Un tuffo nel passato

Il Museo Egizio di Torino

Imperdibile, secondo al mondo solo a quello del Cairo

Il Museo Egizio di Torino
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È talmente famoso che forse non avrebbe bisogno nemmeno di una presentazione. Ma il Museo Egizio di Torino vale sempre un viaggio, anche perché offre continuamente delle novità che meritano una visita. Fino al 7 settembre, ad esempio, è in corso la mostra “Il Dono di Thot: leggere l’antico Egitto” che ripercorre l’evoluzione delle scritture (ieratico, demotico, copto e geroglifico) e la varietà dei supporti su cui si scriveva, aprendo una finestra sull’ambiente, il pensiero e la società dell’antico Egitto.


Ma veniamo al Museo, il più antico del mondo dedicato interamente alla cultura egizia e il secondo più importante dopo quello del Cairo. Basta qualche numero per darne le dimensioni: espone circa 35.000 pezzi che coprono il periodo dal paleolitico all'epoca copta, tra cui 700 papiri completi, 24 mummie umane visibili e 17 animali.
Viste le dimensioni del Museo proviamo a cimentarci nell’ardua impresa di segnalarvi cosa non perdervi tra i quattro piani del palazzo di via Accademia delle Scienze e i circa 10mila metri quadri di esposizione. Partiamo dalla Mummia Predinastica che trovate all’inizio della visita: risale al 3.500 a.C., in posizione fetale all'interno di una vasca ovale, esposta con il suo corredo e ritrovata probabilmente dentro una fossa scavata nel deserto. Ma subito vi indichiamo l’imperdibile Galleria dei Re e il Tempio di Ellesiya che si trovano al piano terra: nella prima si trovano due enormi sfingi, la famosa statua di Ramses II simbolo del museo nel mondo e la dea Sekhmet con corpo di donna e testa leonina; il secondo fu un dono del governo egiziano per il contributo del Museo Egizio alla campagna per il salvataggio dei tempi della Nubia, che rischiavano di essere sommersi dalle acque del lago Nasser.

Straordinarie la Tomba di Kha e Merit e la Tomba di Maia, qui ricostruita, con i loro corredi funerari, i sarcofagi, i dipinti e le mummie, che hanno permesso di approfondire la conoscenza sulle tecniche di imbalsamazione, sul cibo, sulla cosmesi, sull’abbigliamento e sulla vita quotidiana dell’Egitto. E poi il Libro dei Morti di Luefankh, un lunghissimo papiro, risalente all'epoca tolemaica (332-320 a. C.), costituito da ben 165 capitoli, che ha fatto da riferimento per la loro interpretazione; la Tela di Gebelein, antichissima pittura su lino risalente al 3600-3500 a.C. che illustra per immagini alcuni stralci di vita quotidiana e comunitaria di quel lontanissimo tempo, con scene legate ad esempio alla caccia, alla danza e alla navigazione; e l'Ostrakon della Ballerina, frammento di ceramica che raffigura una ballerina acrobata in movimento, un tema inusuale ma anche la testimonianza della capacità artistica degli Egizi.
E tanto altro ancora che vi auguriamo di non perdervi.

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