Un 2023 ricco di mostre - 3ª parte

Bergamo-Brescia capitale della cultura. Che mostre!

Bergamo-Brescia capitale della cultura. Che mostre!
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Con l’inaugurazione dei giorni scorsi alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, Bergamo e Brescia sono ufficialmente capitali italiane della Cultura 2023. E subito hanno preso il via diverse mostre distribuite sui due territori lombardi e altre verranno inaugurate nei mesi successivi, occasioni straordinarie da non perdere.

Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo

La mostra più importante sarà quella ospitata a Palazzo Martinengo di via Musei a Brescia fino all’11/6/2023. Presenta la selezione di oltre ottanta capolavori, provenienti da collezioni pubbliche e private sia italiane che estere, e permetterà per la prima volta di indagare e mettere a confronto i campioni della pittura rinascimentale e barocca attivi nelle due città durante i quasi quattro secoli di dominazione veneziana. Da una parte i lavori dei grandi maestri bresciani del Rinascimento quali Foppa, Moretto, Romanino, Savoldo e Gambara, dall’altra quelli dei bergamaschi Moroni, Palma il Vecchio, Cariani, Previtali e Lotto, che visse e lavorò per oltre dodici anni nel capoluogo orobico.


Lo stesso parallelo tra gli esponenti delle due scuole pittoriche verrà proposto su altri temi: la “ritrattistica” – con Moroni, Ceresa e Fra Galgario da un lato, Bellotti, Cifrondi e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto dall’altro -, la “pittura barocca”, la “natura morta” – con Baschenis e Bettera tra i bergamaschi e Rasio e Duranti tra i bresciani -, e la “pittura di genere” dove protagonisti saranno gli irriverenti dipinti con nani e pigmei di Bocchi e dell’allievo bergamasco Albrici, i paesaggi di Roncelli e i rustici interni di cascinali ed osterie di Botti.


Al piano superiore del Palazzo verranno, invece, approfonditi alcuni temi caratterizzanti l’identità culturale e la storia delle due città: in particolare, sono indagate le figure dei due papi del ‘900, il bergamasco Giovanni XXIII e il bresciano Paolo VI, e il loro rapporto con l’arte e gli artisti, da Picasso a Chagall, da Matisse a Dalí fino a Manzù; le tradizioni gastronomiche e quelle musicali tra Rinascimento e XX secolo; un focus particolare è riservato all’avventura del grande architetto Marcello Piacentini, attivo nei primi decenni del Novecento tra Bergamo e Brescia, dove trasformò il volto urbano delle due città.

Cecco del Caravaggio, l'Allievo Modello

Un’occasione da non perdere la offre anche l’Accademia Carrara di Bergamo che ha riaperto proprio nei giorni scorsi e che ospita, in un percorso di circa 40 opere, la prima esposizione mai dedicata a Cecco del Caravaggio (1580 –1630), all’anagrafe Francesco Boneri, il più misterioso tra gli allievi diretti di Caravaggio.


Di Cecco, che per il Caravaggio fu anche modello posando per almeno sei dipinti (tra questi: Davide e Golia e Amor Vincit Omnia), l’Accademia Carrara propone circa 20 opere autografe, delle non oltre 25 che compongono il suo catalogo. Il percorso, che offre anche un paio di opere di Caravaggio, mette in evidenza sia autori da cui, oltre al Merisi, Cecco trasse ispirazione (Savoldo, ad esempio) ma anche una serie di artisti che furono da lui influenzati.

Museo del Risorgimento “Leonessa d'Italia”

Per l’occasione ha riaperto, dopo un lungo periodo di chiusura, anche il Museo del Risorgimento di Brescia con il nome di Museo del Risorgimento “Leonessa d’Italia” e un allestimento innovativo e immersivo. Accoglie un centinaio di reperti circa, selezionati per il loro valore artistico (dipinti e sculture) o per il valore documentale (bandiere, uniformi, medaglie, oggetti d’uso, armi, cimeli e memorabilia), ma sempre aggiornabile grazie alla grande quantità di contenuti digitali che permetteranno di mostrare documenti, fotografie, stampe e disegni che altrimenti non potrebbero essere presentati al pubblico, per ragioni di conservazione e di spazio.


Uno spazio di rilievo è riservato alle Dieci giornate (23 marzo – 1 aprile 1849), l’eroica resistenza bresciana alle truppe austriache che valse alla città l’appellativo di Leonessa d’Italia, raccontate attraverso dipinti, vesti, accessori quotidiani e divise militari: i visitatori possono inoltre riviverle in un box immersivo ed emozionale, che intreccia la produzione iconografica con le narrazioni di vicende individuali di alcuni dei protagonisti, tra i quali primeggia il noto patriota Tito Speri.

Salto nel vuoto. Arte al di là della materia

Aperta dal 3 febbraio fino al 28 maggio, la GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ospita la mostra “Salto nel vuoto. Arte al di là della materia” che esplora il tema della smaterializzazione connettendo le ricerche sul vuoto avviate dai primi movimenti dell’avanguardia storica con le indagini sul flusso cominciate negli anni della prima informatizzazione e proseguite nell’epoca post-digitale attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi e realtà simulate.


La mostra è articolata in tre sezioni tematiche - Vuoto, Flusso e Simulazione - che inquadrano altrettante modalità di messa a fuoco, rappresentazione ed espressione dei principi della smaterializzazione.
In mostra ci sono opere di alcuni grandi protagonisti della storia dell’arte del XX secolo e pionieri dell’arte digitale, insieme ad autrici e autori delle generazioni più recenti: da Carla Accardi a Giacomo Balla, da Umberto Boccioni a René Magritte, da Pablo Picasso a James Turrell.

Al Museo di Santa Giulia, focus su Giacomo Ceruti

Al Museo di Santa Giulia, il 14 febbraio aprirà la mostra “Miseria e Nobiltà. Giacomo Ceruti nell'Europa del Settecento”. Un evento importante dopo la grande rassegna che Brescia aveva dedicato a Giacomo Ceruti nel 1987 (Milano, 1698-1767): la mostra, un’eccezionale co-produzione con il Getty Center, sarà infatti esposta a Los Angeles dal 18 luglio. In questi 35 anni le conoscenze e la valutazione del pittore, che con le sue toccanti rappresentazioni dei ceti umili e i suoi ritratti penetranti si impose come una delle voci più originali della cultura figurativa del XVIII secolo, sono mutate in modo, per certi aspetti, radicale.


Questa grande monografica, aperta fino al 28 maggio, grazie agli eccezionali prestiti da Parigi, Vienna, Madrid, Göteborg e da numerose collezioni pubbliche e private italiane mette in luce da un lato il radicamento di Giacomo Ceruti entro l’avventura della ‘pittura della realtà’ in Lombardia, dall’altro il respiro internazionale del suo percorso.

Immaginario Ceruti. Le stampe nel laboratorio del pittore

Negli stessi giorni trova posto la mostra “Immaginario Ceruti. Le stampe nel laboratorio del pittore” che intende aprire uno spiraglio sulla poco nota bottega di Giacomo Ceruti. L’esposizione illustra perciò come l’artista, in tutta la sua carriera, trasse suggestioni più o meno puntuali dall’infinito repertorio calcografico.

E nelle sale trovano posto incisioni da invenzioni di Tiziano Vecellio, Paolo Caliari detto il Veronese, Pietro Testa e Nicolaes Pietersz. In chiusura, un focus particolare sarà riservato alle incisioni a tema religioso, mitologico e letterario, ovvero alle stampe di Boucher, Lancret e Piazzetta, impiegate da Ceruti nei cicli di committenza Calderara e Busseti.

 

 

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