la tendenza

Mercato auto Europa novembre 2023: la crescita prosegue ma c’è un rallentamento

Il trend è positivo per il 16esimo mese consecutivo, ma non è più in doppia cifra: +6%

Mercato auto Europa novembre 2023: la crescita prosegue ma c’è un rallentamento
Pubblicato:

Mercato auto Europa novembre 2023: la crescita prosegue ma c’è un rallentamento. Viaggia da 16 mesi consecutivi con l’indicatore in rialzo, ma non più a doppia cifra. A novembre ha segnato +6,0% con 1.075.756 immatricolazioni (vs 1.014.921 di novembre 2022). Il saldo dei primi 11 mesi dell’anno, con un totale di 11.799.842 immatricolazioni rispetto a 10.203.146 di gennaio-novembre 2022, è +15,6% (ma rispetto al 2019 il saldo è ancora negativo a -10,8%). L’Italia fra i cinque Major Markets è quello che cresce di più, sia a novembre che negli 11 mesi. A novembre il nostro Paese segna +16,2%, la Francia +14,0%, il Regno Unito +9,5%, la Spagna +7,0%, mentre la Germania registra un -5,7%. Negli 11 mesi l’Italia segna +20,0%, il Regno Unito +18,6%, la Spagna +17,3%, la Francia +16,2% e la Germania +11,4%.

Mercato auto Europa novembre 2023: la situazione

Per volume di immatricolazioni l’Italia ricopre il quarto posto fra i cinque maggiori mercati, sia a novembre che negli 11 mesi. Continua, invece, a occupare l’ultima posizione nel mercato delle auto “con la spina” (ECV), sia nel mese che negli 11 mesi. In novembre, con una quota in recupero al 9,7%, che comprende il 5,6% delle BEV e il 4,1% delle PHEV, resta ampio il divario con la Germania che ha le PHEV 7,4% e le BEV al 18,3%, in leggero recupero rispetto a ottobre ma in calo di 4 punti di quota vs novembre 2022. Divario elevato anche nei confronti della Francia (BEV 20,2% e PHEV 9,5%), del Regno Unito (BEV 15,6% e PHEV 10,1%), della Spagna (BEV 7,7% e PHEV 7,0%). Nel totale del mercato europeo le BEV coprono il 17% di share (-0,2 p.p.) e le PHEV l’8,5% (-2,0 p.p.).

Le parole del Direttore Generale dell’UNRAE

“I dati UNRAE – sottolinea il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali – mostrano eloquentemente il forte ritardo dell’Italia nel programma di transizione energetica. E non possiamo appellarci solo alle pur innegabili problematiche reddituali del nostro Paese, considerato che il Regno Unito, con un Pil pro capite a parità di potere di acquisto in linea con quello italiano, ha una % di BEV quattro volte superiore. Ma soprattutto, anche Paesi con Pil pro capite a parità di potere di acquisto ben inferiore al nostro presentano una quota di BEV superiore: è il caso del Portogallo con BEV al 17%, della Romania al 10,6%, della Slovenia all’8,5%, della Lituania al 7,3%”.

Seguici sui nostri canali