che il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena inviato da Cesare Augusto sconfisse e ridusse in schiavitù i Salassi che abitavano da oltre un millennio questi territori, Aosta conserva numerosi monumenti e resti di quell’epoca e degli anni immediatamente successivi: l'Arco d'Augusto, la Porta Pretoria, il teatro, il criptoportico forense, l'anfiteatro, le domus urbane, la cinta muraria quasi interamente conservata... e chissà cos’altro giace coperto sotto gli edifici moderni. Magari ne parleremo in una delle prossime settimane. Ma ad Aosta troviamo tracce di tanti, tanti anni prima…

Partiamo dal Neolitico

Andiamo allora a farci un tuffo nella preistoria. O meglio nel medio periodo del Neolitico. Quantomeno partiamo da lì e poi ci spostiamo verso l’Età del rame, del bronzo, del ferro… fino al Medioevo, all’epoca moderna e ai giorni nostri.

Il posto giusto per farlo è l'area archeologica di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta, un sito pluristratificato le cui tracce storiche vanno dalla chiesa romanica, sorta su resti romani e gallici, ai santuari dell’Età del Rame, sino ai rituali di consacrazione risalenti, appunto, alla fine del Neolitico.
È definita “area megalitica” non tanto, o non solo, per la presenza di testimonianze monumentali megalitiche di menhir o di stele antropomorfe, oppure per la presenza di una necropoli o di singole tombe dolmeniche. I ritrovamenti mostrano l’esistenza di un’area sacra destinata sin dall’inizio a essere sede di ricorrenti manifestazioni legate al culto e alla sepoltura. Qui troviamo i primi segni della presenza dell’uomo sul territorio valdostano nella seconda metà del V millennio a.C.: una serie di solchi rituali tracciati nel terreno.


Il ritrovamento dell'area megalitica di Aosta risale al giugno 1969. In occasione di scavi iniziati a scopo edilizio, si individuò un vasto giacimento archeologico nel quale si poté riconoscere immediatamente l'importanza delle testimonianze preistoriche che si andavano mettendo in luce.

Un museo che riporta al V millennio a.C.

Oggi, su quest’area di circa diecimila metri quadrati, è stato costruito un museo inaugurato nel 2016, ed è considerato uno dei più interessanti siti archeologici della preistoria in Europa.
Il percorso espositivo inizia con delle passerelle che dall’ingresso del museo conducono il visitatore al livello del sito archeologico vero e proprio (a circa 6 metri sotto il livello stradale). Nel sottosuolo ci imbattiamo in un ambiente grandioso: attraverso un suggestivo gioco di luci (sono impiegati 500 corpi illuminanti a LED) che muta gradatamente con riferimento alle diverse ore del giorno si crea una visione d’insieme davvero emozionale che, oltre agli occhi, riesce a coinvolgere anche la dimensione spirituale.

Dei moderni dispositivi touch screen mostrano come doveva apparire l’area megalitica di Saint Martin-de-Corléans in epoca preistorica e aiutano a capire tutte le azioni che si succedute su quest’area: dall’aratura, riconducibile all’epoca del 4.200 a.C., ai pozzi scavati tra il 4.100 e il 3.950 a.C., all’innalzamento dei pali che si segnala tra la fine del IV e gli inizi del II millennio a.C. , fino all’utilizzo delle stele e dei Dolmen e nella fase funeraria con la costruzione delle prime tombe megalitiche, probabilmente occupate da membri di eminenti famiglie della comunità, costruite totalmente fuori terra. Protagonista esemplare è la cosiddetta “Tomba 2”, eretta su un’insolita piattaforma triangolare di pietrame, utilizzata per quasi un millennio come sepoltura collettiva ospitante i resti di ben 39 individui.

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