Borghi da scoprire e… gustare

A piedi tra le stradine di Cornello dei Tasso e Monforte D’Alba

Alla scoperta di posti unici e spettacolari

A piedi tra le stradine di Cornello dei Tasso e Monforte D’Alba
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Passato il grande caldo di questa lunga estate, ora è il periodo migliore per andare alla scoperta di borghi unici e spettacolari. E perché non approfittarne anche per assaggiare qualche prelibatezza locale?

Cornello dei Tasso, un angolo di mondo fuori dal tempo

Cornello dei tasso (BG) è un angolo di mondo fuori dal tempo, che non è stato possibile rovinare perché non interessava a nessuno. Ebbe successo tra ‘300 e fine ‘500 come importante centro dei commerci che si svolgevano con la Valtellina lungo la via mercatorum grazie anche alle attività di corriere verso tutta Europa della famiglia dei Tasso che gestivano le poste imperiali degli Asburgo e dello Stato Pontificio, la stessa da cui nacque anche l’autore della “Gerusalemme Liberata”. Però, con la costruzione di una nuova via verso il nord, la Strada Priula, dal 1592 si ritrovò isolato. Questo favorì la conservazione della sua struttura urbanistica originaria che, salvo alcuni rimaneggiamenti della seconda metà del Novecento, appare attualmente nella sua fisionomia medievale. E ancora oggi il paese è raggiungibile solo a piedi, in 5-10 minuti, da una mulattiera.

Una fatica davvero minima a fronte della straordinaria possibilità di perdersi nei suoi antichi portici, sotto le travi a vista inframezzate dai solidi archi in pietra, dove i mercanti medievali, stanchi e infreddoliti, timorosi per il meteo e i briganti, trovavano un’oasi di pace dove riposare e recuperare le energie spese. Qui si affacciavano le botteghe e le scuderie che nel periodo di maggior sviluppo erano il cuore commerciale del paese. In alto c’è la chiesa dedicata ai santi Cornelio e Cipriano, il cui campanile con finestre a bifore svettante tra i boschi è tra i pochi esempi di stile romanico in Val Brembana. I lavori di restauro hanno riportato alla luce un grandioso ciclo di affreschi che ricoprono le pareti interne della cappella nobiliare dei Tasso e che risalgono al XV-XVI secolo: di notevole interesse storico il riquadro del Miracolo di Sant’Egidio, protettore dei maniscalchi, per la raffigurazione di ambienti, costumi e attrezzi da lavoro dell’epoca.

Qui si può visitare il Museo dei Tasso e della storia postale, ospitato presso una casa rurale del XV secolo, dove sono conservati numerosi documenti legati alla loro attività nella gestione dei servizi postali tra cui una lettera del 1840 affrancata con il primo francobollo emesso al mondo, il famoso Penny Black. Per informazioni sugli orari d’apertura: www.museodeitasso.com.

Separate dal contesto urbanistico sono poi le rovine del palazzo Tasso che sorge su uno sperone di roccia sul lato meridionale del borgo che aveva l’evidente funzione di guardia verso la valle.

Comunque, non abbandonate la valle Brembana senza prima aver assaggiato qualcuna delle sue prelibatezze che si fanno apprezzare per l’intensità del gusto e dell’aroma: si pensi ai classici “casonséi”, grossi ravioli fatti in casa con ripieno a base di pangrattato, formaggio, uovo, aglio e prezzemolo, o alla polenta, come la tipica “cunsada”, servita appena cotta, a bocconcini, ricoperti di taleggio fresco e conditi con panna e burro fritto con salvia.

Monforte D’Alba, tra vigneti e stradine medievali

Visto il periodo, che ne dite di un viaggio tra i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte” Patrimonio Unesco? La meta che vi proponiamo è Monforte D’Alba, in provincia di Cuneo, uno degli 11 comuni di produzione del Barolo. Naturalmente vi consigliamo, se ne avrete la possibilità, di partecipare a qualche vendemmia e di visitare una delle tante cantine del territorio. Ma anche di passeggiare lungo il centro storico di Monforte che conserva un caratteristico impianto medievale ed è caratterizzato da viuzze che salgono ripide fino a Palazzo Scarampi. In via del Carretto date un’occhiata all’antica Piazza d’Assi, cosiddetta perché pavimentata con tavole di legno, dove, un tempo, si teneva il mercato. E alzate il viso per ammirare un paio di meridiane, una, sempre in via del Carretto, che presenta, al centro, una clessidra alata e la scritta “Velociter transit”, l’altra in via Vallada, sulla torre annessa al palazzo già Martina, che porta in alto la scritta tratta dal Carme V di Catullo, “Soles occidere et redire possunt nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una eterna dormenda” (Il sole può calare e ritornare per noi, quando la breve luce cade resta una eterna notte da dormire).

Non perdetevi l’Oratorio di Sant’Agostino e di San Bonifacio, in stile barocco, che presenta una facciata in mattoni a vista, e soprattutto l’Auditorium Horszowski, inaugurato nel 1986 dal pianista Mieczysław Horszowski, un anfiteatro naturale dall'acustica perfetta ricavato dalla pendenza morfologica naturale del terreno: si presenta a gradoni con un palco costituito da un muro di cinta e il portale dei giardini Scarampi, e ogni anno ospita la rassegna nazionale di musica jazz che prende il nome di Monfortinjazz.

Poi, se avete scelto di venire da queste parti, siete probabilmente dei buongustai. Allora è forse inutile suggerirvelo, però non potete andarvene senza aver assaggiato qualche piatto tipico di quest’area come la “bagna cauda”, la fonduta o il brasato al Barolo.

E per concludere, una foto di rito alla Panchina gigante viola con vista panoramica su Monforte.

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